Wednesday, May 31, 2006

An brinda: “Siamo il primo partito”

da "il Paese Nuovo" del 31 maggio 2006
An brinda: “Siamo il primo partito”

“Alleanza nazionale, come già per le Politiche, diventa anche in questa occasione primo Partito; questo è un dato importante specie se si confronta con altri analoghi che si possono riscontrare nel Salento e in tutta la Puglia”.
Canta vittoria Adriana Poli Bortone, nel fare gli auguri al nuovo presidente D’Autilia, perché il risultato ottenuto alla IV Circoscrizione non è solo una dimostrazione di piena fiducia da parte dei cittadini rispetto all’operato dell’amministrazione comunale, ma è anche una vittoria per An, che toglie il primato a Forza Italia e diventa il partito più votato nel quartiere Rudiae-Ferrovia, ottime premesse per le Comunali.
Anche l’onorevole Ugo Lisi ha espresso la propria soddisfazione per il risultato otteuto alla IV Circoscrizione, sottolineando “il risultato brillante di Alleanza Nazionale che, nel quartiere Ferrovia, diventa il primo partito cittadino”.
“L’elezione di Damiano D’autilia alla presidenza del quartiere Rudiae-Ferrovia – ha dichiarato Lisi – anche sulla base di risultati elettorali che si sono ottenuti a livello provinciale, sta a dimostrare che il centrodestra, laddove è unito e compatto, riesce ad affrontare tutte le situazioni politiche con grandi possibilità di vittoria. Nella fattispecie D’Autilia ha dimostrato di saper armonizzare tutte le sensibilità presenti nella Casa delle Libertà, valorizzandole con il suo portato personale fatto di concretezza e conoscenza delle reali esigenze dei cittadini”.
“Un grazie sincero a tutti i candidati” ha aggiunto Lisi “Il nostro partito non trascurerà la loro abnegazione, la loro passione e il loro senso civico”.
Fra questi candidati Oronzo Negro, consigliere circoscrizionale eletto con Alleanza Nazionale, ha voluto ringraziare tutti i sostenitori del centrodestra e rimarcare l’importanza del risultato ottenuto da An. “Oggi sono contento – ha dichiarato – perché An è il primo partito, sono contento di avere un presidente giovane e intraprendente come Damiano D’Autilia; sarà veramente il presidente di tutto il quartiere e non soltanto di San Pio, visto che, anche se Castoro sembrava averlo dimenticato, il quartiere comprende Porta Napoli, Porta Rudiae, San Pio, Piazzale Rudiae, Casermette, Villa Convento, Borgo Pace e zona San Nicola”.
“Oggi la gente ha bisogno di dialogare con tranquillità - ha aggiunto Oronzo Negro - di vedere i progetti veri portati a termine e non di continui ricorsi per farli bloccare. I residenti della IV Circoscrizione dovrebbero visitare la nuova piazza nel quartiere Stadio, intitolata a Madre Teresa di Calcutta, per ammirare ciò che l’Amministrazione è riuscita a fare partendo da una discarica. Spesso - ha aggiunto Oronzo Negro - Castoro ha affermato di essere stato eletto con il 72% dei voti, più della Poli, ma ha dimenticato che i voti non erano i suoi, ma dell’intera coalizione che lo supportava”.
Un invito alla riflessione sul risultato arriva invece dal segretario cittadino della Rosa nel Pugno, Gianfranco Galluccio, che parla di un centrosinistra “rimaneggiato” in occasione di queste elezioni “con solo tre liste di partiti in appoggio alla candidatura a presidente di Giovanni Castoro - sottolinea - a cui va il nostro convinto ringraziamento per la battaglia generosa che ha consentito al centrosinistra una sconfitta meno amara”. (s.m.)

Un esercito di medici alle Terme

da "il Paese Nuovo" del 31 maggio 2006

Non si tratta di una medicina alternativa; le terme offrono preziosi percorsi di cura e di trattamento per numerose patologie, dalle rinosinusiti alle artrosi, dal trattamento autoidratante per i pazienti psoriasici alla riabilitazione termale.
Duecentocinquanta medici da tutto il Salento hanno seguito un corso di aggiornamento per capire quali patologie possono essere curate a Santa Cesarea.



Un esercito di medici alle Terme

Due giorni di formazione e dibattito sulle proprietà curative delle acque di Santa Cesarea


Si è concluso ieri a Santa Cesarea il “Corso di aggiornamento in medicina clinica e termale” che ha visto la partecipazione, come relatori, di numerosi docenti universitari provenienti da tutta Italia.
A partecipare a questo IV congresso di Medicina termale, voluto dalla Terme di Santa Cesarea Spa, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, c’erano circa duecentocinquanta medici da tutto il Salento.
“E’ stato un momento di crescita per le Terme e anche per i medici”, ha spiegato la dottoressa Annunziata Pispico, direttore sanitario delle Terme di Santa Cesarea. “Il corso, tenuto da docenti universitari giunti da tutta Italia, è servito per far conoscere anche ai medici di base la valenza scientifica della medicina termale, la tipologia di malattie che possono essere curate con le terme e le modalità di prescrizione delle cure”.
Il Congresso, patrocinato da Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Santa Cesarea, Ausl Lecce 2, Federterme e Ordine dei Medici della Provincia di Lecce, è servito anche per stimolare il dibattito sulla medicina termale, visto che alcuni medici ancora non le conferiscono pari dignità rispetto ad altre branche della medicina.
Invece attraverso i trattamenti termali è possibile curare diverse patologie come le rinosinusiti, argomento trattato dal professor Desiderio Passali, direttore del Dipartimento di scienze Ortopedico Riabilitative Radiologiche e Otorinolaringoiatriche dell’università di Siena; o ancora le rino-otiti, le faringotonsilliti, la sindrome rino-bronchiale, la broncopatia cronica ostruttiva, tutti temi trattati lunedì scorso, nel primo giorno del Convegno, quando hanno relazionato il professor Pasquale Cassano, dell’Università degli studi di Foggia, la professoressa Luisa Bellusi, otorinolaringoiatra, dall’Università di Siena, il professor Michele De Benedetto, primario della Divisione di Otorinolaringoiatria presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce e professore della Scuola di Specializzazione in Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico-facciale dell’Università di Bari. Fernando De Benedetto, Docente di Fisiopatologia respiratoria e Patologia sistematica, dell’Università G. D’Annunzio di Chieti ha relazionato sulla broncopatia cronica ostruttiva, l’ultimo intervento di lunedì prima della sintesi conclusiva del professor Giuseppe Nappi, componente del Consiglio superiore di Sanità e presidente del Collegio dei direttori delle Scuole di specializzazione in Medicina termale.
Ma i percorsi di cura praticabili alle Terme non riguardano solo l’Otorinolaringoiatria, e infatti ieri si è discusso di artrosi e terapia termale con il dottor Giuseppe Rollo, primario della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospdale Vito Fazzi, di riabilitazione termale con la dottoressa Annunziata Pispico, balneoterapia e trattamento autoidratante nei pazienti psoriasici con il professor Vincenzo Monti, direttore della Clinica dermatologica Hospedale Humanitas dell’Università di Milano; il professor Giuseppe Nappi ha relazionato sulle linee guida per la sicurezza igienico sanitaria delle piscine termali e il professor Franco Canestrari, direttore dell’Istituto di Istologia e Analisi di laboratorio dell’Università Carlo Bo di Urbino, ha approfondito l’argomento degli stress ossidativi e profilassi con acqua solfurea.
Al termine del corso i partecipanti si sono sottoposti a una prova scritta a quiz, valida per l’assegnazione di otto crediti formativi Ecm, essendo il corso accreditato dal Ministero della Salute.
Un ulteriore convegno destinato agli addetti ai lavori è previsto alle Terme di Santa Cesarea per il 16 giugno prossimo, quando si discuterà di “Analisi dei bisogni e delle risorse riabilitative in Oncologia”. Il workshop ha come obiettivo principale quello di fornire per le principali neoplasie una puntualizzazione sulle più innovative strategie di cura viste non solo in funzione dei risultati dimostrati, ma anche del loro impatto sulla qualità di vita delle persone malate.

Tuesday, May 30, 2006

Il parco degli errori. Di sinistra

da "il Paese Nuovo" del 30 maggio 2006

A un anno dalle Comunali il centrosinistra fa i conti con una pesante sconfitta al quartiere Rudiae-Ferrovia. La lotta per Parco Corvaglia, elevata a simbolo di una strenua resistenza contro l’arroganza dell’amministrazione comunale, ha appassionato poco i residenti. Più della metà hanno deciso di non votare, la grande maggioranza ha votato per la destra. “Il Parco non si tocca” era lo slogan, mentre quelle case infestate dagli scarafaggi passavano in secondo piano
Il parco degli errori. Di sinistra
Una sonora sconfitta dell’Unione alla Circoscrizione Rudiae-Ferrovia

Una disfatta per il centrosinistra.
A un anno dalle prossime elezioni comunali la circoscrizione Rudiae-Ferrovia bastona la coalizione guidata da Castoro e boccia la linea politica di quanti hanno creduto che fare del Parco Corvaglia una bandiera e innalzare la battaglia in difesa del fazzoletto verde minacciato a simbolo della lotta contro “l’arroganza dell’amministrazione comunale” sarebbe bastato a guadagnarsi le simpatie (e le preferenze) dei residenti.
Un merito quelli di Parco Corvaglia l’hanno avuto: far uscire dall’anonimato un quartiere che mai come nell’ultimo anno è stato alla ribalta delle cronache cittadine per fatti che non fossero legati a episodi criminali; l’essere riusciti a portare in quel fazzoletto di terra dimenticato da Dio illustri e meno illustri personaggi della politica locale e regionale, con al seguito telecamere e cronisti, l’aver ricordato alla cittadinanza che le piazze possono servire ancora per incontrarsi e per discutere, oltre che per accontentare i propri animali domestici.
Valori nobili, cittadinanza attiva, progettazione condivisa, voglia di partecipare: democrazia contrapposta a decisionismo. Tutto concentrato in quei pochi metri quadrati di “marrone attrezzato”.
Nella routine spezzata dai riflettori dei media e dal clamore delle assemblee pubbliche i cittadini ritornavano poi a fare i conti con le quotidiane emergenze: l’affitto da pagare, la famiglia da mantenere, gli scarafaggi e le pareti delle case verdi per l’umidità. Chi poi attendeva una casa nuova, come quelli di via Sozy Carafa, iniziava a individuare (a ragione o a torto) Giovanni Castoro e la sua schiera quali responsabili dello stop al piano di riqualificazione urbana che l’amministrazione comunale aveva in mente per San Pio.
Fra un bisogno primario: la casa, e una battaglia ideologica simbolicamente rappresentata dal Parco quei cittadini hanno scelto il mattone. A un centrosinistra fossilizzato sulla questione Parco hanno preferito un centrodestra arroccato sulle proprie posizioni ma pur sempre più concreto negli slogan: “Salviamo il Parco” da un lato e “Riqualifichiamo il quartiere dall’altro”. Aggiungiamo poi che la quarta circoscrizione è storicamente un feudo della destra e il gioco è fatto.
Damiano D’Autilia 60%, Giovanni Castoro 40%. Una vittoria schiacciante di fronte alla quale il centrosinistra non ha che da fare un ragionato mea culpa se non intende accettare questo risultato come triste presagio per le prossime Comunali.
Sarà stata poi la calura estiva, o la scarsa fiducia nella politica, o ancora la scelta di Castoro come candidato, invisa ad alcune componenti politiche come i Comunisti Italiani (che chiedevano una candidatura più organica al centrosinistra) fatto sta che meno della metà degli aventi diritto ha deciso di andare a votare: il partito più forte, che ha ottenuto il 53% delle preferenze.
Poi vengono tutti gli altri, con Alleanza Nazionale in testa (19,00 %) e 1456 voti ottenuti, che sommati a quelli della lista “Impegno e Solidarietà” (679), sponsorizzata dall’assessore Angelo Tondo, fanno un bel gruzzoletto di sostenitori per quella precisa parte politica.
Ad An segue Forza Italia (con il 13,89%) e “Forza Azzurri” si aggiudica 1020 schede (il 13,31%) poi, sempre in ordine di preferenze l’Ulivo (981 voti pari al 12,80% dei totali). Di seguito la lista che porta il nome di Castoro, “Con Castoro presidente” che prende l’8,88%. “Più forza al quartiere” si attesta sul 6,33 % e supera così Rosa Nel Pugno (5,28%), Rifondazione Comunista (5,34%), “Parco Corvaglia” (4,27%) e “Uniti per il quartiere”(2,05%).
A conti fatti i seggi saranno 3 per Forza Italia, 3 per Alleanza Nazionale, 2 per “Forza Azzurri” e 1 per “Impegno e solidarietà” e “Più forza al quartiere”.
Il centrosinistra avrà invece 5 seggi, dei quali 2 all’Ulivo e uno a Rifondazione, Rosa nel Pugno e “Con Castoro presidente”, mentre rimangono fuori “Uniti per il quartiere” e “Parco Corvaglia”.
Alla luce dei dati il nuovo consiglio circoscrizionale sarà così composto: Luigi Quarta, Oronzo Negro e Daniele Rizzo passano con An, Francesco Arnesano con “Impegno e solidarietà”; con Forza Italia sono eletti Silvano Mazzotta, Amleto Lenti e Vito Nicola Scarlino. Ezio Pagano e Andrea Guido nelle fila di “Forza Azzurri” e Antonio Giannone con “Più forza al quartiere”.
Per il centrosinistra andranno in consiglio Rosina Pilato e Massimiliano Colella per l’Ulivo, Giuseppe Pagliara per Rifondazione Comunista, Carmelo Montefusco per la lista “Con Castoro” e Francesco Salerno per la Rosa nel Pugno.
“Questa è la dimostrazione eclatante che la parte maggioritaria dei residenti è quella che privilegia la cultura del fare, della progettualità a quella del fare baccano”, ha dichiarato Commentando il risultato di questa consultazione elettorale il nuovo presidente della 4° circoscrizione, Damiano D’Autilia.
“Una risposta forte - ha aggiunto - che la nostra coalizione, della quale io sono solo un tassello, ha saputo dare a quelli delle bagarre”.
“Per segnare una svolta - ha dichiarato ancora D’Autilia - la prima mossa sarà sicuramente quella di aprire la sede del Quartiere ogni giorno, a tutti i cittadini, e non due giorni a settimana come faceva il mio predecessore che va sbandierando la democrazia”.

Con “Salento Mundial” ai Campionati di Germania

da "il Paese Nuovo" del 30 maggio 2006
Con “Salento Mundial” ai Campionati di Germania

Con il marchio “Salento Mundial” e degli spazi espositivi dove mettere in mostra le proprie eccellenze la Provincia di Lecce porterà un po’ di Salento in Germania, ai campionati mondiali di calcio 2006.
L’attività di promozione del territorio passa questa volta attraverso la struttura di Casa azzurri, situata nell’importante triangolo commerciale del Nord Reno-Westfalia, in uno strategico punto di incontro tra gli espositori italiani e le realtà internazionali, commerciali, istituzionali, in cui saranno predisposti degli stand espositivi dove anche rappresentanti di realtà pubbliche e private del territorio salentino avranno la possibilità di far conoscere la propria attività, i servizi, i prodotti comunicando direttamente con gli avventori.
La Provincia di Lecce punta molto sulla presenza in Germania, viste le cifre che ruotano attorno ai Mondiali, che secondo le previsioni batteranno ogni record di ascolto: tre milioni di biglietti in vendita, 8mila giornalisti italiani accreditati, 200 emittenti radio e televisive presenti.
L’opportunità, per le aziende salentine e per il marchio Salento, è quello di essere visibili davanti a una platea mondiale. Non solo, ma per la Provincia di Lecce significa anche mettere in luce la strategia della politica allo sport che ha permesso negli ultimio anni di portare alla ribalta mazionale e internazionale alcune realtà sportive territoriali, con indiscussa promozione del marchio “Salento d’Amare”.
Esempi di questa politica sono gli interventi nel calcio con l’Unione Sportiva Lecce, nella pallavolo con la Salento d’Amare Taviano, nella pallamano con l’Italgest Salento d’Amare Casarano o ancora nel ciclismo, con l’organizzazione di una tappa del Giro d’Italia, senza dimenticare il sostegno alla fase finale del Campionato Primavera 2004/2005 e il nuovo progetto “I giovanissimi del Salento”, iniziativa con finalità educative, etiche e sociali che coivolgerà associazioni sportive, scuole calcio, istruttori, tecnici, allenatori, docenti, medici e i giovani del settore Giovanile e Scolastico.
Quest’ultimo progetto, ha spiegato ieri l’Assessore allo Sport Salvatore Capone, “è organizzato in collaborazione con il Coni, la Figc e l’Aiac e persegue finalità educative-etico-sociali diffondendo i valori veri e positivi dello sport, in linea con quanto contenuto nella Dichiarazione del Consiglio e dei Rappresentanti dei Governi dell’Unione Europea del 5 maggio 2003, intitolata Il valore sociale dello sport per i giovani, dove sono esaltati i valori sani dello sport quali lealtà, rispetto delle regole, solidarietà, educazione alla salute, integrazione sociale, partecipazione attiva alla vita pubblica con il conseguente rafforzamento dei valori democratici e dei diritti di cittadinanza”.
La partecipazione a “Italia Expo Casa Azzurri Germania 2006” è dunque in linea con le politiche dello sport perseguite dalla Provincia negli ultimi anni, come ha sottolineato lo stesso Salvatore Capone.
“La Provincia di Lecce - ha dihiarato - attribuisce all’attività sportiva un importante ruolo di crescita sociale ed economica del territorio e a tal fine profonde da anni un notevole sforzo, coinvolgendo operatori sociali e del mondo dell’impresa per la promozione e la diffusione dello sport a tutti i livelli”. La Provincia, intanto, sta continuando a raccogliere le adesioni da parte delle aziende che intendono partecipare e collaborare alla realizzazione di “Salento Mundial 2006” ed essere così presenti ai Mondiali di Germania che inizieranno il 9 giugno prossimo.

Monday, May 29, 2006

Medicina a Lecce. Ecco la strategia di Limone

da "il Paese Nuovo" del 28 maggio 2006

Oronzo Limone rilancia la sfida della Facoltà di Medicina, annuncia che a giorni riunirà intorno a un tavolo il presidente Vendola, quelli delle Province di Brindisi e Lecce e i direttori generali delle Asl. Ci sarà uno studio di fattibilità e, se ci saranno le condizioni sarà stipulata una convenzione fra Enti. “Ora non sono più da solo” dice il Rettore, “c’è una generale condivisione del progetto”. La Poli è d’accordo ma frena: “Vedremo quali intenzioni ha il Ministro dell’Università”.
Il Rettore: “Seguiremo il modello Brindisi, a giorni un tavolo con Vendola e i presidenti delle due Province”
Medicina a Lecce. Ecco la strategia di Limone

I temi legati ai percorsi di formazione e l’istituzione di una Facoltà di Medicina a Lecce hanno tenuto banco, ieri pomeriggio, all’incontro organizzato per festeggiare i sessanta anni del Laboratorio Pignatelli.
Tra gli ospiti c’era anche il Rettore dell’Università di Lecce, Oronzo Limone, che nel suo intervento ha ricordato come il collegamento tra il Laboratorio e l’Ateneo Leccese sia ormai una realtà consolidata dopo dieci anni di fruttuosa collaborazione. “Ma non mettiamo limiti alle possibilità future” ha dichiarato Limone, che a margine del convegno ha chiarito anche la strategia che l’Università di Lecce intende seguire: “Io suggerisco di seguire il modello Brindisi” ha dichiarato il Rettore (la strategia, cioè, di far convergere gli impegni finanziari degli enti locali di riferimento vincolando tutti i soggetti coinvolti attraverso una convenzione).
“A breve - ha annunciato Limone - ci sarà un incontro con il Presidente della Regione, i presidenti delle due Province e i direttori generali delle Asl”.
“Faremo uno studio di fattibilità e poi vedremo se la Facoltà di Medicina potrà partire. Fino a oggi - ha aggiunto - ero il solo a volerla; adesso, invece, sembra esserci una generale condivisione, sia dal mondo politico che da parte dei vertici Asl e dai primari dell’unità ospedaliera”.
Perchè il progetto funzioni è necessario secondo il Rettore che la Facoltà sia collegata con centri accreditati e che “si stipulino convenzioni con altre università, non necessariamente pugliesi. E’ importante, però, individuare dei percorsi formativi di nicchia per poter competere con le altre università”.
Accoglie con entusiasmo il progetto anche il direttore del Laboratorio Pignatelli, Francesco Pignatelli, che già nei giorni scorsi aveva sottolineato che una Facoltà di Medicina a Lecce sarebbe di sicuro un’attrazione per molti giovani provenienti dalle altre sponde del Mediterraneo.
Un po’ più cauta il sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, che al termine del convegno ha chiarito la propria posizione in merito: “Mai stata contraria a Medicina - ha dichiarato - ma io mi rendo conto che è un progetto che richiede un impegno finanziario notevole. Volesse il cielo che il nuovo Ministro dell’Università fosse ben disposto a sostenerlo”.
Scettico e pessimista sulle possibilità che il progetto della Facoltà di Medicina possa decollare è invece il consigliere regionale Rocco Palese, capogruppo di Forza Italia.
“Se qualcuno ha davvero in mente di istituire la Facoltà di Medicina a Lecce - ha dichiarato - dovrebbe chiedere cosa ne pensano a Foggia”, dove, ha aggiunto il Consigliere, ci sono state e ci sono grandi difficoltà.
A chiarire definitivamente se la volontà politica di isitituire la Facoltà esiste o meno sarà l’incontro annunciato dal Rettore, al quale prenderanno parte il presidente della Regione, i presidenti delle Province di Brindisi e Lecce e i direttori generali delle Asl, un primo passo verso una nuova convenzione che, come è accaduto per le Facoltà di “Scienze sociali politiche e del territorio” e “Ingegneria aerospaziale”, istituite recentemente a Brindisi, definisca chiaramente, nero su bianco, quali e quante risorse i singoli enti coinvolti dovranno mettere a disposizione per questo progetto.
Stefano Mele

“Una pagina di storia cittadina”

da "il Paese Nuovo" del 28 maggio 2006

Nel ricordo del fondatore ieri i festeggiamenti per i sessanta anni del Laboratorio Pignatelli

“Una pagina di storia cittadina”

Sono giunti a Lecce, ieri, numerosi esponenti di primo piano del mondo medico italiano per onorare i festeggiamenti dei 60 anni del Laboratorio Pignatelli.
Al convegno voluto dalla famiglia Pignatelli, “Sessanta anni di Medicina di Laboratorio” , hanno relazionato stimati docenti, professionisti e ricercatori, come il professor Mario Plebani, Lucio Pollice, Leonardo Resta, Carlo Storelli, Oliviero Varnier e il professor Francesco Dammacco, direttore del Dipartimento di Scienza Biomediche ed Oncologia Umana dell’Università di Bari che ha fatto da moderatore al Convegno.
L’intervento più appassionato è stato probabilmente quello del dottor Francesco Pignatelli, che ha aperto il convegno concentrando l’attenzione sulle persone che hanno fatto sì che il Laboratorio potesse raggiungere i livelli di oggi: “I miei genitori - ha detto con orgoglio il dottor Pignatelli - mio padre, che decise di abbandonare la clinica del professor Condorelli e venire a Lecce, per dare vita a questa struttura che nel corso degli anni si sarebbe imposta a livello locale e nazionale”.
In un volume di 350 pagine donato agli ospiti la famiglia Pignatelli ha pensato di racchiudere i sessanta anni di storia del Laboratorio, una pubblicazione arricchita dai ricordi dei figli di Pasquale Pignatelli, degli amici-colleghi e di quanti hanno lavorato duramente per fare di quel Laboratorio l’avanzata struttura che noi oggi conosciamo.
La storia che viene fuori, tra i ricordi scanditi dalle immagini cariche di nostalgia recuperate dall’archivio di famiglia, è quella di uno scienziato instancabile, dedito anima e corpo alla medicina, ai pazienti, a quei vetrini che agli occhi dei bambini dovevano apparire come qualcosa di talmente affascinante da assimilare la figura del padre “patriarca” a quella di un eroe intento in misteriose pratiche di laboratorio.
Il Sindaco di Lecce lo ha ricordato ieri come un pioniere che ha scritto una pagina importante della città di Lecce.
“La città cresce soprattutto attraverso le professionalità e i centri di eccellenza come questo” ha commentato ieri il sindaco Poli.
“Questo laboratorio - ha aggiunto - è la dimostrazione di come i privati possano interagire con la città senza arroganza, ma con apertura, attivamente, e contribuire in questo modo alla sua crescita”.(s.m.)

Pis. La Poli: “Domani presenteremo i progetti e niente Tar”

da "il Paese Nuovo" del 28 maggio 2006
Pis. La Poli: “Domani presenteremo i progetti e niente Tar”

I Comuni hanno ancora poche ore. Lunedì i termini per consegnare alla Regione i progetti inerenti ai Pis saranno scaduti, e chi non avrà prodotto la documentazione necessaria sarà tagliato fuori dalla gestione delle risorse.
Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce, ha dovuto pertanto rinunciare a una domenica di riposo e oggi, insieme ad altri sindaci, dovrà lavorare per mettere a punto le ultime carte per i progetti relativi alla Misura 6.2, quella sulla “Società dell’informazione”.
Tutto è accaduto a causa dell’assessore regionale al Turismo, Massimo Ostillio, che nei giorni scorsi ha anticipato i termini di consegna dei progetti (dal 10 giugno al 29 maggio).
“Ho avuto modo di confrontarmi con Ostillio - ha dichiarato la Poli - la sua preoccupazione è che ci sono troppi Comuni che non sanno come spendere quei fondi, perche è mancata una progettualità forte”.
“Non è il caso del Comune di Lecce - ha aggiunto il Sindaco, ma per alcuni Comuni è accaduto questo”.
Accadrà così che chi ha le carte pronte potrà ricevere i fondi per finanziare i progetti, mentre gli altri perderanno il treno.
“Il problema- ha commentato la Poli - è che in questo modo si perde il senso dei Progetti Integrati Settoriali”.
Disintegrati, dunque, i progetti di quei Comuni ritardatari (ammesso che questi progetti ci fossero davvero).
Se così fosse non è escluso che qualche Sindaco possa ricorrere ai giudici amministrativi per far valere le proprie ragioni, anche se questa ipotesi viene respinta dalla Poli, che è sindaco del Comune capofila del Pis n.11 “Barocco Pugliese”.
“Non credo che i Sindaci arriveranno a ricorrere al Tar - ha chiarito la Poli - anche se è comprensibile lo sconcerto di fronte a questa metodica procedurale seguita dalla Regione”.
Dal canto suo Ostillio ha già espresso preoccupazione rispetto alla possibilità che le risorse europee possano andare sprecate, o essere investite in progetti che nulla hanno a che vedere con le linee strategiche che la Regione sta seguendo sul turismo, meglio assicurarsi che questo non accada prendendo in mano la gestione dei fondi.

Ostillio ci prova, Comuni fuori gioco

da "il Paese Nuovo" del 27 maggio 2006

I termini sono praticamente scaduti. I Comuni hanno tempo fino a lunedì per inviare i progetti riguardanti i Pis. L’assessore regionale al Turismo, infatti, ha cambiato a sorpresa il termine concordato, dal 10 giugno al 29 maggio.
La Poli è andata su tutte le furie, potrebbero andare in malora i fondi per il Barocco Pugliese. “Uno sgambetto della Regione” dice il sindaco.
Ostillio ci prova, Comuni fuori gioco
Anticipa la data di consegna dei progetti Pis. La Poli: “Sgambetto della Regione”

Anticipa i termini di consegna per la presentazione dei progetti sul turismo riguardanti i Pis e taglia così le gambe a tutti quei comuni che non riusciranno a inviare la documentazione necessaria entro lunedì prossimo.
A sorpresa l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Massimo Ostillio, ha anticipato il termine concordato dal 10 giugno al 29 maggio, quanto basta per far saltare i piani di quanti su quei fondi facevano affidamento.
Il Comune di Lecce, ente capofila del Pis n.11 Barocco Pugliese (Misura 4.15 - Por Puglia 2000/2006), è uno di questi, e Adriana Poli Bortone va su tutte le furie: “Sgambetto della Regione ai Comuni”, dichiara.
Proprio il 29 maggio il Comune di Lecce aveva convocato l’incontro con i sindaci del polo territoriale Pis n. 11, per definire insieme le procedure legate alla misura. Troppo tardi adesso che Ostillio ha cambiato le regole del gioco.
“Non solo non condividiamo tale metodica procedurale - ha scritto il sindaco di Lecce in una lettera inviata all’assessore Ostillio e per conoscenza ai sindaci dei Comuni del Pis n.11 - ma la contestiamo perchè gravemente lesiva dei diritti e delle facoltà degli enti territoriali coinvolti da anni nella progettazione concertata”.
“Il termine è stato modificato unilateralmente dalla Regione - ha scritto ancora la Poli - e questo è in antitesi con quanto auspichiamo in termini di raccordo operativo tra amministrazione regionale e amministrazioni comunali. Senza dimenticare che non abbiamo avuto alcuna risposta da Bari nè sulla progettazione preliminare per altre misurePor sul turismo che abbiamo già inviato, nè per una richiesta di incontro che risale al 2 maggio. Mi auguro - ha concluso - che anche gli altri sindaci, aldilà del colore politico, condividano il nostro sconcerto”.
Da parte sua l’assessore Ostillio invita a superare completamente le logiche di campanile e rispondendo al Sindaco di Lecce ha dichiarato: “Spero che la Poli condivida con me la preoccupazione che importanti risorse europee possano andare perse o mal utilizzate fuori da criteri logici e condivisi, cagionando risultati negativi e impedendo un effettivo coordinamento degli interventi e di una loro accertata finalizzazione”.
“Entro le prime settimane di giugno - ha concluso l’assessore - mi auguro si possa definire un calendario di iniziative da realizzarsi con l’apporto di tutti i territori interessati. Non è mia intenzione creare problemi a nessuno e vorrei che nessuno li creasse all’assessorato al Turismo, alla Regione ma soprattutto ad un settore economico così rilevante per il futuro della nostra Puglia”.
Sta di fatto che la mossa di Ostillio mette fuori dalla gestione dei fondi i Comuni aggregati nei vari Pis pugliesi e tutto passerebbe nelle mani dell’Assessorato. Da prevedere pertanto la contromossa dei Comuni che si ritengono danneggiati, anche con il ricorso ai giudici amministrativi.
Quanto all’assegnazione dei fondi della Legge 488, invece, l’assessore Ostillio ha spiegato ieri che, ai fini della ripartizione degli investimenti 2006, il turismo avrà una graduatoria speciale.
Il bando, che sarà aperto a giorni, attribuisce ai settori straegici, il turismo in primo luogo, circa 25 milioni di euro, pari al 50 per cento delle risorse disponibili. Saranno premiati, ha spiegato ancora l’Assessore, gli interventi che privilegiano il recupero di edifici di particolare valore storico, architettonico, rurale e di archeologia industriale, tentando così di promuovere il recupero di trulli, case rurali, appartamenti in edifici d’epoca dei centri storici e di scoraggiare, invece, nuove costruzioni alberghiere “visto che in Puglia - ha motivato Ostillio - l’indice di utilizzo delle stanze è sotto il 30 per cento, fra i più bassi d’Italia”. Particolare attenzione è stata data invece alle strutture ricettive già esistenti che hanno bisogno di essere ristrutturatee adeguate agli standard internazionali per poter attrarre il turismo estero. “Lo sviluppo del settore - ha aggiunto l’Assessore - è in linea con i nuovi indirizzi di politica turistica di una Regione sempre più impegnata a razionalizzare la spesa, a qualificare i servizi e a internazionalizzare i suoi marchi in un’ottica di sistema”. Proprio a tal proposito Ostillio ha annunciato che 5 milioni e mezzo di euro saranno investiti in favore dei consorzi che svolgono promozione all’estero. (s.m.)

Cooperare con la Siria. A Nardò una delegazione

da "il Paese Nuovo" del 27 maggio 2006

Cooperare con la Siria. A Nardò una delegazione


Una delegazione proveniente dalla Siria sarà oggi a Nardò, per partecipare al workshop “Strumenti di cooperazione per le aree rurali del Meediterraneo: stato dell’arte e prospettive”, un evento che rientra nell’iniziativa comunitaria Leader Med.
L’incontro fa seguito a una missione effettuata dal 12 al 15 maggio scorsi in Siria, nell’area di Ebla, per verificare l’opportunità di creare un’agenzia di sviluppo e accompagnarne, eventualmente la realizzazione. E’ uno dei primi passi che dovrebbero portare, entro il 2010, alla realizzazione di un’area di libero scambio euro-mediterranea, un progetto in cui la Puglia figura come attore di importanza primaria e strategica, in particolare per iniziative di carattere culturale, ma non solo.
Quello che coinvolge il Gal Terra d’Arneo è un progetto articolato che prevede, fra le altre cose, l’organizzazione di un centro di documentazione del territorio, di una manifestazione promozionale e una serie di altre attività legate alla degustazione di prodotti tipici.
I delegati mediorientali saranno ricevuti alle 10, nella sala consiliare, dal vicesindaco Marcello Risi, e dal presidente del Gal (Gruppo d’azione Locale) Terra d’Arneo, il professor Antonio Greco.
Fra le personalità che interverranno all’incontro c’è anche il vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Enzo Russo, l’assessore provinciale al Turismo e Marketing territoriale, Maria Rosaria Manieri, l’assessore provinciale alle Politiche comunitarie, Cosimo Durante e i sindaci dei Comuni di Arnesano, Veglie, Campi Salentina, Guagnano, Leverano, Porto Cesareo e Salice Salentino.
L’incontro servirà per approfondire alcune tematiche legate alla cooperazione internazionale con i Paesi del bacino del Mediterraneo al centro dell’azione del Gal, visto anche il ruolo di primo piano che Nardò riveste nel Gruppo.
Il Workshop servirà soprattutto ad approfondire le problematiche e le buone prassi per una gestione efficace dei progetti di cooperazione con le aree rurali extraeuropee, tutte nozioni che derivano dall’esperienza già maturata con il programma Leader Med.
“Nardò è terra d’accoglienza, di pace e solidarietà - ha sottolineato il sindaco Antonio Vaglio - ed è grande il nostro impegno per costruire ponti di dialogo con i paesi del bacino del Mediterraneo, in sinergia con le meritorie azioni che in quest’ottica sono state avviate dalla Regione Puglia”.
“E’ intenzione dell’Amministrazione Comunale - ha dichiarato ancora il Sindaco - adoperarsi affinchè la nostra Nardò possa avere un ruolo da protagonista nei processi di cooperazione internazionale ed euro-mediterranea portati avanti dal Gal Terra d’Arneo, nell’ambito delle iniziative promosse dall’Unione Europea”.
Dopo l’incontro con le autorità politiche locali la delegazione siriana farà tappa in alcune aziende della zona, con la visita allo show room “Le Terre d’Arneo”, presso l’azienda agrituristica Scupola Tommaso di Porto Cesareo, per poi spostarsi a Veglie e a Guagnano per visitare rispettivamente l’agenzia di servizi al turismo “Blusea” e “L’orecchietta sas”, azienda di produzioni alimentari tipiche.

Friday, May 26, 2006

Le Asl del Salento in rete “per l’emergenza coronarica”


Le Asl del Salento in rete “per l’emergenza coronarica”

Il Vito Fazzi di Lecce, dove opera l’unità di Cardiologia interventistica ed emodinamica, sarà la struttura ospedaliera di riferimento per la “Rete perovinciale per l’emergenza coronarica del Salento”.
E’ stato stabilito ieri attraverso una convenzione siglata dalle due Asl.
Attraverso il documento è stato costituito un gruppo tecnico, composto dai dirigenti delle unità operative di Cardiologia, Emodinamica e del servizio del 118 delle due Aziende, allo scopo di definire adeguati percorsi di cura e assistenza per i pazienti interessati da infarto miocardio acuto.
Ai pazienti afferenti alle due Asl si dà la possibilità di effettuare, sempre presso la struttura ospedaliera di riferimento provinciale Vito Fazzi, uno studio agiografico con o senza angioplastica.
Il modello organizzativo previsto prevede inoltre che al termine delle procedure diagnostiche, in caso di dimissibilità dei pazienti, questi stessi vengano riaccompagnati presso i rispettivi presidi ospedalieri di tutto il territorio salentino.
L’obiettivo di questa convenzione è quello di realizzare una rete integrata di intervento che parta dal territorio e si coniughi con un’organizzazione interospedaliera, che applichi protocolli e percorsi diagnostici terapeutici concordati.
“La convenzione - comunica l’Asl Lecce 1 - va ad incrementare la reciproca collaborazione istituzionale fra le Aziende Usl salentine e offre la possibilità di sviluppare, a livello provinciale, una rete per l’emergenza coronarica, integrandola con i processi di cambiamento in atto nella modulazione dell’offeta socio-sanitaria”.

C’è un’altra sfida per Pignatelli

da "il Paese Nuovo" del 26 maggio 2006
Nel 1946, in un piccolo studio di due stanze, nei pressi di via Palmieri, il dottor Pasquale Pignatelli fondava, tra alambicchi e microscopio, il laboratorio che sessant’anni più tardi, sarebbe diventato uno fra i più avanzati in Italia. Una struttura d’eccellenza che già ha stipulato convenzioni con varie università e che ora guarda con interesse all’isituzione di una facoltà di Medicina a Lecce


C’è un’altra sfida per Pignatelli
Il Laboratorio festeggia i 60 anni ma già si guarda oltre: alla Facoltà di Medicina

Correva l’anno 1946, l’Italia si rimboccava le maniche per ricominciare daccapo, e a Lecce un giovane cardiologo, sognava per la città un laboratorio all’avanguardia.
Due stanze, con alambicchi e microscopio nei pressi di via Palmieri, in piazza Falconieri. Fu lì che Pasquale Pignatelli gettò le basi per il “Laboratorio Pignatelli” come lo conosciamo oggi, una struttura sanitaria di primo livello che celebra quest’anno il suo sessantenario.
“Il laboratorio si è sviluppato rapidamente - racconta Francesco Pignatelli, figlio d’arte - si facevano esami che qui a Lecce non faceva nessun altro. Mio padre si guardava intorno, era lungimirante e aveva capito che doveva puntare sui giovani, i laureandi o i neolaureati e permettere loro di formarsi sul campo, come aveva fatto lui alla clinica del professor Condorelli”.
Le prove di funzionalità epatica richiedevano all’epoca un impegno straordinario, un’intera giornata di lavoro; verso la fine dei ‘70 si cominciava a fare il dosaggio ormonale, esami che richiedevano tre giorni e che in Italia facevano solo a Lecce e a Milano.
“Papà era un medico che veniva dalla medicina fatta sul campo - ricorda Francesco Pignatelli - e riusciva ad anticipare i tempi. Questo lo ha portato a indirizzare i giovani verso ricerche e studi tali da poter sviluppare particolari tipi di esami che in Italia ancora pochi o nessuno era in grado di effettuare: alla fine degli anni 70 eravamo i primi a fare analisi di virologia con il metodo della biologia molecolare; già nel 90 li facevamo sui virus dell’Aids, e le nostre ricerche ci hanno messo in contatto con il professor Robet Gallo, scopritore del virus dell’Hiv”.
L’attuale sede del Laboratorio, villa Frisari, è una costruzione del ‘500, in via Martiri d’Otranto. Pasquale Pignatelli pensava che dietro l’antica facciata dell’edificio le modernissime apparecchiature potessero trovare la giusta collocazione, e così è stato: dopo una lunga fase di restauro, finalmente, nel 1991, Villa Frisari è diventata un laboratorio ad altissimi livelli, fra i più avanzati in Italia.
Sono dieci i settori specializzati: Ematologia-coagulazione, Oncologia-Endocrinologia chimica, Genetica, Virologia-Biologia Molecolare, Anatomia Patologica, Batteriologia, Immunologia (studio deficit difese immunitarie), Andrologia (studio delle infertilità), Tossicologia (droghe-intossicazioni in ambito di lavoro etc.), Batteriologia.
“Sessanta anni di sfide - comunicano dal Laboratorio - all’insegna della passione per la Medicina di Laboratorio, attraverso la ricerca, la diffusione della cultura medica e la formazione. Un piccolo esercito di camici bianchi che ogni giorno, pazientemente, senza pause, mette a disposizione dell’utenza le proprie conoscenze eseguendo le varie indagini di laboratorio che caratterizzano la vita di ogni essere, sin dal concepimento all’insegna perenne della qualità”.
Non è un caso che il Pignatelli sia diventato ormai un punto di riferimento per tutto il Sud Italia, e che sia l’unico nel Paese ad aver ottenuto l’Accreditamento di Eccellenza dal Cpa (Clinical Pathology Accreditation). E’ una sfida, partita sessanta anni fa e ancora non terminata, ed è quasi un’anomalia nel panorama salentino, dove di eccellenze come questa se ne scorgono ben poche.
Per festeggiare il traguardo dei sessant’anni si è pensato a un convegno: “Sessanta anni di Medicina di Laboratorio”, al quale prenderanno parte importanti personaggi del mondo medico a livello nazionale: il professor Francesco Dammacco (direttore del Dipartimento Scianeze Biomediche ed Oncologia Umana dell’Università di Bari), il prof. Mario Plebani (direttore del Centro di Ricerche Biomediche di Castelfranco Veneto e Dipartimento di Medicina di Laboratorio all’Azienda Ospedaliera di Padova e Presidente Nazionale S.I. Bio. C.) il prof. Lucio Pollice (già direttore del Dipartimento di Anatomia Patologica e di Genetica dell’Università di Bari), il prof. Carlo Storelli (preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università di Lecce), il prof. Oliviero Varnier (Ordinario di Microbiologia Clinica all’Università di Genova e direttore del Laboratorio di Diagnostica Microbiologica del Centro Biotecnologie avanzate di Genova).
E’ evidente lo stretto legame fra il Laboratorio e il mondo universitario, al quale è agganciato attraverso varie convenzioni che consentono di offrire ospitalità e tutoraggio per la redazione di tesi di laurea e lo svolgimento di tirocini post laurea.
Sono già realtà, in Villa Frisari, progetti di ricerca in collaborazione con alcune facoltà nel settore delle biotecnologie e della ingegneria informatica applicata alla sanità, per non parlare degli stage e dei corsi per gli studenti delle scuole medie superiori.
E’ di qualche giorno fa il ritorno in auge della proposta di istituire anche a Lecce una Facoltà di Medicina, e il Laboratorio Pignatelli non può che essere uno dei naturali alleati in questo progetto, come sostiene lo stesso dottor Pignatelli: “L’Università di Lecce - dichiara - sta vedendo crescere il proprio numero di iscritti in maniera vertiginosa; ci sono tanti giovani che vengono da tutta la Puglia e dai Paesi del mediterraneo. Perchè non farlo? Noi potremmo essere utili all’Università, all’insegnamento teorico va sempre accompagnato l’esercizio; bisogna guardarsi intorno”.
“La facoltà di Biologia - aggiunge - è matura abbastanza perchè da una sua costola si possa costituire l’embrione della futura facoltà di Medicina”. Un tema, questo, che potrà essere approfondito sabato, in occasione del convegno, al quale interverranno l’assessore regionale alle Politiche della Salute, Alberto Tedesco, il presidente Giovanni Pellegrino, il sindaco Adriana Poli Bortone e il rettore dell’Università degli Studi di Lecce Oronzo Limone.
Stefano Mele

Thursday, May 25, 2006

Comune e Provincia dialogano? Ria: “Finalmente”


da "il Paese Nuovo" del 25 maggio 2006


Comune e Provincia dialogano? Ria: “Finalmente”


“Finalmente!”. Commenta così Lorenzo Ria la ritrovata intesa fra Comune e Provincia di Lecce, dopo la volontà espressa da Poli e Pellegrino di concordare alcune scelte, come il calendario degli eventi previsti per l’estate, al fine di non creare inutili sovrapposizioni.
“Sono sempre stato convinto che il dialogo e la collaborazione fra le istituzioni siano due elementi indispensabili per il buon governo”, ha dichiarato Ria.
“Nella mia esperienza amministrativa - ha aggiunto il Consigliere provinciale - ho anche verificato che non è sempre facile tradurre in fatti concreti tali dichiarazioni di principio”.
Ma secondo Ria siamo di fronte a una serie di ripensamenti del sindaco Poli, che nel passato recente avrebbe persino ostacolato le normali relazioni fra i due enti.
Qualche episodio può servire da esempio: la Provincia chiese di utilizzare il parcheggio della stazione per gli autobus di Salentoinbus, ma l’accesso fu negato “con la celebre ordinanza sindacale - ha specificato Ria - che ha costretto migliaia di turisti a percorrere, a piedi e con le valige in mano, l’intero viale Oronzo Quarta per arrivare alla fermata autorizzata di via Bernardini”.
Ora, ha fatto notare Ria, il Sindaco rivaluta quell’ipotesi.
Ma Ria ha la memoria lunga, ed ecco un altro esmpio: “Mi fa piacere - ha dichiarato - che a proposito di edilizia scolastica, il sindaco avverta la necessità e l’urgenza di ultimare l’edificio che ospita il Liceo Artistico ancora privo di palestra e auditorium. Quattro anni fa lo stesso sindaco si era impegnata a completare la struttura, respingendo la richiesta di trasferimento dell’immobile fatta nel 2002 dalla Provincia, unico ente competente in materia di edilizia scolastica, e la piena disponibilità della stessa Provincia a terminare la struttura, trasformandola, già quattro anni fa, nel Polo artistico oggi auspicato dalla Poli”.
“Mi fa piacere - ha concluso l’ex presidente della Provincia tornando alla programmazione culturale - che si prosegua lungo la strada già intrapresa durante i miei mandati, quando grandi eventi, come il Giro d’Italia, fortemente voluto e finanziato dalla sola Provincia, furono concordati e messi a punto insieme”.
Secondo Lorenzo Ria questo è il “segno di un’attenzione che la Provincia ha sempre avuto per la sua città capoluogo”, attenzione che la Provincia ha dimostrato “partecipando ad alcune delle iniziative di Mediterranea, ad esempio con la Fondazione Ico Tito schipa e, dove ha scelto, non per caso, di tenere indimenticabili eventi culturali, di portata nazionale, come la prima di Notre Dame de Paris, i concerti di Caetano Veloso e Gilberto Gil, previsti nell’ambito del cartellone della rassegna Negroamaro”.

Wednesday, May 24, 2006

Pillola abortiva, la Poli all’Asl : dove sono i documenti?

da "il Paese Nuovo" del 24 maggio 2006

Pillola abortiva, la Poli all’Asl : dove sono i documenti?


“Nessun ostacolo alla pillola abortiva RU486”.
Livia Turco, neoministro della Sanità, non ha fatto neanche in tempo a dirlo che il sindaco di Lecce è tornato all’attacco, ricordando la propria posizione di “massima autorità sanitaria del territorio”.
Adriana Poli Bortone è tornata a chiedere alla Asl Lecce 1 la documentazione scientifica relativa alla somministrazione della pillola a cinque donne salentine in via sperimentale.
La documentazione, che la Poli ha richiesto lo scorso 28 aprile al direttore generale Gianluigi Trianni, e ai medici dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, non è mai pervenuta al Comune di Lecce, ma l’Asl Lecce 1 ha comunicato che il ritardo non è da imputare a una mancata volontà di collaborare e che sicuramente tutta la documentazione arriverà a destinazione nei prossimi giorni.
Il Sindaco ha chiarito di voler esercitare l’autorità per vigilare su una sperimentazione di interruzione volontaria di gravidanza nel rispetto della tutela sociale della maternità, della prevenzione dell’aborto e dell’assistenza non solo fisica, ma anche psicologica della donna, prima e dopo l’intervento.
Nel mirino del centrodestra è finita ieri anche l’Asl Lecce 2, a causa di alcune stranezze circa l’assegnazione del premio incentivante in favore del personale di comparto delle aree centrali.
Secondo Rocco Palese, capogruppo di Forza Italia alla Regione, è una vergogna che il premio sia stato assegnato ai dipendenti che da tempo sono in aspettativa sindacale.
“Come è possibile - ha chiesto Palese - che chi non va a lavorare da tempo venga premiato perchè lavora molto?”.
La questione, che Palese ha sottoposto all’attenzione del presidente Vendola e dell’assessore alla Sanità Alberto Tedesco, per mezzo di un’interrogazione urgente, riguarda anche l’ammontare del premio assegnato. Per i lavoratori in aspettativa , ha riferito Palese, questo è stato persino superiore (1.797 contro 500 o 700 euro).
I 160mila euro totali, destinati a premiare la produttività, sarebbero stati assegnati in gran parte a chi ha lavorato di meno.
“Nella disposizione n. 485 della direzione del personale - ha scritto Palese - si ribadisce che la contrattazione nazionale attribuisce a tale fondo caratteristiche premianti e che il premio incentivante va assegnato a figure professionali che si sono particolarmente distinte in considerazione dell’impegno profuso e della professionalità dimostrata nel corso dell’anno 2005, per la collaborazione assicurata nello studio e nella predisposizione degli atti relativi alle numerose e rilevanti problematiche affrontate, lavori che comportano encomiabile disponibilità ed una dedizione che sempre è andata al di là dell’orario ordinario di servizio presso gli uffici della Direzione Generale”.
Un criterio che non fa una piega, ma che non è stato osservato, ritiene Palese, e basta dare un occhiata all’elenco dei destinatari dei premi percapirlo.
L’Interrogazione di Palese contiene anche una (non tanto implicita) accusa di favoritismo. Il Capogruppo di Fi, infatti ha chiesto di sapere “Se in qualche modo il fatto che i dipendenti in aspettativa sono in aspettativa sindacale abbia potuto in qualche modo condizionare la decisione di assegnare loro i premi incentivanti nonostante il fatto che non lavorino da tempo”.
S.M.

Tuesday, May 23, 2006

Trianni lascia per il Ministero? Voci per destabilizzare l’Azienda

da "il Paese Nuovo" del 23 maggio 2006
Trianni lascia per il Ministero? Voci per destabilizzare l’Azienda

“Lo mandano via in maniera elegante, con un incarico al Ministero”, “lo trasferiranno in un’altra Asl”, “forse tutta la triade è da rifare”.
E’ un frinire di cicale l’Asl Lecce/1, un rincorrersi di voci da un ufficio all’altro, un continuo pettegolezzo che vorrebbe in posizione traballante la poltrona del Direttore generale dell’Azienda.
Se questo insistente vociferare sia il frutto di misteriose strategie di destabilizzazione ad opera di qualche machiavellico funzionario dell’Azienda sanitaria, o piuttosto una fuga di notizie rispetto alle reali intenzioni della Giunta regionale, si scoprirà probabilmente giovedì prossimo, quando a Bari si farà il punto sulla situazione delle Asl pugliesi e si getteranno le basi del nuovo Piano sanitario regionale.
Da ambienti vicini alla Direzione generale, intanto, arriva una secca smentita rispetto a queste notizie, che sarebbero prive di fondamento, e messe in circolazione ad arte da parte di qualcuno che ha interesse a destabilizzare l’Asl Lecce1.
La verifica alla quale sarà sottoposto l’operato dei direttori generali delle Asl pugliesi scioglierà definitivamente i dubbi, mentre intanto Paola Povero, responsabile per la sanità dei Ds e membro della segreteria regionale del Partito, avvalora la tesi dell’infondatezza delle voci che vorrebbero Trianni trasferito, dimissionario o dimissionato.
“Noi non siamo a conoscenza di fatti del genere - ha dichiarato Paola Povero - qualcuno mette in circolazione queste voci in modo strumentale. Vedremo cosa succederà fra sei o otto mesi, con l’unificazione delle Asl”.
E notizie poco confortanti arrivano proprio dall’Asl Lecce 2, dall’ospedale di Poggiardo in particolare, dove ieri il consigliere regionale Piero Manni ha effettuato un sopralluogo, insieme al candidato sindaco di “L’Altra Poggiardo”, Giuseppe Orsi.
Dal sopralluogo è emerso che il reparto di Medicina Generale, in particolare, presenta non pochi problemi, così come informano dalla Federazione provinciale di Rifondazione Comunista.
Ecco cosa ha visto la delegazione: un tapin roulant da 11mila euro mai messo in funzione perchè è assente un elettrocardiografo compatibile. Un dosimetro per test bronchiale carente dei necessari accessori che ne consentano un adeguato e corretto utilizzo. Un videobronscopio vecchio di 22 anni. La presenza di una palestra inutilizzata perchè carente di attrezzature, la mancanza di bagni sufficienti per i pazienti. A Tutte queste carenze si aggiunge anche l’inadeguatezza dei materassi, vecchi e poco consoni a una degenza ospedaliera e la presenza di tavoli per mangiare da soli due posti nelle camerate da sei posti letto.
Rifondazione Comunista, che ha segnalato queste situazione agli Uffici competenti, ha sottolineato che i problemi riscontrati sarebbero risolvibili attraverso una maggiore cura degli uffici direzionali. (s.m.)

Monday, May 22, 2006

Facoltà di Medicina a Lecce, “decide la politica”

da "il Paese Nuovo" del 21 maggio 2006


Un polo d’eccellenza, un’Azienda ospedaliera di alto livello che sappia interagire con l’Università. L’obiettivo finale è quello di istituire la Facoltà di Medicina e Chirurgia a Lecce, ma ancora prima è possibile collegare il Vito Fazzi alle Facoltà di Biologia, Fisica e Ingegneria, mettendo la ricerca universitaria a servizio della medicina. I Ds ci credono, è un punto del programma di governo della Città, sostenuto a livello provinciale, regionale e nazionale.


Facoltà di Medicina a Lecce, “decide la politica”

L’Università è scettica, ma la sfida dei Ds rientra nelle politiche nazionali. Poi annunciano: “Presto un’unica Asl”


Due obiettivi chiari e prioritari: il Vito Fazzi deve tornare ad essere un’azienda ospedaliera autonoma, non più accorpato all’Asl Lecce 1, e deve essere agganciato all’università, fino ad arrivare all’istituzione della Facoltà di Medicina a Lecce.
E’ quanto hanno proposto i Ds ieri mattina nella sede della federazione provinciale del Partito, annunciando che il perseguimento di questi obiettivi sarà oggetto di lavoro da qui ai prossimi mesi.
“E’ un progetto che i Ds stanno portando avanti a livello nazionale, regionale, provinciale e cittadino” ha dichiarato Antonio Rotundo, e si farà, ha aggiunto, indipendentemente dalle perplessità da parte dell’Università di Lecce. “A decidere - ha chiarito - è la politica”.
Tra i due obiettivi definiti come prioritari, quello dell’istituzione della Facoltà di Medicina a Lecce è certamente più complesso, ma i Ds propongono un percorso graduale che inizi con il collegamento fra l’Ospedale e le Facoltà di Biologia, Ingegneria e Fisica, che hanno molti insegnamenti in comune con Medicina.
“Non escludiamo - ha spiegato Rotundo - che possa nascere una fondazione a sostegno del progetto della Facoltà, ma ci rivolgiamo anche ai privati: alle banche, alle imprese. Con una sinergia forte il progetto diventa realistico”.
“Biologia e il dipartimento di nanotecnologie possono operare in stretto rapporto con la ricerca medica - ha aggiunto il capogruppo dei Ds alla Regione, Antonio Maniglio - in particolare con l’oncologico ci sono parecchi punti di possibile convergenza. La Facoltà, quindi, nascerebbe in un contesto di riferimento, non sarebbe una cattedrale nel deserto”.
L’idea dei Ds è che il rilancio del Vito Fazzi, con l’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia “risponderebbe alla reale esigenza, non solo per Lecce, ma anche per le Province di Brindisi e Taranto, di concorrere all’ambizioso progetto di creare un riferimento di politica sanitaria nell’ambito di una ‘grande Università del Salento’.
La presenza infatti di questa nuova facoltà, i cui corsi di laurea possono programmarsi nel tempo, porterebbe sicuramente alla promozione di programmi specifici di ricerca applicata, sviluppo tecnologico, formazione, informazione e divulgazione; l’Università intesa, quindi, come centro naturale di ricerca, con le aziende Asl e gli ospedali di cui avvalersi, attuandola nella pratica clinica medica”.
Si tratta in pratica di realizzare a Lecce ciò che è ormai da molti anni una realtà nelle città del centro-nord; ma prima che questo possa accadere è necessario secondo i Ds che il Vito Fazzi ritorni a essere un’Azienda Ospedaliera autonoma.
In altre parole si tratta di correggere il Piano Sanitario di Fitto.
“Quando il Piano Sanitario derubricò il Vito Fazzi - ha dichiarato Rotundo - avvertimmo che dietro a quella scelta c’era una logica bassa, di mera contabilità; quella scelta ha sacrificato le potenzialità che nel Vito Fazzi ci sono”. Anche Paola Povero, responsabile per la Sanità dei Ds, ha espresso lo stesso giudizio, osservando anche che inglobando il Fazzi nell’Asl “si è provocato un marasma organizzativo”.
Occorre allora tornare all’1 gennaio 2003, quando per volere del vecchio governo regionale solo le strutture nelle quali insiste il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, furono individuate quali Aziende Ospedaliere.
I due obiettivi (Facoltà e autonomia) sono dunque strettamente connessi.
C’è poi da considerare la delibera di Giunta (la 1160 dell’8 agosto 2002) attraverso la quale il vecchio governo regionale già aveva revocato la costituzione di alcune Aziende Ospedaliere pugliesi, fra le quali il Vito Fazzi, essendo venute a mancare le condizioni di legge e l’opportunità economico-funzionale per riconfermarlo tale.
Secondo i Ds, invece, le condizioni di legge sussistono, visto che nell’ospedale sono state attivate le Unità Operative di Radioterapia oncologica, Cardiochirurgia, Cardiologia interventistica ed emodinamica, Ematologia e, da qualche mese, Oncologia ed Oncoematologia pediatrica. Ci sono cioè i requisiti previsti dal Decreto del Ministero della Sanità del 29 gennaio 92, nonchè dal Decreto Legislativo 229 del 19 settembre 99 che pongono come requisito per assegnare a un ospedale lo status di Azienda Ospedaliera la presenza di Unità operative di Alta Specialità, come quelle presenti al Vito Fazzi.
L’altro requisito è appunto il collegamento con il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, la sfida alla quale i Ds stanno lavorando.
Ma le novità che i Democratici di Sinistra intendono introdurre non si limitano al rilancio dell’Ospedale Vito Fazzi, perchè questa è un’operazione che deve necessariamente essere preceduta da un abbattimento di costi inutili.
Tra questi, come annunciato nei giorni scorsi dall’assessore regionale al Bilancio, Francesco Saponaro, sono da annoverare quelli per mantenere tutte le Asl pugliesi, che quindi vanno ridotte, anche a Lecce.
“Noi lavoreremo - ha dichiarato ieri Maniglio - perchè ci sia una sola Asl nella provincia di Lecce. Non abbiamo bisogno di due Asl con identiche funzioni - ha aggiunto - ne basta una con distretti che lavorano bene. Questo accadrà anche a Foggia e, con qualche difficoltà in più, a Bari”.
Stefano Mele

Saturday, May 20, 2006

Ricerca e didattica, al Fazzi si può

da"il Paese Nuovo" del 20 maggio 2006

Il direttore generale della Asl Lecce 1 lo chiede da tempo: il Vito Fazzi diventi sede di ricerca e di didattica. Lo ha chiesto anche a Massimo D’Alema, quando ha visitato il Polo Oncologico il 31 marzo scorso. Il Vice premier ha un chiaro programma di investimenti per la sanità nel Mezzogiorno e la ricerca è uno dei punti chiave di quel programma cestinato dal governo di centrodestra . Ora che il quadro è cambiato è il momento di fare una scelta.


Ricerca e didattica, al Fazzi si può

Facoltà di Medicina e prospettive dell’Ospedale leccese, i Ds hanno una proposta

“Il Vito Fazzi dovrebbe essere sede di ricerca e di didattica”. Lo aveva dichiarato Gianluigi Trianni il 31 marzo scorso, quando Massimo D’Alema visitò il polo oncologico dell’Ospedale di Lecce per illustrare alcuni punti riguardanti gli investimenti per la sanità nel Mezzogiorno contemplati nel programma di governo del centrosinistra.
Oggi la questione ritorna in agenda, con l’incontro organizzato dai Ds sul tema “Facoltà di medicina e prospettive del Vito Fazzi”, al quale prenderanno parte i maggiori esponenti del partito della provincia di Lecce e il vicepresidente della Regione, Sandro Frisullo.
L’idea di una Facoltà di Medicina a Lecce è rimasta nel cassetto, fino a oggi, soprattutto a causa delle perplessità manifestate dal rettore dell’Università di Lecce, sulla base della semplice considerazione che mancano i fondi necessari per imbarcarsi in una simile impresa.
L’idea di Massimo D’Alema è tuttavia diversa, visto che è sua la proposta di legge, datata 5 maggio 2004, riguardante gli “interventi straordinari per la sanità nel Mezzogiorno”, nella quale il presidente dei Ds indica fra le strategie per il rilancio del Servizio sanitario nazionale lo sviluppo della ricerca biomedica.
Le risorse necessarie per garantire questo rilancio devono provenire, secondo la proposta di D’Alema, da un fondo straordinario appositamente istituito e denominato “Fondo di investimenti per la Sanità nel Mezzogiorno”.
Fra i criteri generali di intervento individuati da D’Alema c’è lo “sviluppo di forme di cooperazione e di partenariato con i centri di eccellenza, e la formazione di gemellaggi tra regioni, Asl, Università del Centro-Nord e del Meridione”. Questi interventi e altri ancora, come quelli relativi all’ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario e la formazione del personale, devono essere finanziati, seondo la proposta di legge dell’attuale Vice premier, con 2 miliardi di euro stanziati dalla Legge Finanziaria e operazioni di mutuo a carico della Regione, da effettuare con la Banca Europea degli Investimenti. A coordinare gli interventi dovrebbe essere un’apposita Cabina di regia composta, sempre stando alla proposta di legge di D’Alema, dal Ministro della Salute, che la presiede, dal Ministro dell’Economia, dal Ministro dell’Università e della ricerca scientifica o loro rappresentanti, da tre membri nominati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, integrato dalla presenza di esperti della pubblica amministrazione, del mondo medico, accademico e scientifico.
La discussione è ora incentrata su come utilizzare i nuovi fondi, e se, come da tempo suggerisce anche la Cisl, una Facoltà di Medicina a Lecce sia l’investimento opportuno. (s.m.)

Friday, May 19, 2006

Liste d’attesa, dai privati sì al Cup unico. Ma non basta

da "il Paese Nuovo" del 19 maggio 2006
Liste d’attesa, dai privati sì al Cup unico. Ma non basta

Non basterà la testa di qualche direttore generale delle Asl pugliesi a porre rimedio ad atavici deficit del sistema sanitario regionale, nè a dimezzare le liste d’attesa. Serviranno invece, solo per l’Asl Lecce 1, almeno 86 milioni di euro per pareggiare il bilancio aziendale e investimenti più accorti là dove sono realmente necessari.
Che l’Azienda versasse in condizioni disastrose risultò palese quando le manette scattarono intorno ai polsi degli ex direttori generali Ambrogio Francone e Paolo Pellegrino, per vicende legate a gare d’appalto truccate. Una triste stagione di indecenza sembrava essere giunta a conclusione per l’Asl leccese e i tempi per una svolta sembravano maturi.
Un nuovo capitolo cominciava il 6 settembre 2005, con la nomina di Gianluigi Trianni alla direzione generale. Un capitolo nuovo perchè gli uffici della direzione generale cessavano di essere succursali delle sedi di partito. Nuovo anche per i passi in avanti di Ortopedia e Oncologia, ma con alcuni, forse molti, aspetti di continuità rispetto alla precedente gestione, uno su tutti il perdurare di liste d’attesa di durata biblica, insostenibili per alcune branche in particolare: Radiologia e Cardiologia.
Nell’indifferenza del direttore sanitario, Bruno Falzea (che ha disertato l’incontro), l’Asl Lecce1 ha aperto le porte ai privati, martedì scorso, per verificare la loro disponibilità a far convergere in un unico Cup l’intera gamma delle prestazioni sanitarie, un passo necessario ma non risolutore del problema liste d’attesa.
Il dottor Piero Quarta Colosso, che ha partecipato a quell’incontro, dichiara tutta la propria disponibilità ad aderire a questa iniziativa, ma manifesta anche non poche perplessità su come la Regione e l’Asl stanno affrontando la questione: “Intendiamoci - dichiara - è un problema che non riguarda solo la Puglia, anche in altre regioni hanno le stesse difficoltà, ma bisogna avere chiari obiettivi e percorsi”.
“Arrivare al Cup unico - continua - è un passo indispensabile verso l’unificazione del sistema pubblico e privato, ma è il passo successivo che risulta complesso”.
“Il vero nodo della questione - aggiunge il radiologo - è che pubblico e privato sono due mondi differenti; se io sbaglio pago per i miei errori, ci rimetto anche economicamente, vado incontro a problemi e difficoltà; se è un direttore generale o un’amministratore a sbagliare, alla fine non cambierà nulla se il risultato del suo lavoro sarà positivo o negativo, al massimo rischia di perdere la poltrona. Noi privati paghiamo di tasca nostra quando sbagliamo; nessuno invece mette le mani in tasca ai direttori generali, sanitari, amministrativi etc. qualora commettano degli errori”.
Tutto questo porta a diversi modelli di gestione di un’azienda che secondo il dottor Quarta Colosso sono riconducibili a due categorie: burocratismo da un lato e pragmatismo, praticità, dall’altro.
E da un punto di vista pratico deve essere chiaro, per il dottor Quarta Colosso, che in Radiologia il problema non è tanto la carenza di attrezzature, ma di utilizzo delle stesse. “E’ inutile - motiva - avere gli apparecchi se non c’è chi li fa funzionare, sarebbe una follia acquistare apparecchiature se non ci sono i radiologi e questo si vede ad esempio in una struttura, come il Poliambulatorio dell’ex Vito Fazzi che è fermo il sabato e la domenica, e che anche il pomeriggio non funziona a pieno regime.
Se invece di acquistare una risonanza del valore di 2 miliardi si pagassero 2 miliardi per le prestazioni, il problema si avvierebbe a soluzione. Il problema - continua - non sono le attrezzature, ma la carenza di personale medico e la necessità di una rimodulazione dei tetti di spesa che consenta a tutte le strutture, pubbliche e private, di lavorare a pieno regime”.
Il nodo della questione è sempre quello: i soldi, quell’enorme buco nel bilancio dell’Asl Lecce1 che deve necessariamente essere colmato.
“Assistiamo quotidianamente - conclude Quarta Colosso - alle critiche che alcuni esponenti politici rivolgono, attraverso la stampa, al direttore generale o alla giunta Vendola. Chi si lamenta, però, dovrebbe rispondere come mai ha lasciato quel debito, una cifra tale da costringere i dirigenti ai salti mortali per portare avanti l’Azienda”.
Intanto, dopo la riunione di martedì scorso, alla quale hanno preso parte professionisti di varie branche, l’Asl ha comunicato ai privati l’intenzione di convocare altri tavoli di discussione sul tema, allargando la partecipazione ad altri professionisti che avranno come interlocutore il dottor Giorgio Santoro, designato da Trianni come coordinatore dei lavori volti all’abbattimento delle liste d’attesa. La priorità sarà data a Radiologia e Cardiologia e nei prossimi incontri si affronteranno separatamente, con la partecipazione di diversi professionisti, i problemi relativi alle singole branche.
Stefano Mele

Thursday, May 18, 2006

Giorni di “Note fiorite”

da "il Paese Nuovo" del 18 maggio 2006


Ecco il programma dell’evento di sabato prossimo
Giorni di “Note fiorite”

Già da venerdì 19, con l’incontro dibattito “Le sfide della floricoltura salentina nello scenario della globalizzazione”, al quale prenderà parte anche l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, l’attenzione a Leverano sarà tutta rivolta alla floricoltura, ma la terza edizione di “Note Fiorite inizierà ufficialmente alle 20.30 di sabato 20, con l’inaugurazione e la sfilata-concerto della Fanfara dei Carabinieri. Tutta la serata sarà costellata di momenti musicali dal vivo in numerosi punti del centro storico, grazie ai musicisti del Conservatorio Tito Schipa di Lecce.
Domenica mattina, invece, si inizia con la benedizione e intitolazione di una piazza del paese a Paolo Giuri, eroico carabiniere di Leverano morto 50 anni fa a seguito di un conflitto a fuoco.
Dalle 16.00 parte il Concorso di arte floreale con temi a sorpresa organizzati e giudicati da maestri della Scuola Federfiori. La gara vedrà impegnati numerosi fioristi ai quali saranno consegnate tre confezioni con dentro fiori ed articoli vari per fioristi, con i quali dovranno essere realizzate alcune composizioni floreali, che saranno valutate dai maestri di Federfiori.
Alle 17 ci sarà la donazione dei libri a cura di Manni Editore e a seguire l’esibizione delle Majorettes di Veglie e l’assegnazione dei premi. Due di questi sono intitolati a due floricoltori: Mimino Albano, pioniere della floricoltura leveranese e Antonio Frisenda, operatore prematuramente scomparso.

Leverano città cosmopolita dei fiori e del vino

da "il Paese Nuovo" del 18 maggio 2006

Leverano città cosmopolita dei fiori e del vino

L’evento del 20 e 21 maggio prossimi, previsto a Leverano, assume, insieme alla “Festa del vino novello” che si tiene ogni anno a novembre, un valore che per il comune va oltre la manifestazione stessa. “Note Fiorite” non è solo un modo per diffondere la conoscenza della floricoltura, un pezzo importante dell’economia di Leverano e un settore in cui lavorano operatori di 300 aziende circa; ma è anche una felice operazione di marketing territoriale per caratterizzare Leverano, per marcare le differenze rispetto ad altri comuni puntando non tanto sulle “pizzicarelle”, quanto sulle peculiarità e sulle eccellenze che Leverano può vantare: la produzione floricola e quella vinicola.
Entrambi i settori si sposano facilmente, senza forzature, con iniziative di tipo culturale, e ne nascono due eventi che, non a caso, sono collocati temporalmente uno prima dell’estate (“Note di Fiore”), e l’altro (Novello in Festa) a novembre, una strategia che risponde anche all’esigenza di destagionalizzare il turismo, come ha fatto notare ieri il sindaco di Leverano Cosimo Durante.
Sabato prossimo toccherà a “Note di Fiore” rappresentare Leverano, diffonderne la conoscenza e suscitare curiosità rispetto a questo comune, che in fondo è solo uno dei 99 (?) del Salento.
Lo sforzo dell’amministrazione comunale è però quello di rendere il paese differente dagli altri, di attrarre i visitatori non semplicemente vantando di avere antiche chiese o antichi edifici e un suggestivo centro storico, ma abbinando queste potenzialità a eventi e manifestazioni che rendano quel centro cornice ideale per momenti di socialità.
Così il paese cambia volto, così i visitatori saranno invogliati a pernottare a Leverano, a vivere il paese, d’inverno e d’estate, e già in questo periodo tutti i bed and breakfast sono pieni, ha fatto notare ancora il Sindaco.
E chi si troverà a passare per Leverano non avrà l’impressione di essere capitato in una desolata periferia dell’Europa, bensì in un piccolo centro che ha accolto con entusiasmo le sfide della globalizzazione, come dimostrano i tanti gemellaggi siglati dal Sindaco Durante che legano Leverano e i suoi giovani a diversi Paesi europei; l’ultimo slancio internazionale, in ordine cronologico, riguarda un progetto con la Spagna, approvato in questi giorni, che farà giungere a Leverano gruppi di ragazzi in vacanza-studio. A dimostrazione del fatto che “Note Fiorite” è sentito come un’evento non solo gradevole dal punto di vista estetico o artistico, ma anche come un veicolo di promozione del territorio, c’è la preziosa presenza di due sponsor “eccezionali”, come dichiara il sindaco Cosimo Durante: la Banca di credito cooperativo di Leverano, e l’imprenditoria locale con Tondo Gioielli che fornirà i premi: le calle d’oro e d’argento che saranno consegnate ai vincitori del concorso di arte floreale. Un premio, la calla, scelto non a caso, visto che questo fiore, prima poco conosciuto, ormai viene coltivato più del tradizionale gladiolo.

Wednesday, May 17, 2006

“Il mercato al centro, sotto la tettoia Liberty”

“Il mercato al centro, sotto la tettoia Liberty”
Rotundo al Settelacquare per ascoltare gli operatori. A quelli di Porta Rudiae dice: l’idea della Poli è di trasferirvi

Settelacquare, 11,30 del mattino. Il candidato sindaco dei Ds Antonio Rotundo fa il suo ingresso nel mercato comunale, accompagnato dal consigliere provinciale Pasquale Porpora e dalle troupe televisive di alcune Tv locali. Rotundo vuole dare un messaggio ai commercianti e alla città: “Il mercato ritorni al centro sotto la tettoia Liberty”, un sogno per molti operatori di Settelacquare che quella sede non l’hanno mai amata.
“Visitare il mercato di Settelacquare significa incrociare anzitutto le attese deluse degli operatori che vi lavorano”, motiva Antonio Rotundo, che ricorda come l’amministrazione comunale di Lecce abbia disatteso gli impegni presi circa otto anni fa con i commercianti, quando il sindaco Poli prospettò loro l’ipotesi di un trasferimento del mercato nell’area dell’ex caserma Massa.
“Nel chiudere la questione in consiglio comunale - ricorda Giuseppe De Gaetano, commerciante di Settelacquare - il sindaco disse: 'avvieremo subito l'iter per riportare il mercato al centro'. Il 5 settembre - continua De Gaetano - faremo otto anni qui dentro, in questa struttura che doveva essere una palestra in Albania e che invece è stata posizionata qui per ospitare provvisoriamente noi commercianti”.
“In Italia - commenta sarcastico Rotundo - non c’è soluzione più definitiva di una soluzione provvisoria, e questa è una dimostrazione. Non siamo solo in presenza di una promessa non mantenuta, di un impegno politico disatteso - argomenta Rotundo - ma anche di una scelta urbana incomprensibile, che cancella l’idea cara a tanti leccesi e diffusamente presente in altre parti d’Italia e d’Europa, di un mercato d’area centrale. Ieri sono stati gli operatori del mercato coperto; domani dovrebbe essere il turno degli ambulanti di Piazza Libertini”.
Non solo, ma le dichiarazioni della Poli circa l’intenzione di sgomberare il mercato di Porta Rudiae (la così detta “chiazziceddhra”) per sostituirlo con un “caffè chantant”, certo non sono state dimenticate dai commercianti di quello storico mercato.
“L’idea della Poli è quella - sostiene Rotundo - forse pensa di trasferire quei commercianti nella zona di Parco Corvaglia”.
Loro, i commercianti, non ci pensano minimamente all’eventualità di sloggiare e considerano l’argomento alla stregua di una diceria.
“Mimino” Catanzaro, però, che in quel mercato ci lavora da 45 anni e che sostiene la Destra, vorrebbe che da parte del Sindaco ci fosse una smentita ufficiale, perchè l’idea, dice, c’era, e magari qualcuno la cova ancora.
Gli affari, dice ancora il signor Catanzaro, vanno abbastanza bene, mentre nella zona di parco Corvaglia sarebbe un disastro, con tutti i supermercati che ci sono nelle vicinanze.
Chi invece di affari non ne fa più, o non come vorrebbe, sono i commercianti di Settelacquare, come racconta Giuseppe De Gaetano, che ricorda come da otto anni a questa parte molti operatori abbiano chiuso bottega, circa il 50% sostiene il signor De Gaetano, e gli altri non navigano certo in buone acque.
A vantaggio di chi va questa situazione? “Io non riesco a darmi una spiegazione dice ancora il commerciante, certo noi con il nostro mercato abbiamo rivalutato questa zona che prima era un deserto, e sicuramente chi ha investito in questa zona ci ha guadagnato, ma io credo che tutto parta dalla concezione di città che ha il Sindaco, che non concepisce il mercato al centro e non vuole sentire ragioni: 'Così voglio e così faccio'”.
Stefano Mele

Liste d’attesa, l’Asl chiama i privati. Loro contrattano

da "il Paese Nuovo" del 17 maggio 2006

Liste d’attesa, l’Asl chiama i privati. Loro contrattano

La grande novità annunciata da Trianni il 7 aprile scorso comincia a prendere corpo. Per risolvere l’annoso problema delle liste d’attesa l’Asl Lecce1 sta proponendo ai privati di inserire nel Cup aziendale il loro stock di prestazioni, proprio quello di cui si è discusso ieri mattina negli uffici della direzione generale dell’Azienda. Sette noti medici salentini hanno incontrato ieri Gianluigi Trianni: si tratta dei dottori Quarta Colosso, Pignatelli, La Grua (del laboratorio di analisi di Novoli), del dottor Leone, fisiatra leccese, dell’odontoiatra Raffaele Barbano e del dottor Ido, legale rappresentante del centro analisi clinicha Palmarosa di Lizzanello.
L’incontro dà seguito alla già annunciata strategia di ridefinire i rapporti fra la Asl e i privati, ma saranno necessari ulteriori incontri per mettere d’accordo le parti, visto che tra i presenti c’è stato chi, come il dottor Piero Quarta Colosso (nella foto), ha chiesto garanzie precise, lasciando intendere che l’operazione è possibile a patto che anche per i privati ci siano dei vantaggi, vantaggi che potrebbero arrivare dai fondi del Governo che la Regione Puglia ha destinato alle Asl proprio con lo scopo di favorire l’abbattimento delle liste d’attesa.
Del resto la Radiologia è la branca che crea maggiori problemi in questo senso, e anche i privati come Quarta Colosso devono fare i conti con lunghe liste d’attesa, come dire: abbiamo già i nostri problemi, non possiamo risolvere anche i vostri, soprattutto gratis.
A ricevere questi professionisti c’erano ieri il direttore generale Gianluigi Trianni, il dottor Bianco, dirigente dell’unità operativa Gestione rapporti Convenzionali, Gianni De Filippi (responsabile del settore convenzioni con l’esterno), la dottoressa Fusco, responsabile dell’esenzione dal Ticket per patologia, oltre che il dottor Giorgio Santoro, che Trianni ha designato come coordinatore dell’operazione “abbattimento liste d’attesa”.
Dalla riunione di ieri è emersa l’esigenza di incontrare più spesso i professionisti del settore privato, per cercare di trovare un accordo, ma di farlo con un criterio diverso, cioè una branca per volta, a cominciare da Radiologia e Cardiologia. (s.m.)

Monday, May 15, 2006

Specie a rischio, si allunga la lista

da "il Paese Nuovo" del 14 maggio 2006
La Lista Rossa dell’Iucn, l’Unione internazionale per la Conservazione della Natura, dipinge un quadro a tinte fosche: oltre 40 mila specie rischiano l’estinzione nel mondo e 266 in Italia. Secondo il Wwf, che è membro dell’Iunc, è ora che il nuovo Governo provveda a varare il Piano Nazionale per la Biodiversità, e nel Salento il biologo Fernando Boero continua a coltivare il sogno di costituire un laboratorio europeo per studiare la biodiversità marina.

Specie a rischio, si allunga la lista
Oltre 40 mila animali e piante rischiano di sparire, il Wwf chiede aiuto al Governo


La lista rossa si allunga, le specie animali e vegetali che rischiano di dire per sempre addio al pianeta terra sono circa un terzo (16.119 su 40.117) di quelle monitorate dall’Iucn, l’Unione internazionale per la Conservazione della Natura, di cui è membro anche il Wwf.
L’Italia non rappresenta certo un’eccezione e sono ben 266 le specie che gli esperti considerano a rischio: in cima squali e razze, cetacei, uccelli palustri, pesci di fiume, tartarughe marine, fiori rarissimi e ora anche i pipistrelli.
In un quadro mondiale complessivamente peggiorato il Mediterraneo e l’Italia sono oggi più che mai al centro del problema e le cause sono da ricercare nella crescente urbanizzazione, nelle tecniche di agricoltura intensiva che modificano in modo irreversibile l’ambiente e lo aggrediscono attraverso l’uso smodato di sostanze chimiche, oltre che il bracconaggio e il turismo di massa sulle coste, tutti fattori che, come ha spiegato il presidente del Wwf Italia, Fulco Pratesi, hanno seriamente compromesso la sopravvivenza di migliaia di animali e piante.
Secondo Pratesi, però, molto può essere fatto per invertire questa triste tendenza, a cominciare dal Governo: “Ci auguriamo - ha dichiarato il presidente del Wwf - che il prossimo Governo compia seri passi in questo senso approvando al più presto il Piano Nazionale per la Biodiversità e le leggi specifiche di salvaguardia di fauna e flora”.
Se il mare è sempre più povero, i cieli sempre più deserti, nei fiumi non scorrono più chiare fresche e dolci acque e persino le formiche, nel loro piccolo, scompaiono, l’intervento soccorritore del novello Noè richiede non più una sola arca, bensì molteplici piani d’azione: a livello globale il reale rispetto delle Convenzioni e del rispetto delle regole internazionali, a livello locale una maggiore attenzione rispetto alle specie “esclusive”, i così detti endemismi che corrono i rischi maggiori, proprio perchè solo in alcuni luoghi, in aree limitate, è possibile la loro stessa esistenza.
In questa direzione, ad esempio, stanno andando gli sforzi di Fernando Boero, docente di Biologia Marina all’università di Lecce, che proprio sulle biodiversità del Mediterraneo e del Salento in particolare, ha concentrato i propri studi e che vorrebbe che proprio nella provincia di Lecce nascesse un laboratorio di livello internazionale dove scienziati provenienti da tutto il mondo possano collaborare a ricerche sulla biodiversità marina, e magari scoprire nuove specie, o approfondire la conoscenza di quelle già catalogate prima che cambiamenti ambientali le spazzino via. (s.m.)

A San Donato bambini in piazza con Greenpeace

da "il Paese Nuovo" del 14 maggio 2006

A San Donato bambini in piazza con Greenpeace


I bambini di San Donato possono vantare il titolo di “Kid for Forests” e partecipare così alla campagna internazionale promossa da Greenpeace per la tutela delle foreste.
Lunedì prossimo si concluderà con una festa in piazza Municipio, alle 10.30, il progetto portato avanti dal gruppo locale di Greenpeace insieme alla scuola dell’infanzia e alla scuola elementare del paese e con striscioni, giochi e altre attività i bambini festeggeranno le ultime foreste del nostro pianeta e l’adesione alla delibera “Città amica delle foreste” da parte del Comune di San Donato, che si è impegnato a utilizzare prodotti che non provengono dalla distruzione delle foreste primarie, le più antiche della Terra.
“Kids for forests”, un progetto che Greenpeace sta portando avanti in tutto il mondo, ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare bambini e insegnanti al grave problema della distruzione illegale delle foreste del nostro pianeta ad opera delle compagnie del legno, un vero dramma, come commenta Roberto Ingrosso, di Greenpeace-Lecce: “Si conta che ogni due secondi - spiega - viene distrutta un’area di foresta grande quanto un campo di calcio e i bambini di San Donato hanno chiesto a gran voce di fermare questo scempio”.

Colombi urbani, da domani la sterilizzazione

da "il Paese Nuovo" del 14 maggio 2006

Colombi urbani, da domani la sterilizzazione


“L’amore sopra il cornicione” ha cantato Povia a San Remo, ma senza proliferazione, auspica l’Ufficio Ambiente del Comune di Lecce.
Da lunedì, infatti, inizierà la somministrazione ai Colombi di mangime antifecondativo che, come ha annunciato il dirigente dell’Ufficio Ambiente del Comune, Fernando Bonocuore, interesserà cinque aree urbane, quelle che secondo le rilevazioni sono interessate da un’elevata densità di colombi: piazza Mazzini, piazza Sant’Oronzo, piazza Duomo, piazza Libertini e villa Comunale.
Il provvedimento, giustificato dalla necessità di ridurre al minimo i potenziali rischi per la salute umana, ma anche da quella di tutelare il patrimonio storico architettonico della città, dispone la distribuzione di mangime sterilizzante nelle prime ore del mattino. A somministrarlo saranno gli operatori di Aspica-Ecotecnica che provvederanno anche a rimuovere l’eventuale mangime avanzato, per ragioni di igiene e pulizia.
In tutte le zone interessate saranno collocati dei cartelli informativi e la somministrazione sarà effettuata per cinque giorni alla settimana e per tutto il periodo riproduttivo, cioè fino alla fine di novembre, con possibili variazioni dovute alla temperatura e alle condizioni meteorologiche.

La Regione mette in riga Trenitalia

da "il Paese Nuovo" del 13 maggio 2006

Multe fino a 1,5 milioni di euro all’anno a Trenitalia se non riuscirà a garanitre agli utenti un servizio appropriato. E’ quanto prevede il contratto di servizio siglato dall’assessorato regionale ai trasporti e dall’azienda, un contratto che secondo Mario Loizzo è particolarmente vantaggioso, non più una “burla” come quello del 2001 che andava a tutto vantaggio di Trenitalia e a scapito dell’efficienza del servizio.




La Regione mette in riga Trenitalia
Siglato il contratto di servizio. Multe salate se l’azienda sarà inadempiente

Treni sporchi, ritardatari, carenti di servizi per i diversamente abili, sovraffollati e con le toilettes fuori uso, gelidi l’inverno e roventi l’estate. Un quadro tristemente noto a chi si affida alle ferrovie per viaggiare, a quanti, almeno una volta hanno fatto i conti con almeno uno dei problemi citati.
Ora, però, la Regione Puglia annuncia l’inizio di una nuova era: i treni righeranno dritto. Vietato sgarrare per Trenitalia dopo la firma del contratto di servizio per il trasporto pubblico regionale siglato dall’assessorato ai trasporti e dall’azienda.
L’assessore ai Trasporti Mario Loizzo presenta questo contratto come un documento straordinario, perchè Trenitalia andrà incontro a multe salatissime qualora gli standard qualitativi del servizio non siano rispettati. Le regole sono state riscritte, le inadempienze contrattuali potranno costare all’azienda fino a 1,5 milioni di euro l’anno, mentre il precedente contratto, quello del 2001 era “una burletta”, come lo ha definito Loizzo, perchè contemplava penali pari a 5mila euro complessivi per l’intero anno a causa di inadempienze.
Le multe, che per ogni singolo disservizio riscontrato, possono andare dai 50 ai 250mila euro, potranno essere elevate per numerose motivazioni: dai ritardi alla mancanza di pulizia, dalle porte che non si aprono fino all’aria condizionata fuori uso, ma anche per i treni sovraffollati, per modifiche non concordate al programma di servizio, per la mancata assistenza ai disabili o per l’assenza di emettitrici automatiche funzionanti.
Le sanzioni diventano poi più severe qualora lo stesso disservizio perduri, senza interventi correttivi efficaci, da parte di Trenitalia, per eliminare il problema.
La particolare attenzione verso gli utenti è testimoniata anche da una clausola che impone all’azienda di rispondere ai reclami, pena 50 euro di multa per ogni reclamo ignorato.
A vigilare sull’effettivo rispetto del contratto e a segnalare le eventuali inadempienze sarà un’apposita società esterna, individuata dalla Regione d’accordo con le associazioni dei consumatori.
“Obiettivo del contratto - ha sottolineato Loizzo - non è far cassa con le multe, ma evitare i motivi che portano alle multe”. In questo modo si cercherà di garantire un servizio più efficiente.
Il documento sottoscritto, che nei prossimi giorni sarà ratificato dalla Giunta e dal Cda di Trenitalia, detta nuove regole anche nel campo degli scioperi: “Nei giorni di sciopero - ha spiegato l’assessore ai Trasporti, tra l’altro ex sindacalista - non sarà versato dalla Regione l’intero corrispettivo, che sarà defalcato del 70%. Prima, in occasione degli scioperi, la Regione versava ugualmente il corrispettivo premiando così Trenitalia con una maggiorazione di incassi proprio mentre risparmiava sugli stipendi”.
Da parte sua, la Regione, ha garantito a Trenitalia degli investimenti nel trasporto pubblico “mettendo a disposizione - ha dichiarato Loizzo - risorse e mezzi prima del tutto inesistenti”.
Alla base del nuovo contratto, inoltre, cè una lunga trattativa che, come ha spiegato Mario Loizzo “è durata così a lungo anche perchè i corrispettivi (circa 42 milioni di euro l’anno per 7 milioni di km/treno l’anno) versati dalla Regione a Trenitalia sono fermi al 1999 senza neppure adeguarli all’inflazione”.
“La firma del contratto di servizio - ha concluso Loizzo - rappresenta un importante punto di arrivo e di partenza per la politica dei trasporti della Regione Puglia. Esso infatti caratterizza la svolta operata dalla giunta Vendola anche in materia di trasporti, in quanto consegna alle parti sociali, ma soprattutto agli utenti, uno strumento contrattualmente vincolante, qualificato ed esigibile. Il Contratto, infatti, si incentra sul rispetto della puntualità, sul miglioramento delle pulizie, sul miglioramento del comfort a bordo dei mezzi, sulla condivisione tramite preavviso di ogni variazione di servizio, sul rafforzamento del sistema informativo agli utenti”. (s.m.)