Saturday, April 29, 2006

“Vittoria!” I bloggers festeggiano

da "il Paese Nuovo" del 29 aprile 2006

“Vittoria!” I bloggers festeggiano
La voce corre, velocissima, di blog in blog, via email, fino in piazza, nelle strade, fra le associazioni e nelle sedi di partito: “Stanno distruggendo la Baia dei Turchi”, e lo sdegno si esprime con un post, la causa si può sostenere anche semplicemente con un click, invitando amici conoscenti e nemici a visitare il blog della protesta: “baiadeiturchi.ilcannocchiale.it”. In poco tempo sono decine i messaggi di sdegno per quanto sta accadendo a Otranto, le foto fanno rabbrividire non solo gli ambientalisti, ma anche chi, semplicemente, in quella spiaggia ci è stato, magari una sola volta, da turista e la ricorda in tutta la sua selvaggia bellezza.
Basta poco perchè dal popolo dei bloggers il messaggio raggiunga anche chi ha il potere di intervenire per stroncare la devastazione, e così anche il senatore Maritati, così come tanti utenti della rete, scrive al presidente Vendola: “Sollecitato da moltissimi cittadini, non solo pugliesi e salentini, chiedo il suo immediato e decisivo intervento per bloccare la devastazione della baia dei turchi(...) le foto che ho visto sul web - scrive ancora Maritati - e le notizie che ho ricevuto, mi spingono ad insistere nel chiederle un intervento rapido ed efficace, utilizzando tutti i poteri che la legge le conferisce”.
Su “baiadeiturchi.ilcannocchiale.it”, intanto, il dibattito si fa acceso, tutti sono invitati a collaborare per diffondere la notizia e allargare la protesta. Qualcuno pensa anche al sabotaggio dei lavori, ma viene subito emarginato dagli altri bloggers, altri propongono di stampare dei manifesti informativi da affigere in tutti i locali possibili.
C’è poi chi vorrebbe estendere la protesta ad altri casi di deturpazione della costa come Manuela, che scrive: “Perchè solo la baia dei turchi? Non vogliamo salvare anche la grotta monaca, le orte ecc?”
“Certo che bisogna salvare il Salento tutto intero dalla riminizzazione forzata degli ultimi tempi- rilancia Riccardo - e non solo per noi salentini che questa terra amiamo, ma per chi da anni sceglie questi posti perchè ancora puri, vergini selvaggi”. Marianna dice “Ci mangeranno tutto, ma noi proviamo a difenderci”.
I commenti, al grido di “Salviamo la baia”, sono tanti, e tra questi c’è anche chi non vuole essere strumentalizzato, come Piero Siffiero, che scrive: “E’ importante in questo momento non accettare proposte di protagonismo da parte di chi vuole fare apparire il suo nome per una causa e figurare uomo sensibile e amante della natura...aprite gli occhi perchè adesso cominciano a interessarsi in molti”. Poi, in tarda serata, arriva la notizia che si aspettava, direttamente dall’Assessore al Demanio: i lavori sono stati bloccati e la concessione decade. “Abbiamo vinto, si legge sul blog, ma dobbiamo continuare a seguire la questione da vicino (...) questo blog e la mobilitazione popolare ci hanno dimostrato che possiamo incidere".
S.M.

Friday, April 28, 2006

Surbo, c’è un segnale di cambiamento nella città che non è più il vecchio west


da "il Paese Nuovo" del 28 aprile 2006


Surbo, c’è un segnale di cambiamento nella città che non è più il vecchio west


Nell’immaginario collettivo evoca spesso fatti di sangue, episodi di macro e micro criminalità, ma Surbo adesso vuole voltare pagina, smarcarsi definitivamente da questo stereotipo che oggi è più che mai distante dalla realtà.
Lo ha voluto sottolineare con forza, ieri, l’Amministrazione comunale nel corso del convegno “Sviluppo e Legalità”, occasione per presentare i risultati di una ricerca effettuata dall’Associazione Antiracket di Lecce, presieduta da Carlo Miccoli.
Secondo questo studio, che l’assessore alle Politiche del Lavoro Pietro Mancarella, ha seguito da vicino, il fenomeno delle estorsioni e dell’usura è stato ridotto praticamente a zero. “Lo scenario - ha commentato l’Assessore - è completamente cambiato rispetto agli anni ‘90, non ci sono più fenomeni di usura e racket”.
Nel questionario compilato in forma anonima da piccoli, medi e grandi imprenditori che operano a Surbo si chiede anche di specificare se negli ultimi cinque anni la situazione è migliorata, peggiorata o è identica. Come ha illustrato il presidente dell’Associazione Antiracket “il 75% degli interpellati ha risposto che c’è stato un miglioramento, il 25% che non è cambiato nulla, ma nessuno ha riscontrato un peggioramento”.
Il risultato della ricerca è, secondo l’Amministrazione comunale, il segno di un cambiamento, un cambiamento necessario, come ha sottolineato il sindaco Antonio Cirio “per lo sviluppo e la crescita del nostro paese, per consegnare alle nuove generazioni un paese migliore, in cui lavoro e sicurezza siano garantiti”.
Nella sala consiliare del Comune, gremita di cittadini, c’era anche, fra i relatori, il Colonnello Luigi Robusto, Comandante provinciale dei Carabinieri, che proprio sulle nuove generazioni ha voluto concentrare l’attenzione: “I giovani - ha dichiarato - sono la purezza, che negli adulti spesso manca, noi ci dobbiamo battere perchè quella purezza rimanga intatta, perchè i giovani non debbano difendersi dagli adulti. Come carabinieri stiamo tentando di avvicinarci ai giovani nelle scuole, per far comprendere che non siamo dall’altra parte della barricata, anche se a volte, quando svolgiamo il nostro dovere siamo impopolari”.
“Questa città - ha proseguito il Colonnello Robusto - passa per essere turbolenta, un luogo dove non c’è la disciplina che vorremmo ci fosse. Il carabiniere qui non ha vita facile. Ci vuole l’impegno di tutti per cambiare davvero e forse riusciremo a fare più bella questa città”.
Alla base del cambiamento non c’è solo lo sviluppo economico, che pure ha investito Surbo negli ultimi anni, ma anche la legalità, la cultura della legalità. I due temi sono strettamente collegati, come ha spiegato il professor Giovanni Leone: “La legalità è un valore - ha detto - che deve essere acquisito e far parte della vita quotidiana”. Dove c’è lo sviluppo ci sono anche i presupposti perchè la cultura della legalità attecchisca e viceversa.
E non sono solo il tragico fatto di sangue, l’auto bruciata, la rapina (o altri deprecabili reati) a far capire che la cultura della legalità è carente, i segnali sono tanti, a partire dal giovane senza casco, che crede di non dover rispettare le leggi, per finire con l’imprenditore “furbo” (e ce ne sono tanti nel Salento) che non è una risorsa ma un intralcio per lo sviluppo di un territorio.
“Ci sono imprenditori - ha dichiarato il capitano della Guardia di Finanza Pasquale Scalone - che lavorano senza emettere fattura, o che fatturano cifre diverse da quelle incassate, c’è chi gonfia le fatture e chi si avvale del lavoro nero. Tutto questo va a discapito del contribuente onesto. Con la scorciatoia dell’illecito fiscale crea anche dei problemi agli altri imprenditori, alle altre aziende”. Così si frena lo sviluppo, ed è per questo che da più parti è stato ribadito che sviluppo e legalità in un territorio vanno di pari passo.
“Vi è uno stretto legame fra un tessuto sano e un’economia sana - ha commentato il vice Prefetto di Lecce, la dottoressa Daniela Lupo - il nostro dovere è far sentire le istituzioni vicine al cittadino, comprendere la sua esigenza di sicurezza e assicurare i diritti minimi garantiti dalla legge”.
E’ così che si abbattono le barricate, alle quali fa riferimento il Colonnello Robusto, ma non basta; “Occorre garantire ai giovani un futuro e un lavoro - ha dichiarato l’assessore Mancarella - ed è quello che stiamo tentando di fare attraverso la formazione professionale, un’opportunità in più che questa amministrazione vuole offrire. E’ necessario inoltre impegnarsi affinchè la forte espansione economica che ha interessato il nostro territorio significhi aumento dei livelli occupazionali” cosa che a Surbo è avvenuta solo in parte: “Gli ultimi dati sull’occupazione - ha spiegato Pietro Mancarella - ci dicono che a Surbo abbiamo 2.332 disoccupati e che nel nostro paese lavorano 786 persone. Di questi, però, solo 209 sono di Surbo, gli altri sono diciamo fuori sede”. Questo, secondo l’Assessore, è inaccettabile, perchè potrebbe significare che le assunzioni in passato sono avvenute tramite criteri poco chiari, penalizzanti per gli stessi surbini.
Il passo in avanti di Surbo è comunque da premiare, così come il lavoro delle forze dell’ordine che hanno saputo stroncare il fenomeno del racket delle estorsioni e rendere Surbo, più in generale, un paese più tranquillo che oggi, come ha dichiarato ieri sera il presidente dell’Associazione Antiracket, Carlo Miccoli “può finalmente scrollarsi di dosso la nomea della città sempre alla ribalta della cronaca nera”.
Stefano Mele

Thursday, April 27, 2006

Un calendario fitto di dibattiti e preghiera


da "il Paese Nuovo" del 26 aprile 2006


Un calendario fitto di dibattiti e preghiera


Sarà un grande evento. Per le personalità che saranno a Lecce, primo fra tutti il Segretario di Stato Vaticano Cardinale Angelo Sodano, e per il significato religioso che il Congresso Eucaristico Diocesano porta con sè.
La Celebrazione, che avrà luogo dal 6 al 14 maggio prossimi, sarà preceduta da una settimana di preparazione con tavole rotonde e momenti di preghiera a partire dal 1° maggio, quando si discuterà di “Lavoro e Festa e quando, dopo la Celebrazione dell’Eucarestia nella Cattedrale si procederà all’accensione della “fiaccola della speranza”. Martedì 2 maggio sarà dedicato alla preghiera per le Cocazioni di Vita Consacrata. Seguirà il “triduo eucaristico di preparazione” (il 3, 4 e 5 maggio).
Sabato sei alle 19.30, in piazza Duomo, si aprirà il Congresso: “L’Eucarestia, speranza del mondo”, con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Angelo Sodano, e con la lettura del messaggio di quattro pagine inviato da Benedetto XVI alla Chiesa di Lecce.
IlCardinale Sodano che sabato 6 farà visita al Palazzo di Città, sarà a Lecce anche domenica, quando alle 11.00 presiederà la celebrazione del Sacramento del Battesimo nella Cattedrale. In piazza Duomo ci sarà poi, alle 18.00, la celebrazione dell’Eucarestia di Prima Comunione, presieduta da Monsignor Cosmo Francesco Ruppi.
Il Congresso prosegue, da lunedì, con delle giornate tematiche. Si comincia con “L’Eucaristia, speranza di vita”, la giornata dedicata al volontariato: alle 12.00 la Supplica alla Madonna di Pompei nella Basilica del Rosario, poi dalle 17.30, sempre nella stessa Basilica una tavola rotonda con la partecipazione di Monsignor Cristoforo Palmieri, Vescovo di Rreshen (Albania) e Monsignor Vittorio Nozza, Direttore della Caritas Italiana. Martedì 9 sarà la “Giornata della Famiglia” e avrà inizio, per il Clero, con il ritiro spirituale guidato da Padre Raniero Cantalamessa nella Basilica del Rosario. Sempre lì, dalle 17.30, padre Cantalamessa terrà la sua Catechiesi. Mercoledì 10 maggio, “Giornata delle Aggregazioni Laicali, Movimenti e del Cammino” Monsignor Francesco Lambiasi, assistente nazionale di Azione Cattolica, terrà la Catechiesi sul tema “L’Eucaristia, annuncio di Cristo risorto”.
L’11 maggio alle 10.00 si riparte, al Duomo, con la Celebrazione Eucaristica per le scuole cattoliche, presieduta da Monsignor Michele Seccia, Vescovo di San Severo. Alle 19.00 avrà invece inizio la processione dalla Chiesa di San Lazzaro fino a piazza Duomo per la benedizione eucaristica e l’adorazione guidata da Salvatore Martinez a partire dalle 21.00.
Particolare importanza avrà, il 12 maggio, la celebrazione dell’Eucaristia nel carcere, che sarà fatta dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Papa e nell’ospedale Vito Fazzi dal vescovo di Ugento, monsignor de Grisantis. Sempre nella stessa giornata, dedicata alla “Ministerialità laicale” interverrà l’arcivescovo di Bari, Franco Cacucci con la catechiesi su “L’Eucaristia, testimonianza della carità”. Sabato 13, “Giornata dei religiosi e degli istituti secolari” sarà celebrata l’Eucaristia in rito cattolico-bizantino presieduta da monsignor Ercole Lupinacci, vescovo di Lungro e la partecipazione del Cardinale Salvatore De Giorgi. Domenica 14, giornata conclusiva del Congresso, sarà celebrata in Cattedrale l’Eucaristia con il conferimento del Sacramento della Confermazione. A chiudere il congresso, dopo la consueta celebrazione eucaristica delle 19.30, sarà il messaggio di monsignor Ruppi.

Immigrazione, Lecce è un esempio

Immigrazione, Lecce è un esempio

“Nel Sacramento dell’Altare si attinge il vigore spirituale necessario per assolvere agli impegni apostolici del momento presente, specialmente quando si tratta di interventi di frontiera, quali l’accoglienza dei profughi e degli immigrati, a cui da anni la Chiesa di Lecce attende con esemplare generosità”. Sono parole di Benedetto XVI, ed è solo un’anticipazione della lettera che il Papa ha inviato alla Chiesa di Lecce, come augurio per il Congresso Eucaristico Diocesano che si svolgerà dal 6 al 14 maggio prossimi. Il testo integrale del messaggio sarà letto all’apertura del congresso, la sera del 6 maggio, quando il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Angelo Sodano, sarà a Lecce per presenziare all’evento.
Nel suo messaggio il Papa ricorda il congresso di Lecce di 50 anni fa, e anche le parole di Giovanni Paolo II, il suo “amato predecessore”, nella visita fatta a Lecce il 17 e 18 settembre del 1994.
Benedetto XVI non omette di ricordare che 50 anni fa, in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale, era presente a Lecce anche il Cardinale Roncalli, che di lì a poco sarebbe stato eletto Papa, Giovanni XXIII.
Non mancano, nel messaggio di Benedetto XVI, i riferimenti ai santi della nostra terra, da San Pio da Pietralcina a Filippo Smaldone, “l’apostolo dei sordomuti”.
Il riferimento all’accoglienza dei profughi e degli immigrati “ a cui da anni la Chiesa di Lecce attende con esemplare generosità”, è tuttavia l’aspetto più significativo per la Diocesi, l’unico passaggio diffuso alla stampa prima dell’apertura del Congresso. Vuole essere la parola del Papa a sgomberare il campo dalle ombre calate sulla Chiesa di Lecce in seguito alle vicende giudiziarie che hanno colpito Don Cesare Lodeserto. E c’era anche lui, ieri mattina in piazza Duomo, quasi di passaggio, per scambiare qualche battuta con l’Arcivescovo e con i giornalisti: l’Italia non mi interessa più, ha dichiarato, ora voglio dedicarmi alle missioni all’estero, alla Moldavia, e forse anche alla scrittura.
Ho avuto una proposta da alcuni Gesuiti americani, l’idea è quella di scrivere un libro.”

La memoria di quel lontano 1956


da "il Paese Nuovo" del 27 aprile 2006

Sono passati cinquant’anni da quando, nell’aprile-maggio 1956 Lecce ha ospitato il Congresso Eucaristico Nazionale, sotto il pontificato di Pio XII. Quel Congresso si concluse il 6 maggio del 1956 e il prossimo 6 maggio la Diocesi di Lecce intende dare un seguito ideale a quell’evento lontano, celebrando il Congresso eucaristico diocesano, con la visita del Cardinale Sodano e due settimane di preghiera, riflessione e musica. Il messaggio di Ruppi parla di speranza.


La memoria di quel lontano 1956

La Diocesi impegnata per il suo Congresso eucaristico. Come 50 anni fa

Correva l’anno 1956, quello della grande nevicata, di Kruscev che leggeva il rapporto segreto sui crimini di Stalin, al ventesimo congresso del Pcus.
I leccesi di vecchia generazione hanno bene impresso nel ricordo, però, un altro congresso, che si è svolto a Lecce dal 29 aprile al 6 maggio dello stesso anno. Si tratta del XV Congresso Eucaristico Nazionale, sul tema: “L’Eucaristia, sacramentum umanitatis, vinculum charitatis” (l’Eucaristia, sacramento di unità e vincolo di carità). Era il pontificato di Pio XII ,al secolo Eugenio Pacelli, che non riuscì ad essere fisicamente presente a Lecce; il suo messaggio ai fedeli (i trecentomila confluiti nell’attuale piazza Mazzini) fu trasmesso per radio, ma fra gli ospiti illustri, ricorda l’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi, c’era anche il Patriarca di Venezia, Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, che arrivò a Lecce con un aereo militare messo a disposizione dalle autorità di Venezia. Il futuro papa Giovanni XXIII, il “papa buono” era a quel congresso, così come numerosi vescovi e sacerdoti accorsi da tutta Italia, esponenti del governo di Mario Scelba e del Laicato Cattolico.
“Il Congresso Eucaristico Nazionale di Lecce - scrive monsignor Ruppi in L’Eucarestia speranza del mondo - tra la fine della seconda guerra mondiale e il Concilio Vaticano II (...) approfondisce la dimensione ecclesiale e sociale dell’Eucarestia, aprendo la strada ai nuovi fermenti ecumenici, alla pastorale famigliare e al rinnovamento pastorale. Si sente già nell’aria qualcosa di nuovo, che esploderà nel Vaticano II e troverà nella Eucharisticum Mysterium di Paolo VI la sua esplicitazione”.
Il 6 maggio 1956 si concluse il Congresso eucaristico nazionale e il 6 maggio 2006, si aprirà il Congresso eucaristico diocesano, in una città profondamente cambiata, non solo perchè la piazza dei trecentomila non porta più quel nome e per l’evoluzione-rivoluzione urbanistica intervenuta rispetto al grande evento di cinquant’anni fa, ma anche e soprattutto per il progressivo allontanamento di tanti fedeli dalla Chiesa, e quindi dall’Eucarestia: “Che tristezza - scrive ancora monsignor Ruppi - vedere i piccoli accostarsi alla mensa eucaristica con tanto affetto e tanta devozione e i genitori, gli adulti, i lavoratori, i professionisti, uomini e donne, affannati e affaticati, starsene lontani, freddi, increduli...”. Proprio per questo, è il messaggio centrale di questo Congresso, occorre restituire alle persone la speranza, ed è questo il significato stesso dell’Eucaristia, la speranza per il mondo che cambia, per il modo di vivere la fede che è cambiato.
“Non lo dimentico mai - scrive Ruppi - Quando arrivai a Lecce, il 29 gennaio del 1989, rimasi colpito dal fervore della gente e dallo splendore della cattedrale: tutto era bello, ordinato, solenne, con il caro mons. Mincuzzi, che mi consegnava il pastorale...L’indomani feci un giro privato, per vedere i paesi più vicini. Arrivato nella chiesa di San Pietro in Lama, rimasi colpito: verso le undici di mattina, c’erano tre donne inginocchiate dinanzi al Santissimo, facevano l’adorazione, come facevano tutti i giorni: E’ bello - dissi al vecchio arciprete - vedere la gente, inginocchiata dinanzi al Santissimo! Così cammina la Chiesa”.
Un’immagine di un Salento fermo nel tempo, da cartolina, apparentemente impenetrabile da parte della modernità. Un Salento che non esiste più, manifestazioni di fede che vanno scomparendo, oscurate da quella sempre più fitta schiera dei “non praticanti”, che la domenica affollano gli stadi e non più le chiese. In occasione di questo cinquantenario e precisamente la notte fra il 13 e il 14 maggio, i giovani, ha auspicato ieri in un incontro con i giornalisti Cosmo Francesco Ruppi, saranno in “adorazione notturna”, in attesa di San Lazzaro, subito dopo aver assistito al concerto di Branduardi in piazza Duomo.
Ci saranno davvero tanti giovani? In un certo senso è anche una prova per l’Arcivescovo. Non è solo l’occasione per riprendere i grandi temi del Concilio Vaticano II o del sinodo diocesano, come lo stesso Ruppi scrive, ma anche per tirare le somme di un episcopato che probabilmente si avvia a conclusione e che sarà ricordato anche per questo Congresso che come ha spiegato l’Arcivescovo nel suo messaggio “è l’applicazione diretta del Sinodo diocesano, che ha approfondito la comunione ecclesiale tra le persone e le comunità, come sviluppo e conseguenza della comunione Eucaristica”.
Stefano Mele

Tuesday, April 25, 2006

Marijuana sequestrata per 1 milione di euro

da "il Paese Nuovo" del 25 aprile 2006

La droga, 266 chili, è stata trovata abbandonata insieme a un gommone sulla costa idruntina. Inutili gli appostamenti dei carabinieri per sorprendere i trafficanti

Marijuana sequestrata per 1 milione di euro


Marijuana per 1 milione e 100mila euro, pari a 266 chilogrammi, divisa in 262 panetti.
E’ quanto è stato sequestrato domenica scorsa dai carabinieri della motovedetta CC 806 Arena, impegnati nella perlustrazione della costa idruntina. Proprio in località Orte, luogo che in passato era particolarmente interessato da sbarchi di clandestini (correvano gli anni 1999 e 2000) l’equipaggio della motovedetta ha individuato, intorno alle 18,00 un gommone semiaffondato, munito di motore, ma senza nessuno a bordo.
Pochi metri più in là, nascosti fra gli scogli, i 266 chili di marijuana e un altro motore marino fuoribordo.
Avvertito il comando di Maglie, è iniziato l’appostamento, durato tutta la nottata di domenica, fino alle prime luci di ieri. L’obiettivo era quello di sorprendere i destinatari della droga, che però hanno rinunciato a recuperare la sostanza.
I Carabinieri di Maglie, agli ordini del Luogotenente Angelo Scarcia, proseguono ora le indagini, anche se, con il trascorrere dei giorni, si fanno sempre più labili le possibilità di rintracciare i colpevoli e di capire se, oltre al quantitativo di droga sequestrata, il gommone trasportasse altra droga, armi, o un carico di clandestini.
Secondo il maresciallo Scarcia quest’ultima ipotesi è remota, visto che ormai da diversi anni il flusso di clandestini sulle coste del Salento è stato praticamente azzerato; non si può dire lo stesso, però, per il traffico di sostanze stupefacenti e armi, un giro d’affari considerevole per la criminalità organizzata.
Negli ultimi mesi il pattugliamento delle coste, ad opera delle forze dell’ordine, ha portato al sequestro di stupefacenti e, in alcuni casi anche all’arresto dei trafficanti, ma i 266 chili di marijuana sequestrati a Otranto dimostrano che le nostre coste erano e continuano ad essere il punto d’approdo del traffico internazionale di stupefacenti, e questo nonostante gli enormi sforzi fatti non solo dalle forze dell’ordine, ma anche dai governi (italiano e albanese) per contrastare il fenomeno già in partenza, dalle coste dei Balcani, oltre che all’approdo, in Italia.
Se il traffico di clandestini ha cambiato rotta, quindi, quello della droga è tornato a percorrere (o non ha mai cessato di farlo) la rotta di sempre che arriva nel Salento, dove evidentemente persistono organizzazioni malavitose in grado di fornire supporto logistico e organizzare lo smistamento della merce.
La domanda, del resto c’è, ed è forte, visti i quantitativi sequestrati non solo in questa occasione.
Se il valore sul mercato di 266 chili di marijuana ammonta a un milione e 100mila euro (secondo la stima fatta dai carabinieri) significa che qualcuno è ingrado di sborsare quella somma, visto che presumibilmente il grosso quantitativo non viene rivenduto “al dettaglio”. Secondo Luigi Robusto, Comandante provinciale dei Carabinieri il ritrovamento di un quantitativo di droga così alto non è che “la punta dell’iceberg” di un ingente traffico di stupefacenti per migliaia di tonnellate ogni anno. Un giro d’affari incredibile.
S.M.

“La Colombia dell’Est si chiama Albania. Il traffico? Mai smesso”

da "il Paese Nuovo" del 25 aprile 2006

Parla il Comandante provinciale Luigi Robusto
“La Colombia dell’Est si chiama Albania. Il traffico? Mai smesso”


“E’ la punta di un iceberg. Se ci sono 266 chili di droga lasciati sulla scogliera significa che ci sono altri milioni di chili di stupefacenti che dall’Albania giungono sulle nostre coste”.
Il comandante provinciale dei Carabinieri, Luigi Robusto, interpreta così il sequestro di droga effettuato la scorsa domenica in località Orte. I trafficanti, spiega, hanno solo selezionato la merce; prima contrabbandavano sigarette, vite umane e droga, ora l’attività criminale è concentrata su quest’ultimo settore, un giro d’affari per milioni, miliardi di euro.
“Questo traffico - dichiara Robusto - sostiene l’economia albanese. Non è un’esagerazione affermare che l’Albania è la Colombia dell’Est”.
Il dubbio che si insinua è che l’Albania non faccia abbastanza per contrastare fenomeni di questo tipo, e che il flusso di droga dal Paese delle Aquile all’Italia non si sia mai arrestato. “Io penso che il traffico di stupefacenti - dichiara Luigi Robusto - non si sia mai veramente interrotto. Ora appare di più perchè non c’è il traffico di vite umane e quindi l’attenzione si concentra di più su questo. Oltre alla droga, poi, non possiamo escludere che le le organizzazioni criminali facciano arrivare in Italia carichi di armi. Certo, non ricordo un sequestro di armi trasportate su un gommone, ma quando scopriamo armi di fabbricazione dell’est nascoste nel Salento possiamo facilmente immaginare quale sia la loro provenienza”.
Armi e droga, quindi transitano dall’Albania verso l’Italia, passando per il Salento e questo nonostante i controlli serrati da parte delle forze dell’ordine, e nonostante il governo italiano e quello albanese abbiano siglato degli accordi bilaterali volti a contrastare fenomeni di questo genere. Si tratta di accordi che interessano le forze dell’ordine di diversi paesi, chiamate a operare in modo sinergico adottando un piano d’azione comune.
Quelle misure, che hanno funzionato per il contrasto all’immigrazione illegale, hanno prodotto esiti positivi contro altri generi di attività criminali e di traffici illeciti (come quello della droga), senza però ottenere gli stessi risultati. Questo, secondo il Colonnello Luigi Robusto, dipende soprattutto dalla difficoltà, da parte dello Stato albanese, di chiudere i rubinetti, ma anche dal fatto che qui in Italia c’è una forte domanda di droga, e cioè ci sono tanti, troppi giovani che la comprano e ne fanno uso.
Non solo, ma nel Salento persistono, secondo Robusto, organizzazioni criminali forti in grado di fare da sponda ai traffici. “C’è sempre un’organizzazione che fa da sponda - dichiara il Comandante dei Carabinieri - e in questa organizzazione non ci sono mai solo cittadini albanesi, semmai la Scu si serve della criminalità albanese. Chi dice che la Scu è stata sgominata - continua - sbaglia, mi dissocio totalmente; se così fosse non esisterebbero i fatti criminosi che ancora vediamo. Probabilmente c’è anche chi continua a comandare da dentro il carcere, come faceva Rogoli”.
La tesi secondo cui il vuoto di potere lasciato da una Scu decapitata avrebbe lasciato il campo libero alle bande provenienti dall’est, quindi, sarebbe tutta da verificare, mentre il fenomeno nuovo sarebbe un altro: “Non ricordo di organizzazioni malavitose tutte albanesi - spiega Robusto - il fatto nuovo è invece che in Albania la criminalità ha cominciato a organizzarsi secondo modelli importati dall’Italia, modelli che hanno esportato i nostri criminali che si sono insediati lì”.
L’aspetto più allarmante di questa problematica riguarda comunqe, secondo Robusto, non tanto le difficoltà che l’Albania incontra nel far rispettare le leggi, o il buon esito o meno degli accordi bilaterali fra quel Paese e l’Italia, nè il fatto che il traffico di droga pesi in modo così significativo nell’economia albanese. Il problema più grande riguarda la nostra società e i nostri giovani, a quello che viene insegnato loro nelle scuole, ma soprattutto a quello che trovano fuori dalle aule, dopo il diploma, nella vita reale: “I Carabinieri - dice Robusto - entrano nelle scuole, dialogano con gli studenti, si pongono nei loro confronti in un modo nuovo, perchè cercano di cancellare degli stereotipi negativi o sbagliati che ruotano spesso intorno alla figura dei tutori dell’ordine. Solo in questo modo si può trasmettere una cultura della legalità. Tutto questo però è inutile se i modelli sociali fuori dalle aule sono improntati sull’illegalità, se un giovane cresce dovendo accettare tanti compromessi, se è costretto a lavorare in nero magari presso un noto avvocato o un noto professionista, se i così detti colletti bianchi, simbolo di una sottocultura dominante, trasmettono modelli che sono il contrario di quelli che cerchiamo di trasmettere nelle scuole”.
Stefano Mele

Monday, April 24, 2006

L’Asl a muso duro contro Palese. Manni: “Infantile”

da "il Paese Nuovo" del 23 aprile 2006

L’Asl a muso duro contro Palese. Manni: “Infantile”

Una secca smentita dall’Asl Lecce1 e l’accusa di infantilismo da parte del consigliere regionale Piero Manni.
Rocco Palese ha ottenuto per ora queste risposte agli interrogativi posti sui presunti casi di malasanità nella Asl Lecce1. Le critiche del consigliere forzista sono secondo l’Azienda anacronistiche, visto che i casi sarebbero stati tutti risolti in tempo reale.
“Alcune settimane fa - fa sapere l’Asl Lecce1 - si è manifestato un caso di scabbia presso l’Ospedale di Campi Salentina e il tempestivo intervento di profilassi posto in atto dall’equipe medica ne ha impedito la diffusione. Il reparto di Neuroradiologia del Vito Fazzi dispone ora di ben due stampanti per la lettura dei referti della Tac e della Risonanza magnetica. Il computer destinato al Trim prob, sofisticata apparecchiatura di monitoraggio dei tumori della prostata, era stato già acquistato ed è in corso l’implementazione del software da parte della ditta produttrice”.
Quanto ai disservizi circa la Risonanza magnetica con mezzo di contrasto, l’ultimo in ordine cronologico dei casi di malasanità denunciati da Palese, l’Asl chiarisce che i problemi sono stati risolti per ovviare alle legittime esigenze dei cittadini.
L’azienda, comunica l’Asl in una nota “sta procedendo sostanzialmente a dotare di adeguate apparecchiature tutte le strutture, colmando così le gravi carenze ereditate dalla precedente gestione.
Meno tenero nei toni è il consigliere regionale Piero Manni (Prc) che accusa Palese di riempire i giornali con bufale: “La vicenda di un ricoverato di scabbia - ha dichiarato Manni - diviene per Palese casi di scabbia, quasi un’epidemia”. Palese però, sottolinea Manni, “ha rimosso il focolaio di scabbia partito nel 2003 dall’ospedale di Tricase e diffusosi sul territorio, messo a tacere nonostante le dimensioni”.
Manni precisa inoltre che il Trim Prob, il computer rubato dal Vito Fazzi, è stato prontamente sostituito con uno nuovo, che potrà entrare in funzione solo attraverso l’implementazione del software, operazione lenta perchè una sola azienda in Italia sarebbe in grado di soddisfare questa esigenza. Palese, insomma, è secondo Manni, ridicolo nel suo tentativo di distorcere la realtà, come per la questione della Risonanza magnetica con mezzo di contrasto. I casi di rinvio, infatti, sono stati solo quattro e dovuti allo stato di agitazione degli anestesisti. “Questo rapporto conflittuale - ha dichiarato Manni - lo ha provocato l’amministrazione Fitto” che ha avallato forme contrattuali svantaggiose per i lavoratori.
“Per fortuna della Regione - ha dichiarato ancora Piero Manni - non tutta l’opposizione ha l’atteggiamento polemico e strumentale di Rocco Palese, il quale ha forse l’età giusta per smetterla con l’infantilismo che, come gli sarà certo noto, è lo stadio estremo dell’impotenza civile”. (s.m.)

Il Pdci avverte: "No a Castoro o sarà rottura"

da "il Paese Nuovo" del 23 aprile 2006

Il Pdci avverte: "No a Castoro o sarà rottura"

“La coalizione che sosterrà Castoro dovrà assumersi la responsabilità di aver lasciato fuori dall’Unione il Partito dei Comunisti Italiani determinando una grave rottura ad un anno dalle elezioni amministrative nella città”.
I Comunisti Italiani hanno così ribadito ieri mattina il proprio no alla candidatura di Giovanni Castoro alla presidenza della Circoscrizione Rudiae Ferrovia, e questo perchè Castoro, fuoriuscito da Forza Italia, non è un candidato “organico al centrosinistra”.
Dal canto suo Giovanni Castoro, primo promotore della battaglia per “salvare Parco Corvaglia”, ha ribadito la sua presa di distanza dal partito di Berlusconi. “Sono passati molti mesi - spiega Castoro - da quando ho lasciato Forza Italia ed il centro destra. Le vicende che mi hanno portato a prendere quella decisione sono chiare, meditate, limpide ed a voi note”.
Giovanni Castoro preferisce parlare dei problemi della Città, e di quelli che a suo giudizio sono i segni della disgregazione dell’Amministrazione Poli “ormai incapace - dichiara - di dialogare con i cittadini e sempre più chiusa in una ristretta cerchia autoreferenziale di persone che pretenderebbe di comandare ed imporre le sue scelte alla città (con le buone o con le cattive) e capace ormai solo di vendicarsi, di distruggere e di commissariare tutto e tutti.
Un continuo mostrare i muscoli e prevaricare che sta sempre più allontanando le persone semplici e i moderati da un’amministrazione comunale ormai allo sbando che rischia di trascinare nel suo processo di autodistruzione tutta la città”. I fatti di Parco Corvaglia, secondo Castoro, non sono altro che la dimostrazione dell’autoreferenzialità dell’amministrazione Poli che, dice Castoro, “attua le scelte senza aver sentito cosa pensa la gente” e, nella questione specifica del Pru di San Pio, senza consentire al consiglio circoscrizionale di esprimere il suo parere consultivo.Quanto alla svolta a sinistra dell’ex presidente della Circoscrizione, questa diventa una naturale conseguenza dell’appoggio e della solidarietà che esponenti e militanti del centrosinistra hanno accordato in questi mesi a Castoro, che aggiunge: “Abbiamo sentito vicino la Regione Puglia e l’Assessore Barbanente ed abbiamo avvertito il profumo di nuovo che emana la Primavera Pugliese e le speranze che la vittoria di Nichi Vendola ha suscitato in gran parte della popolazione leccese. Castoro si presenta all’elettorato, che il 28 e il 29 maggio eleggerà il nuovo consiglio di quartiere, come il candidato che, al di là degli schieramenti, mette al primo posto i cittadini, non solo quelli di sinistra: “Per tutelare i propri diritti - dichiara - la gente del quartiere ha deciso di scendere in campo e di presentare liste civiche ed io ho messo a loro disposizione la mia persona come candidato presidente. I cittadini del quartiere chiedono al centrosinistra e a tutte le persone che non condividono le scelte dell’amministrazione Poli di dare loro una mano”. (s.m.)

Spiagge, stop al ripascimento e avanti con la stangata fiscale

da "il Paese Nuovo" del 23 aprile 2006

Spiagge, stop al ripascimento e avanti con la stangata fiscale

Con la sabbia non si fanno affari. La stagione turistica è arrivata, i primi bagnanti sono spuntati sulle spiagge del Salento e i lavori per il ripascimento degli arenili sono sempre al punto di partenza, in una fase di stallo dovuta in parte a intoppi burocratici e in parte alle proteste degli ambientalisti, che non vedono di buon occhio il trasferimento della sabbia dal litorale brindisino a quello leccese. A tutto questo si aggiunge un aumento del canone del 300% sulle concessioni demaniali delle spiagge, canone che, su richiesta dell’Agenzia del Demanio, si applica non solo all’anno corrente, ma a partire dal 1° gennaio 2004. “Quindi - spiega Alfredo Prete, presidente regionale del Sindacato italiano balneari - un operatore salentino con uno stabilimento balneare di 5mila mq di cui 800 di superficie coperta (cabine, bar e servizi vari) ed il resto di superficie scoperta che attualmente paga circa 9000 euro più un 10% per tasse regionali, con l’applicazione di questi aumenti dovrebbe pagare quasi 40mila euro, a cui si andrebbero ad aggiungere altri 60mila euro a titolo di arretrati per il 2004 e il 2005, per un totale di 100mila euro da pagare prima dell’avvio della stagione 2006, pena la revoca del titolo concessorio”.
E se i titolari degli stabilimenti balneari protestano in tutta Italia per un provvedimento che lo stesso Prete definisce “una mera manovra correttiva del bilancio dello Stato”, nel Salento la condizione è ancora più critica. Non solo infatti si mette in crisi un settore importante dell’offerta turistico ricettiva della zona, ma c’è anche l’emergenza erosione dei litorali delle marine leccesi che dura da oltre un anno. A tal proposito l’onorevole Antonio Rotundo chiede chiarezza e punta il dito contro l’Amministrazione provinciale di Brindisi, responsabile secondo Rotundo di “temporeggiamenti inspiegabili. Un atteggiamento - continua - che sarà certamente dovuto alla farraginosa burocrazia degli uffici competenti, ma che appare del tutto estraneo alla logica di quel Grande Salento che spesso richiamiamo e stiamo cercando di attuare nella pratica”. La Regione ha già autorizzato i lavori per il ripascimento del litorale attraverso il parere positivo della Commissione Via (Valutazione di Impatto Ambientale) ma la situazione è di fatto bloccata. Negli ultimi giorni, però è arrivato un ulteriore stop ai prelievi di sabbia da Punta Penne perchè l’area, secondo il sovrintendente archeologico per la Puglia, Giuseppe Andreassi, è verosimilmente ricca di antichi reperti che con i lavori potrebbero andare distrutti. Già martedì mattina la Regione dovrebbe prendenere una posizione in merito alle problematiche sollevate da Andreassi.
Stefano Mele

Saturday, April 22, 2006

Comunisti e De Cristofaro voltano le spalle a Castoro, "troppo o poco di sinistra"



da "il Paese Nuovo" del 22 aprile 2006

Porte chiuse a chi ha abbandonato il centrodestra e ora vuole continuare la propria battaglia politica nelle fila del centrosinistra.
I Comunisti italiani dicono no a una candidatura di Giovanni Castoro alla presidenza della circoscrizione Rudiae Ferrovia. “I comunisti italiani - fa sapere la federazione di Lecce - si augurano che si receda da questa scelta a vantaggio di una candidatura organica al centrosinistra che permetta di concorrere tutti insieme con dignità a queste elezioni suppletive del Quartiere Rudiae”.
Porte sbarrate a Castoro dunque, che ieri ha perso anche il sostegno di Mario De Cristofaro e del comitato “Mario De Cristofaro Sindaco” che ritiene l’ex presidente ormai troppo vicino alla sinistra, avendo accettato, sostiene il Comitato, il veto posto da Italia dei Valori, Udeur e Comunisti Italiani rispetto alla presenza di una lista collegata a De Cristofaro, nella coalizione che sostiene Castoro alle elezioni del prossimo 28 e 29 maggio.
Il Comitato, il cui responsabile è Gabriele Mariano, adotta la linea dell’astensione dal voto, con un’apertura alla possibilità di far convergere i propri voti solo sul candidato presidente, ma previa “pubblica richiesta del Presidente Castoro”.
Il rinnovo del Consiglio della IV circoscrizione, guardato con interesse dai residenti di San Pio e dagli altri cittadini, assume quasi il significato di un referendum popolare sulle sorti di Parco Corvaglia e del Piano di Riqualificazione Urbana. Le urne diranno, cioè, se la linea di ferro seguita dall’Amministrazione comunale di Lecce è stata apprezzata o meno dagli abitanti del quartiere e se l’appoggio che i cittadini hanno accordato a Castoro nel 2002, quando fu eletto presidente nelle fila di Forza Italia, sarà confermato, aumentato o addittura diminuito.
Questa mattina alle 11,30 è previsto intanto un incontro, presso la federazione provinciale dei Comunisti italiani, in via Di Casanello 35 a Lecce, per chiarire la posizione del Partito sulla candidatra Castoro: “I Comunisti italiani - fanno sapere - non accettano la candidatira per il centrosinistra del presidente uscente Castoro, e non condividono nè il metodo nè la logica politica che sottende a tale scelta”. (s.m.)

Finanziamenti in arrivo dalla Provincia


da "il Paese Nuovo" del 22 aprile 2006

Con la riunione di Giunta di ieri la Provincia di Lecce ha dato il via a diversi finanziamenti volti alla tutela e pulizia dei litorali, alla valorizzazione dei centri storici e alla promozione e organizzazione della prima edizione della “Fiera Mediterranea delle Economie Equosolidali”.
I Comuni rivieraschi interessati al finanziamento sono Castrignano del capo, Galatone, Melendugno, Nardò, Racale, Tricase e Vernole. La somma di 591.550 euro è ora stata ripartita fra i comuni, attraverso il criterio previsto dal “Piano di Attuazione Provinciale per l’Ambiente” deliberato il 16 aprile scorso, piano che interessa anche i settori delle aree naturali protette, il sostegno alle autorità per la gestione dei rifiuti, la tutela e la bonifica dei siti inqinati, ed il monitoraggio e controllo ambientale.
Un finanziamento complessivo di oltre 9milioni 334mila euro andrà invece a privati (167) e Comuni (6) per la valorizzazione dei centri antichi della provincia di Lecce. Con la riunione di ieri la Giunta ha approvato l’elenco degli interventi ammissibili al relativo bando. Il bando in questione prevede il finanziamento per il recupero di beni artistici mediante un prestito che dovrà essere rimborsato, ma senza interessi, in un periodo massimo di dieci anni.
Oltre 8 milioni di euro serviranno per finanziare i privati, 1milionee 273mila euro sono stati ripartiti, invece, fra i comuni interessati: A Muro Leccese 80mila euro, 53mila euro ad Arnesano, 162mila euro a Monteroni, Ad Andrano 183mila euro, 315mila a Leverano e 480mila euro a Ruffano.
La Provincia, in pratica, si farà carico del pagamento dell’intera quota di interessi, mentre resta a carico del soggetto beneficiario il rimborso della sola quota capitale.
Sempre nel corso della seduta di ieri la Giunta di Palazzo dei Celestini ha deciso di aderire al progetto presentato dalla Cooperativa Sociale Commercio Equo e Solidale di Lecce, che ha proposto la prima edizione della “Fiera Mediterranea delle Economie Equosolidali”, una manifestazione che avrà luogo la prima settimana di maggio al Quartiere fieristico di Galatina.
L’evento, sostenuto anche da Cgil, Cisl e Uil, sarà la prima grande mostra convegno territoriale di questo genere, utile per promuovere modelli di relazioni, reti sociali, consumo produzione e finanza e commercio pensati e realizzati per salvaguardare l’ambiente e la tutela dei diritti delle persone e dei popoli.
Il 1° maggio giorno di apertura delle Fiera, si potrà assistere, a partire dalle 21,00 a Galatina, al concerto folk di Daniele Sepe e al recital di Beppe Braida.

Prima il nuovo governo, poi Lorenzo Ria al Senato

da "il Paese Nuovo" del 22 aprile 2006

Ci sarà spazio per Lorenzo Ria nel Senato italiano, a seguito della formazione del nuovo governo. E’ quanto emerso ieri a Roma dall’incontro che lo stesso Ria ha avuto con Francesco Rutelli. “E’ ben presente a Rutelli, al senatore Marini e al gruppo dirigente della Margherita - ha dichiarato Ria - l’opportunità che ogni regione e ogni territorio esprimano nelle aule parlamentari rappresentanze legate al territorio. La Margherita e Luigi Bobba, aggiunge, intendono assicurare il rispetto del voto dei pugliesi e dei salentini.

Palese: “La sanità in Puglia non ha un governo”



da "il Paese Nuovo" del 22 aprile 2006

Palese: “La sanità in Puglia non ha un governo”

Il coltello gira nella piaga della sanità pugliese e leccese in particolare, che a distanza di meno di sette mesi dall’insediamento del nuovo direttore generale, Gianluigi Trianni, presenta ancora gravi carenze. Tanto gravi, secondo Rocco Palese, da poter bollare come “superficiale” la gestione delle strutture e del personale della Asl Lecce1.
Il Capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale presenta il conto alla Giunta Vendola: “Dopo i casi di scabbia registrati all’ospedale di Campi Salentina un paio di settimane fa - dichiara Palese - dopo la rottura di una stampante che ha impedito, e forse impedisce ancora, di stampare i referti di Tac e risonanza magnetca nel reparto di Neuroradiologia dal Vito Fazzi; dopo la scoperta che nel reparto di Urologia dello stesso ospedale per l’assenza di un computer non è possibile far funzionare l’apparecchio che consente il monitoraggio di tumori alla prostata, si scopre che dal primo aprile scorso nel vecchio Ospedale Vito Fazzi è sospeso il servizio di risonanza magnetica con somministrazione di mezzo di contrasto, causa mancanza di anestesisti o, peggio, cattiva organizzazione dei loro turni di lavoro”.
Quest’ultimo caso di disservizio è oggetto di un’interrogazione, presentata da Palese, al presidente Vendola e all’assessore Tedesco, l’ennesima attraverso la quale Forza Italia continua a chiedere che i vertici riferiscano al Consiglio regionale sulla situazione della sanità pugliese. “Visto che la Giunta preferisce i proclami, i comizi e i comunicati stampa agli atti ufficiali - continua ancora Palese - speriamo che il presidente Vendola e l’assessore Tedesco siano in grado di spiegarci almeno a mezzo stampa cosa stia accadendo negli ospedali pugliesi e in quelli salentini in particolare, ammesso che lo sappiano”.
L’ultima carenza segnalata da Palese, quella circa la sospensione del servizio di risonanza magnetica con somministrazione di contrasto all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, sarebbe però da attribuire a un piccolo stato d’agitazione degli anestesisti, già rientrato dopo una nuova organizzazione degli orari di lavoro.
Il quadro generale, che fra i casi sollevati da Forza Italia include anche i “disservizi ai malati di Aids” al Policlinico di Bari, è frutto, per Palese, “del mancato governo della sanità pugliese che continua ormai da un anno”.

Thursday, April 20, 2006

Abusivismo e furto. Quattro denunciati


da "il Paese Nuovo" del 20 aprile 2006

Aveva sottratto al proprio datore di lavoro, un imprenditore edile di Salve, un assegno da 1320 euro nel settembre del 2005.
Poi aveva fatto incassare il titolo in una banca di Salve dalla compagna, una casalinga di Gagliano del Capo.
A seguito delle indagini scattate a seguito di quell’operazione bancaria, i Carabinieri di Tricase e quelli della stazione di Salve hanno denunciato per furto aggravato C.A., 33 anni, un manovale di Gagliano del Capo, e la sua compagna per ricettazione, perchè ritenuta consapevole della provenienza furtiva del denaro.
E sempre a Gagliano del Capo i carabinieri di Tricase e quelli della locale stazione hanno denunciato un pensionato di 62 anni per aver realizzato abusivamente una pensilina di legno e resina in un immobile sequestrato nel 2000 del quale era stato nominato custode giudiziario.
Per motivi analoghi è stato denunciato alla Procura della Repubblica un 48enne che, in violazione delle leggi urbanistiche, aveva eretto dei muri di recinzione in una zona, di sua proprietà, ma sottoposta a vincolo paesaggistico. I muri di recinzione realizzati abusivamente sono stati posti sotto sequestro.

Sanità, istruzioni per l'uso. Un convegno a Nardò


da "il Paese Nuovo" del 20 aprile 2006

I punti critici della sanità salentina e le novità dell’offerta sanitaria, poi la presentazione della Carta dei servizi del malato e di un opuscolo dal titolo “Sanità, istruzioni per l’uso”.
E’ il tema di un convegno, organizzato dal Centro Servizi al Volontariato Salento in collaborazione con il Tribunale per i Diritti del Malato di Nardò.
L’iniziativa, prevista per sabato prossimo alle 9.00 presso la sala conferenze “Chiostro di S. Antonio” a Nardò, prevede la partecipazione, fra gli altri, di Luigi Cosentino, dirigente sanitario del Presidio ospedaliero Copertino Nardò.

Selezionati i “facilitatori” del Comune di Lecce


da "il Paese Nuovo" del 20 aprile 2006

L’Ufficio ambiente del Comune di Lecce ha selezionato i 30 “facilitatori” per la distribuzione dei questionari alle famiglie con lo scopo di ottenere una stima delle problematiche ambientali più urgenti vissute dai cittadini. Il monitoraggio, nell’ambito del progetto Allpe - Agenda 21 Locale: “mobilità sostenibile per Lecce Porta d’Europa”, costituisce secondo l’Amministrazione un importante momento di contatto e di scambio con i cittadini. I candidati sono stati selezionati in base al punteggio della maturità e all’anzianità anagrafica.

Upa, nuove assunzioni. Il monito di Buccoliero


da "il Paese Nuovo" del 20 aprile 2006

L’Ufficio Provinciale per l’Agricoltura attende che la Regione Puglia conferisca funzioni e compiti amministrativi al Sistema delle Autonomie Locali. A sottolinearlo è il consigliere regionale Antonio Buccoliero, Udeur, che ieri mattina ha visitato l’Upa di Lecce per incontrare il dirigente, Antonio Ferriero e il personale. Secondo Buccoliero l’attesa del conferimento di queste funzioni genera una situazione di incertezza strutturale per i lavoratori, così come la carenza di personale, praticamente dimezzato dopo il pensionamento di 25 unità.

Rigassificatore a Taranto. Legambiente informa


da "il Paese Nuovo" del 20 aprile 2006

Un rigassificatore a Taranto? E’ il caso di discuterne. Ecco perchè Legambiente Taranto ha organizzato un incontro per mettere i cittadini nelle condizioni di assumere un orientamento sulla questione.
Nell’incontro, previsto per questo pomeriggio alle 17,30 nell’Aula Magna dell’Istituto Enrico Fermi, si discuterà del progetto del rigassificatore a Taranto, dei problemi di impatto ambientale sull’ambiente marino, del dragaggio e recupero di sedimenti marini portuali e delle interrelazioni tra l’eventuale presenza di un rigassificatore e l’attività portuale a Taranto.
Tra i relatori ci sarà anche il responsabile scientifico nazionale di Legambiente e il presidente nazionale Roberto Della Seta.

Wednesday, April 19, 2006

Aids, in Puglia gravi disservizi

da "il Paese Nuovo" del 19 aprile 2006



La Cama Lila: mancano le norme igieniche e di sicurezza sul lavoro
Aids, in Puglia gravi disservizi


Nell’ambulatorio della Clinica di Malattie infettive del Policlinico di Bari mancano le condizioni igieniche e di sicurezza sul lavoro e ci sarebbero gravi carenze nell’assistenza sanitaria ai malati di Aids.
Lo sostiene il capogruppo di Forza Italia alla Regione Puglia, Rocco Palese, sulla base delle segnalazioni provenienti dall’associazione Cama Lila.
Secondo quanto segnalato l’ambulatorio ginecologico per donne con Hiv della Clinica di Malattie Infettive di Bari rischia la chiusura, perchè in Puglia mancano i protocolli ufficiali specifici per la cura delle patologie determinate dagli effetti collaterali della terapie antiretrovirali, e sempre a causa della mancanza di protocolli specifici nella Regione Puglia, i malati di Aids affetti da Lipodistrofia, sono costretti ad emigrare in altre regioni.
Il caso è ora oggetto di un’interrogazione urgente che Palese rivolge a Vendola e all’assessore alla Sanità, Alberto Tedesco, perchè riferiscano al Consiglio in merito ai fatti denunciati dalla Cama Lila.
L’associazione, peraltro, già nel luglio 2005 aveva chiesto un incontro con i vertici della Regione, proprio per deunciare questi disservizi, incontro che non avrebbe mai avuto luogo.
“L’ennesima conferma - ha commentato Palese - di un atteggiamento ormai consueto di questa Giunta, che predica concertazione ma governa senza il minimo coinvolgimento del mondo delle associazioni e del partenariato sociale”.

links: www.camalila.it

Tuesday, April 18, 2006

Se la pittula incontra Billie Holiday

da "Alimentazione & Agricoltura", inserto de "il Paese Nuovo" del 18 aprile 2006

Se la pittula incontra Billie Holiday
Dal salentino Don Pasta un manuale di gastronomia musicale, “Food Sound System”

“Il matrimonio dei gusti è opera ardita e sublime, l’olio è sacerdote pagano, unisce e dà vita. Cospargete pentole e padelle”.
Bastano poche righe, del dj salentino “Don Pasta”, al secolo Daniele De Michele, per avere un’idea dello stile di scrittura e dell’approccio all’arte culiaria sperimentato in “Food sound system”, “30 ricette dal mediterraneo annaffiate di buon vino e di buona musica”, il libro attraverso il quale Don Pasta riesce a parlare del Salento lontano dagli stereotipi e dalle immagini da cartolina.
I sapori e le tradizioni culinarie salentine diventano pretesto narrativo per estendere il discorso a vari generi musicali e riflessioni di altro genere, per raccontare così, dei frammenti dell cultura salentina, “della cultura - scrive Don Pasta - che è dietro ogni coltura”.
“Questo non è un libro di cucina - spiega l’autore - o meglio, non solo. E’ la jam session di un dj che ha mixato cucina e musica in una fusion di odori, suoni e sapori.
Siamo in pieno Mediterraneo, tra Salento, Provenza e Maghreb. Ciascuna delle ricette di Food Sound System accende un mondo di suggestioni, di cui sono ingredienti l’evocazione della terra di origine del piatto, i semplici cibi scelti con cura e uniti dall’alchimia sapiente della tradizione, i vini e le musiche che vengono abbinati alla preparazione e alla degustazione”.
Ogni piatto è associato a dei personaggi della storia della musica del passato, alle sensazioni evocate dalle note, o anche a circostanze che riguardano strettamente l’autore: “Alla baia dell’Orte - scrive - mangiando ricci ascoltavo Mlah, Le Negresse Vertes avevano suono speziato d’Oriente, fisarmonica impregnata di Armagnac e chitarra affogata nel punk. Quel disco fu miracolo, il suo cantante ne morì di sufrimiento. Suona fresco ancora oggi”.
L’autore, è chiaro, non è un cuoco professionista, bensì un dj, ma è proprio questo che rende Food Sound System diverso da qualsiasi altro manuale di cucina, leggendolo non si scopre solo il segreto della parmigiana o delle “purpette te purpa te purpu”, ma un universo musicale e il vissuto dell’autore, un’idea che trasforma un manuale da cucina in un romanzo, senza la pretesa di competere nè con l’uno nè con l’altro genere, nè tantomeno con i grandi chef. Le “istruzioni per l’uso in cucina”, confessa Don Pasta, sono in gran parte codificate dall’esperienza personale, dalla tradizione culinaria di famiglia: “Se hai un problema aggiungi l’olio. Questa è la frase ricorrente nella cucina della mia famiglia. In Salento l’olio è il fulcro della gastronomia e chi ha voglia di conoscerne i segreti più nascosti sappia che da questo assioma si dovrà partire. Quando nelle ricette parlo di soffriggere o friggere è assolutamente necessario utilizzare olio d’oliva, possibilmente del Sud.
Buona parte delle ricette di questo libro provengono dalla mia terra d’origine e dalla consultazione di mia nonna e di mia madre. Come tutte le cucine popolari queste ricette subiscono l’influenza della cultura familiare, sono quindi opinabili per natura, perchè ciascuna famiglia ha il suo modo di preparare questi piatti”.
Food Sound System è anche uno spettacolo dal vivo, che Don Pasta ha già portato in varie città italiane, a Parigie e in Spagna e ovviamente anche nel Salento, dove non vive più ormai da dieci anni.
Nelle performance, spesso in collaborazione con il gruppo napoletano “La Mescla”, i brani suonati sono abbinati alle ricette del libro, sullo sfondo sono proiettati dei video, che mostrano gli ingredienti e le fasi di preparazione dei piatti, in alcuni casi lo spettacolo è anche degustazione. Qualche abbinamento? La Parmigiana si sposa rigorosamente con John Coltrane, il polpo a pignata con i Clash, il Caffè Quarta con Tom Waits e il Baccalà con Billie Holiday.
“Food Sound System - spiega ancora Don Pasta - non vuole educare al gusto o all’ascolto, ma piuttosto raccontarvi il mio modo di godere dei piaceri e dell’arte del mangiare, del sentire musica, del viaggiare. Allora munitevi di pentole, piatti, dischi e forchette. Fate un buon viaggio e, soprattutto...buon appetito”. (s.m.)

per contatti e altre informazioni visita www.donpasta.com

Monday, April 17, 2006

Nuove terapie all’estero, paga l’Asl

da "il Paese Nuovo" del 16 aprile 2006

Quando una cura non è ancora disponibile in Italia i cittadini hanno diritto di farsi curare all’estero, a spese del Servizio Sanitario Nazionale. Con la sentenza del Consiglio di Stato 1902/2006 questo diritto è garantito anche a chi intende seguire una terapia che non garantisce la piena guarigione. Per i giudici “assume un rilievo specifico e significativo anche solo la possibilità di un certo grado di miglioramento, sia pure temporaneo delle condizioni condizioni del paziente”.



Nuove terapie all’estero, paga l’Asl
Anche per le cure non riconosciute dal Ministero. Lo dice il Consiglio di Stato

Soffrire di una grave patologia e non avere la disponibilità economica per curarsi all’estero, in cliniche specializzate che propongono terapie diverse da quelle riconosciute in Italia.
Capita a tanti pazienti, che ripongono le proprie speranze di guarigione o di miglioramento in percorsi terapeutici praticati all’estero, e da ieri, per queste persone, si è aperta la via per vedersi riconosciuto il diritto di scegliere a quale terapia affidarsi, beneficiando dei fondi del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Consiglio di Stato (con la sentenza n. 1902/2006) ha infatti dato ragione a due cittadini liguri ai quali era stata negata l’autorizzazione a sottoporsi a una terapia di radiochirurgia stereotassica presso un istituto specializzato statunitense.
La vertenza vedeva contrapposti l’Asl Genova 3 e la Regione Liguria da un lato e dall’altro i due cittadini che chiedevano di potersi curare nella clinica statunitense a spese del Servizio Sanitario Nazionale, visto che in Italia nessuna struttura offriva una terapia del genere.
Il caso era approdato al Tribunale amministrativo della Liguria, che con sentenza 229/2003 aveva accolto il ricorso proposto dal signor R.P., che si era visto negare il diritto di curarsi all’estero, e di seguire così la terapia consigliatagli dal proprio medico.
L’Asl aveva così presentato ricorso al Consiglio di Stato sostenendo che la terapia consigliata al paziente era priva di validità scientifica e precisando, al contempo che la stessa terapia era fornita dall’ospedale Bellaria di Bologna.
La V Sezione del Consiglio di Stato ha invece dato ragione ai cittadini; per i giudici, infatti, “non può essere posta in dubbio la legittimità del diritto del paziente a vedersi riconosciuto il trattamento medico a lui consigliato dal medico curante quando, come nel caso di specie, questo trattamento non è assicurato da strutture mediche nazionali e non è in discussione la specialità della cura prescritta. Non appare poi corretto - hanno sostenuto i giudici - valutare l’adeguatezza dellla cura con riguardo agli effetti certi o probabili di guarigione, ciò almeno per tutte quelle patologie che per loro natura comportano una possibilità minima di successo pieno della terapia e per le quali, con evidenza, assume un rilievo specifico e significativo anche solo la possibilità di un certo grado di miglioramento, sia pure temporaneo, delle condizioni del paziente”.
In altre parole non si può togliere ai pazienti anche la speranza di guarire, o di alleviare, anche per poco, la sofferenza dovuta alla malattia.
La possibilità di curarsi all’estero a spese del Servizio Sanitario Nazionale è già contemplata dal diritto italiano. Le Asl, infatti, rimborsano i cittadini che debbano sottoporsi a cure non disponibili in Italia, o nei casi in cui l liste d’attesa sono troppo lunghe. La richiesta di rimborso, però, viene accettata solo dopo aver sentito il parere dei centri di riferimento regionali , parere che, nel caso dei due cittadini liguri, era stato negativo. L’Asl di Genova, infatti, aveva chiuso le porte alle richieste dei due cittadini dopo aver sentito il parere del Centro di Riferimento Oncologia presso l’Ist (Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro) di Genova e il Centro Regionale Ospedale di Riferimento Urologia di Genova.
Il parere di questi centri, espresso sulla base della documentazione presentata dal cittadino, è vincolante e inoltre la terapia proposta deve essere riconosciuta ufficialmente in Italia perchè il Servizio Sanitario Nazionale possa rimborsare l’assistito.
Il caso dei due cittadini genovesi ricorda, per molti aspetti, la battaglia per la “libertà di cura” nata in seguito alle ricerche di Luigi Di Bella, l’oncologo che aveva proposto una nuova terapia contro il cancro. L’allora pretore di Maglie, Carlo Madaro, seguì da vicino la vicenda, firmando un’ordinanza che imponeva alle strutture sanitarie locali di fornire gratuitamente la somatostatina.
La sentenza del Consiglio di Stato, crea un altro precedente in questo senso, anche se nel caso specifico, la terapia richiesta dai due pazienti (radiochirurgia stereotassica) viene oggi praticata in Italia, in alcuni centri specializzati, in ritardo clamoroso rispetto agli Stati Uniti, dove il dottore Gil Lederman esegue questo trattamento da quasi vent’anni.
Stefano Mele

Saturday, April 15, 2006

Palese attacca Vendola: al Fazzi sanità grottesca

da "il Paese Nuovo" del 15 aprile 2006

“Nella Puglia della rivoluzione gentile del centrosinistra e della cosiddetta sanità umanizzata capita che un intero reparto dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, quello di Neuroradiologia” sia di fatto bloccato a causa di una stampante rotta e che in quello di Urologia, per la mancata sostituzione di un computer rubato un mese fa, sia bloccato lo screening dei tumori alla prostata e alla vescica”.
E’ un quadro allarmante quello che Rocco Palese, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale dipinge recriminando contro i vertici dell’Asl di Lecce e accusando Vendola e l’assessore alla Sanità, Alberto Tedesco: “Forse la giunta Vendola e l’assessore alla sanità erano troppo impegnati in campagna elettorale per occuparsi dei problemi della sanità salentina - dichiara Palese - e dei disagi causati ai pazienti”.
Rocco Palese esprime incredulità rispetto a quanto è avvenuto al Vito Fazzi: ai pazienti le diagnosi vengono comunicate verbalmente, perchè non è possibile stampare il referto, “i medici che devono intervenire chirurgicamente su pazienti con patologie più serie - spiega Palese - sono costretti a prendere nota a mano dei referti, leggendoli dai computer”. Tutto questo accade mentre nel reparto di Urologia non è possibile eseguire lo screening sui tumori da quando, a gennaio scorso, qualcuno ha rubato un computer che consentiva il funzionamento del Trinprob (l’apparecchio che rileva eventuale presenza di tumori alla prostata e alla vescica).
“E’ possibile - chiede Palese - che i vertici della Asl non facciano nulla per porre rimedio alle due situazioni?”.
Questa situazione, dice Palese, è paradossale, per questo il Capogruppo di Forza Italia ha presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta, per portare il caso all’attenzione del Consiglio regionale e della Giunta. Si chiedono interventi immediati e urgenti per porre rimedio a queste situazioni, ma anche un intervento sui dirigenti dell’Asl Lecce1 “per chiedere - si legge nell’Interrogazione” spiegazioni su come queste situazioni si siano potute verificare”.
Il vero bersaglio da colpire, però, non è Gianluigi Trianni, il direttore generale dell’Asl Lecce1, l’attacco di Forza Italia è soprattutto politico: “La campagna elettorale di questa sinistra - commenta Palese - dura ormai da un anno e fra un po’ ci sono anche le elezioni amministrative che, certamente li vedranno ancora una volta impegnati in prima linea. Ci auguriamo che fra un comizio e l’altro, fra una vacanza e l’altra e fra una missione all’estero e l’altra, questo Governo regionale riesca a trovare un po’ di tempo per operare un maggior controllo sull’operato dei vertici delle Asl e, magari, fare in modo che vengano acquistati un computer e una stampante”.

“I love bucatini all’americana”

da "il Paese Nuovo" del 15 aprile 2006

“I love bucatini all’americana”
L’Italia è sempre più presente nella dieta americana e a New York si beve Negroamaro

Grandi hamburger grondanti di ketchup e maionese, hot dog, salsicce e pancetta affumicata, il tutto mandato giù con grandi sorsi di coca cola. Siamo abituati a immaginarla così la dieta americana, ma una cifra può far cambiare idea: nel 2005 gli Usa hanno importato dall’Italia prodotti alimentari per 2,75 miliardi di dollari: pasta, vino, olio, prosciutti e formaggi della Penisola fanno ormai parte, insomma, della dieta yankee.
L’Italia è tornata così in quinta posizione nella graduatoria dei Paesi che imbandiscono la tavola americana, un risultato straordinario anche perché le esportazioni dall’Italia sono salite nonostante il super-euro, che ha penalizzato l’export in altri settori.
A farla da padrone sono i vini: il nettare italiano, secondo i dati diffusi dall’Istituto per il Commercio Estero di New York, ha registrato un boom nelle esportazioni, con oltre 1 miliardo di dollari, un prodotto largamente apprezzato nonostante l’alto costo rispetto a quello australiano o cileno. Gli americani, insomma, preferiscono la qualità e i prodotti alimentari italiani sono praticamente il “top”.
Anche le esportazioni di olio sono aumentate, del 16,7%. Ammonta a 561 milioni di dollari il volume d’affari per l’Italia proveniente da questo settore, ma si può fare di più, visto che Spagna e Grecia hanno aumentato del 20% le loro esportazioni di olio e la Turchia ha registrato un + 101%. La vera concorrenza spietata, però è quella argentina, un paese che gode di condizioni climatiche adatte alla coltivazione dell’ulivo ed è in grado di vendere il prodotto finale a un prezzo ben inferiore rispetto a quello italiano.
Esportiamo poco formaggi e pasta, che insieme raggiungono i 377 milioni di dollari, ma mentre gli spaghetti italiani registrano un lieve aumento rispetto al 2004, per il formaggio c’è addirittura un calo di 4 milioni di dollari. Questione di gusti? Probabilmente incidono anche le imitazioni a basso costo del Parmigiano, da sempre leader in questo settore.
A diffondere la nostra cultura alimentare all’estero sono soprattutto i ristoranti e le pizzerie all’italiana, vero cavallo di troia dell’industria agroalimentare del bel paese, ma sembrano contribuire in modo determinante anche gli eventi culturali volti a far conoscere le tradizioni italiane all’estero, eventi che sempre più spesso diventano vetrina per i nostri prodotti, vino e olio in testa. L’aspetto singolare è che le pietanze della cucina “povera” italiana sono negli States sciccherie da gran signori.
Qualche esempio? Una pizza margherita può costare 14 dollari; per 55 dollari, invece, è possibile gustare una porzione di ravioli al tartufo; un kit composto da una bottiglia di olio d’oliva, sale della Sicilia (di Trapani per la precisione) e aceto balsamico può costare la bellezza di 120 dollari, ma ci sono anche le soluzioni più economiche, come quelle proposte dall’osteria “Il Mosto”, a Manhattan, dove un piatto di penne all’arrabbiata lo vendono e meno di nove dollari e dove un vino rosso del Salento, Tenuta Fossalta, si compra a 21 dollari, mentre con un dollaro in più è possibile accompagnare il pasto con un Negro Amaro Salento Caleo: “Cherry-Berry like flavor rich in color” (dal colore ricco e con un sapore fruttato alla ciliegia) si legge sul menù.
Anche il Salento si lancia alla conquista della tavola americana, e mentre a Lecce trionfa la Mc Donald mania, il nostro vino vola alla conquista di New York, dove è presente in molti ristoranti dove Primitivo, Negroamaro e Salice salentino sono inclusi nel menù insieme ad altri vini italiani la cui presenza sul mercato americano è ormai consolidata: il Brunello di Montalcino si vende anche a 98 dollari la bottiglia, mentre i vini nostrani, così come quelli siciliani (come il Nero d’Avola) sono alla portata di tutte le tasche, dunque aspirano a diventare una merce di largo consumo.
Anche in questo settore Argentina e Cile sono un diretto concorrente dell’Italia, essendo Paesi che da alcuni anni a questa parte producono vini di qualità a prezzi competitivi. Capiterà così, se siete a pranzo a New York, di sedervi in uno dei tanti ristoranti all’italiana e di gustare un ottimo vino cileno, che ben si sposa con la salsiccia calabrese. Miracoli della globalizzazione.

Friday, April 14, 2006

A vele spiegate veso il parco di Ugento


da "il Paese Nuovo" del 14 aprile 2006


A vele spiegate verso il parco di Ugento


Il parco naturale di Ugento sarà presto istituito, con una legge frutto dell’accordo fra amministrazione comunale a associazioni ambientaliste.
Ieri mattina a Bari, infatti, si è svolta la conferenza dei servizi convocata dalla Regione per definire il disegno di Legge istitutivo del parco, quindi la proposta di legge può passare ora al vaglio della Giunta regionale dopo un percorso condiviso.
Le associazioni ambientaliste hanno concordato sull’insieme degli articoli e anche sulla perimetrazione proposta dimostrando, secondo l’assessore all’Ecologia della Regione Puglia, sensibilità e senso di equilibrio.
Le paure degli ambientalisti, che da anni lottano per far inseriree quella parte del litorale fra le arre protette della Regione, scaturivano dal progetto, della società Ugento Srl, di realizzare un mega villaggio turistico proprio in quella zona, progetto avviato con le relative autorizzazioni da parte della Regione e del Comune di Ugento, amministrato da Eugenio Ozza.
Il villaggio a cinque stelle “Orex”, un grande albergo con 800 posti letto, sorgerà ugualmente, all’interno del Parco, già è stato eretto lo scheletro di cemento, ma gli ambientalisti sono comunque soddisfatti: “L’Orex avrà un impatto ambientale pesante - spiega il responsabile provinciale di Legambiente, Maurizio Manna - ma abbiamo ottenuto quello che chiedevamo, l’isola di Pazze è stata incorporata nella perimetrazione e non si potrà comunque costruire nelle vicinanze del mega villagio. Certo - aggiunge Manna - quella struttura creerà dei problemi, non solo per il brutto impatto visivo, ma anche per lo scarico dei reflui e per l’approvvigionamento idrico, che è già un problema per i comuni vicini”.
Stefano Mele

Wednesday, April 12, 2006

Quel gusto un po’ retrò per falce e martello

da "il Paese Nuovo" del 12 aprile 2006

Forse il voto a Rifondazione è un voto “old”, come sembrano dire i risultati delle elezioni. Il dato, nazionale e regionale, è che il partito di Bertinotti e Vendola ha preso più voti al Senato che alla Camera. Il primo pensiero è che Rifondazione Comunista abbia un appeal minore negli elettori più giovani. La vecchia guardia è allora la colonna portante del partito? Passato l’entusiasmo per l’ottimo risultato ottenuto si aprirà una “questione giovanile”


Quel gusto un po’ retrò per falce e martello
Grande risultato per Rifondazione, ma il sostegno più grande arriva dagli over 25. C’è una questione giovanile

E’ la “vecchia guardia” la colonna portante di Rifondazione Comunista? I risultati di queste elezioni daranno da riflettere al partito di Fausto Bertinotti, visto che c’è una bella differenza fra i voti ottenuti al Senato e il consenso registrato alla Camera.
I dati nazionali, quelli pugliesi e quelli relativi alla provincia di Lecce, dicono sostanzialmente la stessa cosa: gli elettori da venticinque anni in su che hanno messo una croce sulla falce e martello di Rifondazione sono stati molti di più. In Puglia lo scarto è stato di un punto percentuale: il Partito ha preso il 6,7% al Senato e il 5,7% alla Camera. A Lecce e provincia la forbice è più ridotta: 5,5% al Senato e 5,1% alla Camera.
Le percentuali si prestano spesso alle più fantasiose interpretazioni, ma in questo caso il dato è strano, soprattutto per un partito come quello di Bertinotti e Vendola, che ha dimostrato molta più apertura ai movimenti giovanili così detti no-global rispetto ad altre forze politiche e che, prendendo il caso della provincia di Lecce, annovera fra i suoi tesserati un segretario provinciale giovanissimo, Vinicio De Vito (24 anni) e un assessore provinciale, Luigi Calò (27 anni), che è il più giovane in Italia a ricoprire una carica politica di questo tipo.
L’assessore Calò prova a interpretare questo risultato, un vero interrogativo per tutto il Partito, partendo da una considerazione semplice: “Al Senato - spiega - il nostro partito era l’unico con la falce e martello ben visibile, questo può aver indotto una fascia più anziana dell’elettorato a votare per noi: è un simbolo nel quale tanti si identificano. Alla Camera, invece, i Comunisti Italiani correvano da soli, questo potrebbe aver spostato verso quel partito alcuni consensi degli elettori della vecchia generazione”. Insomma, secondo Calò non è da escludere che la differenza di consensi fra Senato e Camera si possa attribuire a uno spostamento di preferenza, da parte dell’elettore over 25, all’interno della coalizione di centrosinistra: in altre parole chi al Senato ha votato Rifondazione Comunista alla Camera ha votato un’altro partito, verosimilmente ha messo una croce sul simbolo dell’Ulivo: “Forse alla Camera - ipotizza Luigi Calò - abbiamo perso qualche voto da parte degli anziani che sono andati verso l’Ulivo per spirito di coalizione: il simbolo dell’Ulivo è stato percepito come garanzia di unità, tanto che ha raccolto circa quattro punti in più rispetto alla somma di Ds e Margherita al Senato. Anche in questo caso - aggiunge Calò - credo che gli elettori più anziani abbiano fatto la differenza, se non altro per spirito di coalizione”.
Una riflessione diversa meritano invece i già citati movimenti no-global, un importante serbatoio di voti per Rifondazione Comunista, che a differenza di altri partiti della sinistra non ha mai preso le distanze da quel mondo, animato soprattutto dai più giovani.
“I movimenti in Italia eistono dal 2001, per lo meno in modo visibile - dichiara l’assessore Calò - ma la Generazione di Genova, di quelli cioè che a Genova hanno manifestato il proprio dissenso in occasione del G8 nel 2001, ora non hanno più vent’anni: hanno ormai 25-30 anni, e certo non si possono definire anziani”.
Forse “quelli di Genova” sono molto diversi dai loro “fratelli minori”, quelli che oggi hanno diciotto o vent’anni? La percezione è quella di un movimento che vive una fase di declino, che l’entusiasmo dell’estate 2001, trasformatosi in rancore dopo l’omicidio di Carlo Giuliani, sia svanito , o fortemente ridimensionato.
“Dopo Genova - spiega ancora Luigi Calò - manifestazioni con quei grandi numeri sono state quella contro l’articolo 18, tre milioni di persone in piazza e contro la guerra in Iraq. Poi ci sono state le proteste a Scanzano e in Val di Susa, ma avevano una dimensione locale. Forse con il movimento - continua Calò - abbiamo cercato di coinvolgere di più le comunità locali, avendo come interlocutori più la fascia matura della popolazione che non i ventenni”.
Si apre così, in Rifondazione Comunista, una questione giovanile, perchè se è vero che Rifondazione non ha più un fortissimo appeal sui ventenni, le prospettive si fanno poco rosee, e questo nonostante il grande risultato complessivo ottenuto in queste elezioni politiche. Adesso, comunque, è il momento dei festeggiamenti, visto che al di là delle percentuali il partito di Bertinotti sarà presente in Parlamento con 41 deputati (prima erano 11) e con 26 senatori (a fronte dei 4 assegnati dalle elezioni del 2001). Sono numeri che hanno un certo peso, sufficienti anche per imporre delle scelte, volendo ascoltare i giovani si dovrà cominciare dalla lotta al precariato. “Noi siamo contrari ai contenuti della legge n. 30 e dei decreti legislativi n. 276 e 368 che moltiplicano le tipologie precarizzanti. Per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato, perché riteniamo che tutte le persone devono potersi costruire una prospettiva di vita e di lavoro serena”, pag.161 del programma di governo del centrosinistra.
Stefano Mele

Tuesday, April 11, 2006

L’agorà del dopo voto: “Io emigro!”

da "il Paese Nuovo" del 11 aprile 2006

L’agorà del dopo voto: “Io emigro!”
Su internet gli italiani commentano i risultati, dai blog un film sulle elezioni

“Leggendo i post mi rendo conto che siamo in tanti a voler lasciare l’Italia se vince nuovamente Berlusconi e allora mi chiedono come mai la sinistra non ha vinto in modo evidente??? perchè non riusciamo a mandare a casa Berlusconi con una sentita sconfitta?” Lo ha scritto ieri Alyssa, una cittadina come tante, che ha approfittato dello spazio sul web messo a disposizione da Kataweb: “Commenta la diretta”; sono stati migliaia gli italiani che hanno voluto commentare, in tempo reale, i risultati della consultazione elettorale, fin dalla diffusione degli exit poll e delle prime proiezioni.
Il web come un’agorà, dove poter discutere anche con gli italiani all’estero su quanto sta accadendo nel nostro paese. Elettori di destra e di sinistra, così come gli esponenti politici, danno interpretazioni diverse dei dati, ma fra gli argomenti più gettonati, sia a destra che a sinistra, c’è quello dell’espatrio: “Che tristezza, la Svizzera si fa sempre più vicina”, scriveva Ripe intorno alle 19.30, mentre Elisa, dai Paesi Bassi faceva sapere: “Sto soffrendo da lontano...se vince Berlusca non torno più in Italia”. Anche Silvia la pensa allo stesso modo: “Sono in spagna - ha scritto - e se vince la destra non torno!!Forza Romano, vinceremo ma dobbiamo prepararci tutti a sangue e lacrime!!”. Commenti di questo genere sono stati molto frequenti: “Siamo spacciati non ci resta che emigrare in Romania e Cina ringraziate Prodi”, ha scritto un titolare di ditta. Ma mentre tanti italiani, troppi, hanno pensato all’esilio volontario, tanti altri hanno provato a dare interpretazioni dei dati; qualcuno, come alkex, ha messo in dubbio i risultati ottenuti nelle regioni dove è stato sperimentato il voto elettronico: “Mamma mia che puzza di bruciato!!! I dati del voto elettronico nelle quattro regioni ?! aiutooo”. Alberto, invece, si è scagliato contro la legge elettorale per il risultato contraddittorio registrato fra Camera e Senato: “La legge elettorale faceva schifo, ma non basta a giustificare questo scempio. È un incubo”.
L’iniziativa di Kataweb non è stata l’unica occasione offerta agli internauti per raccontare in che modo è stata vissuta la giornata del responso delle urne. “ilcannocchiale.it”, ad esempio, ha lanciato la sfida di un “blogfilm collettivo” invitando tutti i video-bloggers a diventare co-autori del primo blogfilm italiano. Chiunque possiede una piccola videocamera è stato invitato a raccontare, attraverso le immagini amatoriali, le scene ritenute più significative riguardanti le elezioni nella propria città. Le immagini saranno poi inviate all’indirizzo specificato su cannocchiale.it e verranno poi montate, fino a produrre un vero e proprio film, a cura di Stefano Mordini, il regista di “Provincia meccanica”.
I video che, per necessità di effettuare una selezione, non andranno a finire nel film, sono stati e saranno comunque pubblicati su cannocchiale.it; altri inviati al canale satellitare Nessuno Tv, che ieri ne ha già trasmessi alcuni.
Se il mondo dei blog rimane quello dal quale provengono gli spunti creativi e le novità più interessanti nell’uso della rete, i siti web legati a mezzi d’informazione di tradizione consolidata sono invece quelli che conservano il primato dell’attendibilità, quindi chi ha cercato informazioni sui risultati elettorali attraverso il web lo ha fatto consultando i siti legati alle testate giornalistiche storiche, quelle che esistevano ed esistono indipendentemente dal web. Un intreccio fra media diversi che ha prodotto un risultato qualitativamente eccezionale e che probabilmente ha tolto un primato anche alle televisioni, visto che molti giornalisti televisivi non hanno fatto altro che leggere i dati pubblicati su internet per poi commentarli con gli ospiti.
I commenti dei navigatori rimangono però i più fantasiosi, anche se, nel caso di Kataweb, solo i più raffinati (o quasi) hanno potuto esprimere liberamente il proprio parere, visto che i messaggi erano filtrati da una squasra di redattori impegnati a cestinare tutti i messaggi giudicati offensivi, discriminatori o razzisti.

Stefano Mele

Monday, April 10, 2006

Con "Un carabiniere per amico" bambini pugilesi a scuola di legalità

da "il Paese Nuovo" del 9 aprile 2006
Carabinieri. Questa volta a raccontare le loro gesta dando libero sfogo alla fantasia non sarà una fiction televisiva, ma i bambini delle scuole elementari della Puglia, attraverso i propri disegni.
“Un carabiniere per amico” è infatti il tema di un concorso di disegno che l’Arma ha ideato allo scopo di diffondere la cultura della legalità, fin dalle fasi iniziali della socializzazione. A ispirare il concorso è stata una riflessione sul bisogno di una maggiore sensibilità verso l’infanzia negata, come quella vissuta dai bambini vittime della violenza e del degrado. Questi bambini, così come tutti gli altri, devono comprendere che la figura del carabiniere serve per aiutare, per combattere i gravi episodi di violenza e tutte le forme di illegalità che minacciano i minori e il loro futuro: le insidie degli spacciatori, le imprudenze dei pirati della strada, il “bullismo” di quartiere e lo scarso rispetto per l’ambiente.
Il progetto, che rientra in una campagna più vasta, volta a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, richiederà anche l’importante collaborazione delle famiglie e degli insegnanti, che aiuteranno i bambini a comprendere il senso del concorso. Tutti i disegni realizzati saranno poi esposti nelle caserme il prossimo 5 giugno, in occasione dell’annuale della fondazione dell’Arma e in quella circostanza saranno premiati i disegni giudicati più interessanti.
I più fortunati avranno la possibilità di trascorrere una giornata in visita in un comando dell’Arma, dove avranno occasione di comprendere meglio come operano quotidianamente i carabinieri al servizio dei cittadini.

Saturday, April 08, 2006

A colpi di fucile i carabinieri acciuffano il rapinatore



da "il Paese Nuovo" del 8 aprile 2006

A colpi di fucile i carabinieri acciuffano il rapinatore

Hanno setacciato tutta contrada Carrino e zona Pietrabianca, un’area rurale di Casarano. Poi l’hanno scovato, nascosto dietro un muretto a secco. Quando i carabinieri della compagnia di Casarano gli hanno intimato l’alt lui, per tutta risposta ha impugnato la pistola puntandola contro i militari. Immediatamente questi hanno aperto il fuoco, scaricandogli contro quattro colpi. Il giovane, Emanuele Finguerra, venticinquenne di Casarano, ha tentato un’estrema fuga, ma ferito al gomito in seguito agli spari esplosi dai carabinieri, è stato arrestato dopo una corsa di qualche centinaio di metri e dopo il tentativo di nascondersi in un’altra abitazione.
Tutto è accaduto ieri mattina, a partire dalle 10,30 circa quando i carabinieri sono stati allertati per la presenza di un uomo armato che si aggirava in contrada Carrino. Emanuele Finguerra aveva già svaligiato quattro appartamenti, racimolando un bottino di 4mila euro, fra cellulari, gioielleria e altri oggetti di valore che aveva prelevato dagli appartamenti, fino a quando, mentre tentava il quinto furto, non è stato notato dal proprietario di casa, peraltro un suo cugino. Subito il ladro gli ha puntato l’arma contro e lo ha messo in fuga, poi la segnalazione ai carabinieri con una telefonata al 112.
Dopo il rocambolesco inseguimento e gli spari il giovane è stato arrestato, con le accuse di furto, resistenza, possesso illegale di arma da fuoco e rapina.
Emanuele Finguerra, tossicodipendente, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di rapina, tentato omicidio e spaccio di stupefacenti è ora ritenuto responsabile di numerose rapine, una ventina, avvenute fra Casarano e Matino. A confermare i sospetti degli inquirenti, già orientati verso Finguerra, è stato il ritrovamento del motorino che il giovane custodiva nel sottoscala della propria abitazione. Lo stesso motorino nero, infatti, era stato utilizzato, secondo le descrizioni dei testimoni, per compiere numerose rapine nel periodo fra ottobre 2005 e marzo 2006.
L’ultimo episodio criminoso era stato sedici giorni fa all’Ipermac di Casarano.
A dare ulteriori conferme ai carabinieri è stato poi il ritrovamento, a seguito della perquisizione domiciliare, in via Ferrari, di tre caschi integrali, uno dei quali, in particolare, corrisponde perfettamente alla descrizione fornita agli inquirenti dalle vittime delle rapine e dai testimoni. Il rapinatore, avevano denunciato, indossava un casco nero decorato con una specie di folgore, proprio come quello trovato insieme al motorino del giovane.
Le indagini ora sono tutte volte ad accertare quante delle rapine avvenute negli ultimi sei mesi fra Casarano e Matino possano essere attribuite a Emanuele Finguerra e se in alcuni casi il giovane abbia agito con la complicità di altre persone.