Friday, April 28, 2006

Surbo, c’è un segnale di cambiamento nella città che non è più il vecchio west


da "il Paese Nuovo" del 28 aprile 2006


Surbo, c’è un segnale di cambiamento nella città che non è più il vecchio west


Nell’immaginario collettivo evoca spesso fatti di sangue, episodi di macro e micro criminalità, ma Surbo adesso vuole voltare pagina, smarcarsi definitivamente da questo stereotipo che oggi è più che mai distante dalla realtà.
Lo ha voluto sottolineare con forza, ieri, l’Amministrazione comunale nel corso del convegno “Sviluppo e Legalità”, occasione per presentare i risultati di una ricerca effettuata dall’Associazione Antiracket di Lecce, presieduta da Carlo Miccoli.
Secondo questo studio, che l’assessore alle Politiche del Lavoro Pietro Mancarella, ha seguito da vicino, il fenomeno delle estorsioni e dell’usura è stato ridotto praticamente a zero. “Lo scenario - ha commentato l’Assessore - è completamente cambiato rispetto agli anni ‘90, non ci sono più fenomeni di usura e racket”.
Nel questionario compilato in forma anonima da piccoli, medi e grandi imprenditori che operano a Surbo si chiede anche di specificare se negli ultimi cinque anni la situazione è migliorata, peggiorata o è identica. Come ha illustrato il presidente dell’Associazione Antiracket “il 75% degli interpellati ha risposto che c’è stato un miglioramento, il 25% che non è cambiato nulla, ma nessuno ha riscontrato un peggioramento”.
Il risultato della ricerca è, secondo l’Amministrazione comunale, il segno di un cambiamento, un cambiamento necessario, come ha sottolineato il sindaco Antonio Cirio “per lo sviluppo e la crescita del nostro paese, per consegnare alle nuove generazioni un paese migliore, in cui lavoro e sicurezza siano garantiti”.
Nella sala consiliare del Comune, gremita di cittadini, c’era anche, fra i relatori, il Colonnello Luigi Robusto, Comandante provinciale dei Carabinieri, che proprio sulle nuove generazioni ha voluto concentrare l’attenzione: “I giovani - ha dichiarato - sono la purezza, che negli adulti spesso manca, noi ci dobbiamo battere perchè quella purezza rimanga intatta, perchè i giovani non debbano difendersi dagli adulti. Come carabinieri stiamo tentando di avvicinarci ai giovani nelle scuole, per far comprendere che non siamo dall’altra parte della barricata, anche se a volte, quando svolgiamo il nostro dovere siamo impopolari”.
“Questa città - ha proseguito il Colonnello Robusto - passa per essere turbolenta, un luogo dove non c’è la disciplina che vorremmo ci fosse. Il carabiniere qui non ha vita facile. Ci vuole l’impegno di tutti per cambiare davvero e forse riusciremo a fare più bella questa città”.
Alla base del cambiamento non c’è solo lo sviluppo economico, che pure ha investito Surbo negli ultimi anni, ma anche la legalità, la cultura della legalità. I due temi sono strettamente collegati, come ha spiegato il professor Giovanni Leone: “La legalità è un valore - ha detto - che deve essere acquisito e far parte della vita quotidiana”. Dove c’è lo sviluppo ci sono anche i presupposti perchè la cultura della legalità attecchisca e viceversa.
E non sono solo il tragico fatto di sangue, l’auto bruciata, la rapina (o altri deprecabili reati) a far capire che la cultura della legalità è carente, i segnali sono tanti, a partire dal giovane senza casco, che crede di non dover rispettare le leggi, per finire con l’imprenditore “furbo” (e ce ne sono tanti nel Salento) che non è una risorsa ma un intralcio per lo sviluppo di un territorio.
“Ci sono imprenditori - ha dichiarato il capitano della Guardia di Finanza Pasquale Scalone - che lavorano senza emettere fattura, o che fatturano cifre diverse da quelle incassate, c’è chi gonfia le fatture e chi si avvale del lavoro nero. Tutto questo va a discapito del contribuente onesto. Con la scorciatoia dell’illecito fiscale crea anche dei problemi agli altri imprenditori, alle altre aziende”. Così si frena lo sviluppo, ed è per questo che da più parti è stato ribadito che sviluppo e legalità in un territorio vanno di pari passo.
“Vi è uno stretto legame fra un tessuto sano e un’economia sana - ha commentato il vice Prefetto di Lecce, la dottoressa Daniela Lupo - il nostro dovere è far sentire le istituzioni vicine al cittadino, comprendere la sua esigenza di sicurezza e assicurare i diritti minimi garantiti dalla legge”.
E’ così che si abbattono le barricate, alle quali fa riferimento il Colonnello Robusto, ma non basta; “Occorre garantire ai giovani un futuro e un lavoro - ha dichiarato l’assessore Mancarella - ed è quello che stiamo tentando di fare attraverso la formazione professionale, un’opportunità in più che questa amministrazione vuole offrire. E’ necessario inoltre impegnarsi affinchè la forte espansione economica che ha interessato il nostro territorio significhi aumento dei livelli occupazionali” cosa che a Surbo è avvenuta solo in parte: “Gli ultimi dati sull’occupazione - ha spiegato Pietro Mancarella - ci dicono che a Surbo abbiamo 2.332 disoccupati e che nel nostro paese lavorano 786 persone. Di questi, però, solo 209 sono di Surbo, gli altri sono diciamo fuori sede”. Questo, secondo l’Assessore, è inaccettabile, perchè potrebbe significare che le assunzioni in passato sono avvenute tramite criteri poco chiari, penalizzanti per gli stessi surbini.
Il passo in avanti di Surbo è comunque da premiare, così come il lavoro delle forze dell’ordine che hanno saputo stroncare il fenomeno del racket delle estorsioni e rendere Surbo, più in generale, un paese più tranquillo che oggi, come ha dichiarato ieri sera il presidente dell’Associazione Antiracket, Carlo Miccoli “può finalmente scrollarsi di dosso la nomea della città sempre alla ribalta della cronaca nera”.
Stefano Mele

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