Tuesday, April 11, 2006

L’agorà del dopo voto: “Io emigro!”

da "il Paese Nuovo" del 11 aprile 2006

L’agorà del dopo voto: “Io emigro!”
Su internet gli italiani commentano i risultati, dai blog un film sulle elezioni

“Leggendo i post mi rendo conto che siamo in tanti a voler lasciare l’Italia se vince nuovamente Berlusconi e allora mi chiedono come mai la sinistra non ha vinto in modo evidente??? perchè non riusciamo a mandare a casa Berlusconi con una sentita sconfitta?” Lo ha scritto ieri Alyssa, una cittadina come tante, che ha approfittato dello spazio sul web messo a disposizione da Kataweb: “Commenta la diretta”; sono stati migliaia gli italiani che hanno voluto commentare, in tempo reale, i risultati della consultazione elettorale, fin dalla diffusione degli exit poll e delle prime proiezioni.
Il web come un’agorà, dove poter discutere anche con gli italiani all’estero su quanto sta accadendo nel nostro paese. Elettori di destra e di sinistra, così come gli esponenti politici, danno interpretazioni diverse dei dati, ma fra gli argomenti più gettonati, sia a destra che a sinistra, c’è quello dell’espatrio: “Che tristezza, la Svizzera si fa sempre più vicina”, scriveva Ripe intorno alle 19.30, mentre Elisa, dai Paesi Bassi faceva sapere: “Sto soffrendo da lontano...se vince Berlusca non torno più in Italia”. Anche Silvia la pensa allo stesso modo: “Sono in spagna - ha scritto - e se vince la destra non torno!!Forza Romano, vinceremo ma dobbiamo prepararci tutti a sangue e lacrime!!”. Commenti di questo genere sono stati molto frequenti: “Siamo spacciati non ci resta che emigrare in Romania e Cina ringraziate Prodi”, ha scritto un titolare di ditta. Ma mentre tanti italiani, troppi, hanno pensato all’esilio volontario, tanti altri hanno provato a dare interpretazioni dei dati; qualcuno, come alkex, ha messo in dubbio i risultati ottenuti nelle regioni dove è stato sperimentato il voto elettronico: “Mamma mia che puzza di bruciato!!! I dati del voto elettronico nelle quattro regioni ?! aiutooo”. Alberto, invece, si è scagliato contro la legge elettorale per il risultato contraddittorio registrato fra Camera e Senato: “La legge elettorale faceva schifo, ma non basta a giustificare questo scempio. È un incubo”.
L’iniziativa di Kataweb non è stata l’unica occasione offerta agli internauti per raccontare in che modo è stata vissuta la giornata del responso delle urne. “ilcannocchiale.it”, ad esempio, ha lanciato la sfida di un “blogfilm collettivo” invitando tutti i video-bloggers a diventare co-autori del primo blogfilm italiano. Chiunque possiede una piccola videocamera è stato invitato a raccontare, attraverso le immagini amatoriali, le scene ritenute più significative riguardanti le elezioni nella propria città. Le immagini saranno poi inviate all’indirizzo specificato su cannocchiale.it e verranno poi montate, fino a produrre un vero e proprio film, a cura di Stefano Mordini, il regista di “Provincia meccanica”.
I video che, per necessità di effettuare una selezione, non andranno a finire nel film, sono stati e saranno comunque pubblicati su cannocchiale.it; altri inviati al canale satellitare Nessuno Tv, che ieri ne ha già trasmessi alcuni.
Se il mondo dei blog rimane quello dal quale provengono gli spunti creativi e le novità più interessanti nell’uso della rete, i siti web legati a mezzi d’informazione di tradizione consolidata sono invece quelli che conservano il primato dell’attendibilità, quindi chi ha cercato informazioni sui risultati elettorali attraverso il web lo ha fatto consultando i siti legati alle testate giornalistiche storiche, quelle che esistevano ed esistono indipendentemente dal web. Un intreccio fra media diversi che ha prodotto un risultato qualitativamente eccezionale e che probabilmente ha tolto un primato anche alle televisioni, visto che molti giornalisti televisivi non hanno fatto altro che leggere i dati pubblicati su internet per poi commentarli con gli ospiti.
I commenti dei navigatori rimangono però i più fantasiosi, anche se, nel caso di Kataweb, solo i più raffinati (o quasi) hanno potuto esprimere liberamente il proprio parere, visto che i messaggi erano filtrati da una squasra di redattori impegnati a cestinare tutti i messaggi giudicati offensivi, discriminatori o razzisti.

Stefano Mele

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