Thursday, April 27, 2006

La memoria di quel lontano 1956


da "il Paese Nuovo" del 27 aprile 2006

Sono passati cinquant’anni da quando, nell’aprile-maggio 1956 Lecce ha ospitato il Congresso Eucaristico Nazionale, sotto il pontificato di Pio XII. Quel Congresso si concluse il 6 maggio del 1956 e il prossimo 6 maggio la Diocesi di Lecce intende dare un seguito ideale a quell’evento lontano, celebrando il Congresso eucaristico diocesano, con la visita del Cardinale Sodano e due settimane di preghiera, riflessione e musica. Il messaggio di Ruppi parla di speranza.


La memoria di quel lontano 1956

La Diocesi impegnata per il suo Congresso eucaristico. Come 50 anni fa

Correva l’anno 1956, quello della grande nevicata, di Kruscev che leggeva il rapporto segreto sui crimini di Stalin, al ventesimo congresso del Pcus.
I leccesi di vecchia generazione hanno bene impresso nel ricordo, però, un altro congresso, che si è svolto a Lecce dal 29 aprile al 6 maggio dello stesso anno. Si tratta del XV Congresso Eucaristico Nazionale, sul tema: “L’Eucaristia, sacramentum umanitatis, vinculum charitatis” (l’Eucaristia, sacramento di unità e vincolo di carità). Era il pontificato di Pio XII ,al secolo Eugenio Pacelli, che non riuscì ad essere fisicamente presente a Lecce; il suo messaggio ai fedeli (i trecentomila confluiti nell’attuale piazza Mazzini) fu trasmesso per radio, ma fra gli ospiti illustri, ricorda l’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi, c’era anche il Patriarca di Venezia, Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, che arrivò a Lecce con un aereo militare messo a disposizione dalle autorità di Venezia. Il futuro papa Giovanni XXIII, il “papa buono” era a quel congresso, così come numerosi vescovi e sacerdoti accorsi da tutta Italia, esponenti del governo di Mario Scelba e del Laicato Cattolico.
“Il Congresso Eucaristico Nazionale di Lecce - scrive monsignor Ruppi in L’Eucarestia speranza del mondo - tra la fine della seconda guerra mondiale e il Concilio Vaticano II (...) approfondisce la dimensione ecclesiale e sociale dell’Eucarestia, aprendo la strada ai nuovi fermenti ecumenici, alla pastorale famigliare e al rinnovamento pastorale. Si sente già nell’aria qualcosa di nuovo, che esploderà nel Vaticano II e troverà nella Eucharisticum Mysterium di Paolo VI la sua esplicitazione”.
Il 6 maggio 1956 si concluse il Congresso eucaristico nazionale e il 6 maggio 2006, si aprirà il Congresso eucaristico diocesano, in una città profondamente cambiata, non solo perchè la piazza dei trecentomila non porta più quel nome e per l’evoluzione-rivoluzione urbanistica intervenuta rispetto al grande evento di cinquant’anni fa, ma anche e soprattutto per il progressivo allontanamento di tanti fedeli dalla Chiesa, e quindi dall’Eucarestia: “Che tristezza - scrive ancora monsignor Ruppi - vedere i piccoli accostarsi alla mensa eucaristica con tanto affetto e tanta devozione e i genitori, gli adulti, i lavoratori, i professionisti, uomini e donne, affannati e affaticati, starsene lontani, freddi, increduli...”. Proprio per questo, è il messaggio centrale di questo Congresso, occorre restituire alle persone la speranza, ed è questo il significato stesso dell’Eucaristia, la speranza per il mondo che cambia, per il modo di vivere la fede che è cambiato.
“Non lo dimentico mai - scrive Ruppi - Quando arrivai a Lecce, il 29 gennaio del 1989, rimasi colpito dal fervore della gente e dallo splendore della cattedrale: tutto era bello, ordinato, solenne, con il caro mons. Mincuzzi, che mi consegnava il pastorale...L’indomani feci un giro privato, per vedere i paesi più vicini. Arrivato nella chiesa di San Pietro in Lama, rimasi colpito: verso le undici di mattina, c’erano tre donne inginocchiate dinanzi al Santissimo, facevano l’adorazione, come facevano tutti i giorni: E’ bello - dissi al vecchio arciprete - vedere la gente, inginocchiata dinanzi al Santissimo! Così cammina la Chiesa”.
Un’immagine di un Salento fermo nel tempo, da cartolina, apparentemente impenetrabile da parte della modernità. Un Salento che non esiste più, manifestazioni di fede che vanno scomparendo, oscurate da quella sempre più fitta schiera dei “non praticanti”, che la domenica affollano gli stadi e non più le chiese. In occasione di questo cinquantenario e precisamente la notte fra il 13 e il 14 maggio, i giovani, ha auspicato ieri in un incontro con i giornalisti Cosmo Francesco Ruppi, saranno in “adorazione notturna”, in attesa di San Lazzaro, subito dopo aver assistito al concerto di Branduardi in piazza Duomo.
Ci saranno davvero tanti giovani? In un certo senso è anche una prova per l’Arcivescovo. Non è solo l’occasione per riprendere i grandi temi del Concilio Vaticano II o del sinodo diocesano, come lo stesso Ruppi scrive, ma anche per tirare le somme di un episcopato che probabilmente si avvia a conclusione e che sarà ricordato anche per questo Congresso che come ha spiegato l’Arcivescovo nel suo messaggio “è l’applicazione diretta del Sinodo diocesano, che ha approfondito la comunione ecclesiale tra le persone e le comunità, come sviluppo e conseguenza della comunione Eucaristica”.
Stefano Mele

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