Saturday, May 20, 2006

Ricerca e didattica, al Fazzi si può

da"il Paese Nuovo" del 20 maggio 2006

Il direttore generale della Asl Lecce 1 lo chiede da tempo: il Vito Fazzi diventi sede di ricerca e di didattica. Lo ha chiesto anche a Massimo D’Alema, quando ha visitato il Polo Oncologico il 31 marzo scorso. Il Vice premier ha un chiaro programma di investimenti per la sanità nel Mezzogiorno e la ricerca è uno dei punti chiave di quel programma cestinato dal governo di centrodestra . Ora che il quadro è cambiato è il momento di fare una scelta.


Ricerca e didattica, al Fazzi si può

Facoltà di Medicina e prospettive dell’Ospedale leccese, i Ds hanno una proposta

“Il Vito Fazzi dovrebbe essere sede di ricerca e di didattica”. Lo aveva dichiarato Gianluigi Trianni il 31 marzo scorso, quando Massimo D’Alema visitò il polo oncologico dell’Ospedale di Lecce per illustrare alcuni punti riguardanti gli investimenti per la sanità nel Mezzogiorno contemplati nel programma di governo del centrosinistra.
Oggi la questione ritorna in agenda, con l’incontro organizzato dai Ds sul tema “Facoltà di medicina e prospettive del Vito Fazzi”, al quale prenderanno parte i maggiori esponenti del partito della provincia di Lecce e il vicepresidente della Regione, Sandro Frisullo.
L’idea di una Facoltà di Medicina a Lecce è rimasta nel cassetto, fino a oggi, soprattutto a causa delle perplessità manifestate dal rettore dell’Università di Lecce, sulla base della semplice considerazione che mancano i fondi necessari per imbarcarsi in una simile impresa.
L’idea di Massimo D’Alema è tuttavia diversa, visto che è sua la proposta di legge, datata 5 maggio 2004, riguardante gli “interventi straordinari per la sanità nel Mezzogiorno”, nella quale il presidente dei Ds indica fra le strategie per il rilancio del Servizio sanitario nazionale lo sviluppo della ricerca biomedica.
Le risorse necessarie per garantire questo rilancio devono provenire, secondo la proposta di D’Alema, da un fondo straordinario appositamente istituito e denominato “Fondo di investimenti per la Sanità nel Mezzogiorno”.
Fra i criteri generali di intervento individuati da D’Alema c’è lo “sviluppo di forme di cooperazione e di partenariato con i centri di eccellenza, e la formazione di gemellaggi tra regioni, Asl, Università del Centro-Nord e del Meridione”. Questi interventi e altri ancora, come quelli relativi all’ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario e la formazione del personale, devono essere finanziati, seondo la proposta di legge dell’attuale Vice premier, con 2 miliardi di euro stanziati dalla Legge Finanziaria e operazioni di mutuo a carico della Regione, da effettuare con la Banca Europea degli Investimenti. A coordinare gli interventi dovrebbe essere un’apposita Cabina di regia composta, sempre stando alla proposta di legge di D’Alema, dal Ministro della Salute, che la presiede, dal Ministro dell’Economia, dal Ministro dell’Università e della ricerca scientifica o loro rappresentanti, da tre membri nominati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, integrato dalla presenza di esperti della pubblica amministrazione, del mondo medico, accademico e scientifico.
La discussione è ora incentrata su come utilizzare i nuovi fondi, e se, come da tempo suggerisce anche la Cisl, una Facoltà di Medicina a Lecce sia l’investimento opportuno. (s.m.)

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