Monday, May 22, 2006

Facoltà di Medicina a Lecce, “decide la politica”

da "il Paese Nuovo" del 21 maggio 2006


Un polo d’eccellenza, un’Azienda ospedaliera di alto livello che sappia interagire con l’Università. L’obiettivo finale è quello di istituire la Facoltà di Medicina e Chirurgia a Lecce, ma ancora prima è possibile collegare il Vito Fazzi alle Facoltà di Biologia, Fisica e Ingegneria, mettendo la ricerca universitaria a servizio della medicina. I Ds ci credono, è un punto del programma di governo della Città, sostenuto a livello provinciale, regionale e nazionale.


Facoltà di Medicina a Lecce, “decide la politica”

L’Università è scettica, ma la sfida dei Ds rientra nelle politiche nazionali. Poi annunciano: “Presto un’unica Asl”


Due obiettivi chiari e prioritari: il Vito Fazzi deve tornare ad essere un’azienda ospedaliera autonoma, non più accorpato all’Asl Lecce 1, e deve essere agganciato all’università, fino ad arrivare all’istituzione della Facoltà di Medicina a Lecce.
E’ quanto hanno proposto i Ds ieri mattina nella sede della federazione provinciale del Partito, annunciando che il perseguimento di questi obiettivi sarà oggetto di lavoro da qui ai prossimi mesi.
“E’ un progetto che i Ds stanno portando avanti a livello nazionale, regionale, provinciale e cittadino” ha dichiarato Antonio Rotundo, e si farà, ha aggiunto, indipendentemente dalle perplessità da parte dell’Università di Lecce. “A decidere - ha chiarito - è la politica”.
Tra i due obiettivi definiti come prioritari, quello dell’istituzione della Facoltà di Medicina a Lecce è certamente più complesso, ma i Ds propongono un percorso graduale che inizi con il collegamento fra l’Ospedale e le Facoltà di Biologia, Ingegneria e Fisica, che hanno molti insegnamenti in comune con Medicina.
“Non escludiamo - ha spiegato Rotundo - che possa nascere una fondazione a sostegno del progetto della Facoltà, ma ci rivolgiamo anche ai privati: alle banche, alle imprese. Con una sinergia forte il progetto diventa realistico”.
“Biologia e il dipartimento di nanotecnologie possono operare in stretto rapporto con la ricerca medica - ha aggiunto il capogruppo dei Ds alla Regione, Antonio Maniglio - in particolare con l’oncologico ci sono parecchi punti di possibile convergenza. La Facoltà, quindi, nascerebbe in un contesto di riferimento, non sarebbe una cattedrale nel deserto”.
L’idea dei Ds è che il rilancio del Vito Fazzi, con l’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia “risponderebbe alla reale esigenza, non solo per Lecce, ma anche per le Province di Brindisi e Taranto, di concorrere all’ambizioso progetto di creare un riferimento di politica sanitaria nell’ambito di una ‘grande Università del Salento’.
La presenza infatti di questa nuova facoltà, i cui corsi di laurea possono programmarsi nel tempo, porterebbe sicuramente alla promozione di programmi specifici di ricerca applicata, sviluppo tecnologico, formazione, informazione e divulgazione; l’Università intesa, quindi, come centro naturale di ricerca, con le aziende Asl e gli ospedali di cui avvalersi, attuandola nella pratica clinica medica”.
Si tratta in pratica di realizzare a Lecce ciò che è ormai da molti anni una realtà nelle città del centro-nord; ma prima che questo possa accadere è necessario secondo i Ds che il Vito Fazzi ritorni a essere un’Azienda Ospedaliera autonoma.
In altre parole si tratta di correggere il Piano Sanitario di Fitto.
“Quando il Piano Sanitario derubricò il Vito Fazzi - ha dichiarato Rotundo - avvertimmo che dietro a quella scelta c’era una logica bassa, di mera contabilità; quella scelta ha sacrificato le potenzialità che nel Vito Fazzi ci sono”. Anche Paola Povero, responsabile per la Sanità dei Ds, ha espresso lo stesso giudizio, osservando anche che inglobando il Fazzi nell’Asl “si è provocato un marasma organizzativo”.
Occorre allora tornare all’1 gennaio 2003, quando per volere del vecchio governo regionale solo le strutture nelle quali insiste il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, furono individuate quali Aziende Ospedaliere.
I due obiettivi (Facoltà e autonomia) sono dunque strettamente connessi.
C’è poi da considerare la delibera di Giunta (la 1160 dell’8 agosto 2002) attraverso la quale il vecchio governo regionale già aveva revocato la costituzione di alcune Aziende Ospedaliere pugliesi, fra le quali il Vito Fazzi, essendo venute a mancare le condizioni di legge e l’opportunità economico-funzionale per riconfermarlo tale.
Secondo i Ds, invece, le condizioni di legge sussistono, visto che nell’ospedale sono state attivate le Unità Operative di Radioterapia oncologica, Cardiochirurgia, Cardiologia interventistica ed emodinamica, Ematologia e, da qualche mese, Oncologia ed Oncoematologia pediatrica. Ci sono cioè i requisiti previsti dal Decreto del Ministero della Sanità del 29 gennaio 92, nonchè dal Decreto Legislativo 229 del 19 settembre 99 che pongono come requisito per assegnare a un ospedale lo status di Azienda Ospedaliera la presenza di Unità operative di Alta Specialità, come quelle presenti al Vito Fazzi.
L’altro requisito è appunto il collegamento con il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, la sfida alla quale i Ds stanno lavorando.
Ma le novità che i Democratici di Sinistra intendono introdurre non si limitano al rilancio dell’Ospedale Vito Fazzi, perchè questa è un’operazione che deve necessariamente essere preceduta da un abbattimento di costi inutili.
Tra questi, come annunciato nei giorni scorsi dall’assessore regionale al Bilancio, Francesco Saponaro, sono da annoverare quelli per mantenere tutte le Asl pugliesi, che quindi vanno ridotte, anche a Lecce.
“Noi lavoreremo - ha dichiarato ieri Maniglio - perchè ci sia una sola Asl nella provincia di Lecce. Non abbiamo bisogno di due Asl con identiche funzioni - ha aggiunto - ne basta una con distretti che lavorano bene. Questo accadrà anche a Foggia e, con qualche difficoltà in più, a Bari”.
Stefano Mele

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