Monday, May 15, 2006

Specie a rischio, si allunga la lista

da "il Paese Nuovo" del 14 maggio 2006
La Lista Rossa dell’Iucn, l’Unione internazionale per la Conservazione della Natura, dipinge un quadro a tinte fosche: oltre 40 mila specie rischiano l’estinzione nel mondo e 266 in Italia. Secondo il Wwf, che è membro dell’Iunc, è ora che il nuovo Governo provveda a varare il Piano Nazionale per la Biodiversità, e nel Salento il biologo Fernando Boero continua a coltivare il sogno di costituire un laboratorio europeo per studiare la biodiversità marina.

Specie a rischio, si allunga la lista
Oltre 40 mila animali e piante rischiano di sparire, il Wwf chiede aiuto al Governo


La lista rossa si allunga, le specie animali e vegetali che rischiano di dire per sempre addio al pianeta terra sono circa un terzo (16.119 su 40.117) di quelle monitorate dall’Iucn, l’Unione internazionale per la Conservazione della Natura, di cui è membro anche il Wwf.
L’Italia non rappresenta certo un’eccezione e sono ben 266 le specie che gli esperti considerano a rischio: in cima squali e razze, cetacei, uccelli palustri, pesci di fiume, tartarughe marine, fiori rarissimi e ora anche i pipistrelli.
In un quadro mondiale complessivamente peggiorato il Mediterraneo e l’Italia sono oggi più che mai al centro del problema e le cause sono da ricercare nella crescente urbanizzazione, nelle tecniche di agricoltura intensiva che modificano in modo irreversibile l’ambiente e lo aggrediscono attraverso l’uso smodato di sostanze chimiche, oltre che il bracconaggio e il turismo di massa sulle coste, tutti fattori che, come ha spiegato il presidente del Wwf Italia, Fulco Pratesi, hanno seriamente compromesso la sopravvivenza di migliaia di animali e piante.
Secondo Pratesi, però, molto può essere fatto per invertire questa triste tendenza, a cominciare dal Governo: “Ci auguriamo - ha dichiarato il presidente del Wwf - che il prossimo Governo compia seri passi in questo senso approvando al più presto il Piano Nazionale per la Biodiversità e le leggi specifiche di salvaguardia di fauna e flora”.
Se il mare è sempre più povero, i cieli sempre più deserti, nei fiumi non scorrono più chiare fresche e dolci acque e persino le formiche, nel loro piccolo, scompaiono, l’intervento soccorritore del novello Noè richiede non più una sola arca, bensì molteplici piani d’azione: a livello globale il reale rispetto delle Convenzioni e del rispetto delle regole internazionali, a livello locale una maggiore attenzione rispetto alle specie “esclusive”, i così detti endemismi che corrono i rischi maggiori, proprio perchè solo in alcuni luoghi, in aree limitate, è possibile la loro stessa esistenza.
In questa direzione, ad esempio, stanno andando gli sforzi di Fernando Boero, docente di Biologia Marina all’università di Lecce, che proprio sulle biodiversità del Mediterraneo e del Salento in particolare, ha concentrato i propri studi e che vorrebbe che proprio nella provincia di Lecce nascesse un laboratorio di livello internazionale dove scienziati provenienti da tutto il mondo possano collaborare a ricerche sulla biodiversità marina, e magari scoprire nuove specie, o approfondire la conoscenza di quelle già catalogate prima che cambiamenti ambientali le spazzino via. (s.m.)

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