Friday, May 12, 2006

Spesa farmaceutica, boom in Puglia. Tedesco: "Non aumenteremo le tasse"

da "il Paese Nuovo" del 12 maggi0 2006

L’opposizione accusa: “ Ora vogliono mettere le mani nelle tasche dei cittadini”


Spesa farmaceutica, boom in Puglia
Tedesco: “Non aumenteremo le tasse”

E’ di nuovo polemica sulla sanità, in viale Capruzzi, dopo la pubblicazione dei dati diffusi da Federfarma relativi alla spesa farmaceutica delle regioni nel primop bimestre del 2006. I dati evidenziano che la Puglia ha registrato la variazione di spesa più alta a livello nazionale, rispetto allo stesso periodo del 2005.
Puntuale arriva la levata di spade da parte dell’opposizione, con i consiglieri regionali de “La Puglia prima di tutto”, Francesco Damone e Ignazio Zullo che evidenziano come l’aumento di spesa in Puglia si sia attestato a un + 20% rispetto allo stesso periodo del 2005, mentre la media nazionale si è attestata intorno all’11%, con punte massime del 14,4% nel mese di gennaio.
Damone e Zullo paventano l’ipotesi (poi smentita dall’assessore Tedesco) di un aumento dell’addizionale Irpef per coprire questi costi.
La questione, che i due consiglieri hanno portato all’attenzione della Giunta Vendola e dell’assessore Tedesco tramite un’interrogazione urgente, riguarda anche gli splafonamenti già registrati dalla Puglia a partire da maggio 2005 e i probabili ulteriori splafonamenti che si potrebbero registrare nei prossimi mesi.
“Chiediamo quindi alla giunta - concludono Damone e Zullo - se sia vero che starebbe per adottare provvedimenti atti ad incidere più intensamente sull’addizionale Irpef per recuperare la maggiore spesa farmaceutica; in caso contrario quali provvedimenti siano in itinere per coprire gli splafonamenti; cosa si sta facendo per arginare al più presto la situazione; se la Giunta non ritenga, alla luce di questi dati, di rivedere la politica di esenzione dal ticket che, pur non essendo stata garantita a tutti i cittadini pugliesi come invece promesso in campagna elettorale, sta già portando conseguenze negative sul bilancio regionale”.
Immediata la replica dell’assessore regionale alla sanità, Alberto Tedesco, che, pur riconoscendo il dato dell’incremento della spesa farmaceutica, invita a un’analisi più approfondita dei dati e rispedisce al mittente la provocazione di Damone e Zullo circa l’aumento dell’addizionale Irpef. Il dato diffuso da Federfarma, comunque, era previsto o prevedibile secondo l’Assessore alla Sanità. “Innanzitutto - dichiara - il minor introito del ticket, corrispondente a 6-7 milioni di euro nei due mesi, corrisponde al 4% della spesa che obiettivamente la Puglia aveva già previsto di sostenere in più. Ma va detto che il governo regionale - continua Tedesco - è ben felice di dover sostenere questa spesa visto che è servita a garantire l’accesso a un livello essenziale di assistenza a cittadini bisognosi che diversamente rischiavano di non fruire di idonea assistenza”.
Tedesco aggiunge, inoltre, che “ad oggi, in termini di spesa farmaceutica pro capite, la Regione Puglia è la quinta regione d’Italia e, considerando anche i consumi in distribuzione diretta, la posizione regredisce ancora”.
L’Assessore fa sapere, intanto, che la Regione sta già intervenendo nel campo dell’appropriatezza delle prescrizioni e del buon uso del farmaco.
“Infatti - spiega Tedesco - è stato avviato il progetto di farmacovigilanza, è stata costituita la commissione regionale per l’appropriatezza prescrittiva, sono in corso di emanazione le linee guida ed è stato approvato un progetto di studio nelle grandi strutture ospedaliere”.
A queste iniziative, ricorda Tedesco, si aggiungeranno quelle dell’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) e la riduzione selettiva dei prezzi di alcuni farmaci “che riguarderà - precisa - i farmaci il cui incremento di consumi non è giustificato da reali esigenze epidemiologiche”.
“Sono queste - conclude Alberto Tedesco - le iniziative su cui la Regione accetta proposte, non quelle provocatorie di aumentare le tasse”.

Thursday, May 11, 2006

da "il Paese Nuovo" del 11 maggio 2006





“Il mercato torni in centro”

Loredana Capone propone di rilanciare quello di piazza Libertini

“Ridare al centro il suo mercato. Non allontanare anche gli ambulanti di piazza Libertini dal centro, bensì far tornare il mercato coperto”. Loredana Capone, aspirante sindaco di Lecce, lancia questo messaggio alla città e ai commercianti, compresi quelli di Settelacquare che vorrebbero ritornare al centro. “Il mercato - sottolinea la Capone - non è solo il luogo dove comprare, ma anche dove socializzare. La piazza del mercato è il luogo dell’aggregazione sociale dove la gente si incontra, scambia quattro chiacchere, fa amicizia. Al mercato passano tutte le generazioni. Il mercato caratterizza la città, dà un’identità ai luoghi, diventa punto di attrazione turistica”.
“Anche noi viaggiando - continua Loredana Capone - cerchiamo nelle altre città questi luoghi caratteristici, fatti di persone, di colori, di voci, di odori, di incontri. Ogni città ha il suo mercato centrale e il suo mercato rionale”.
Così, secondo la vicepresidente della Provincia, dovrebbe essere anche a Lecce e c’è da stupirsi, dichiara “che la giunta non voglia nè l’uno nè gli altri”.
“Perchè allora - prosegue - l’ostinazione a svuotare il centro e privarlo del mercato? E’ giusto che anche le periferie abbiano i loro mercatini, ma conservando quello del centro”.
“Cerchiamo di capire - conclude la Capone - se altri operatori commerciali vogliono aprire un’attività nello spazio di Settelacquare, ma lasciamo al centro il suo mercato”
S.M.

Wednesday, May 10, 2006

Quell’affronto in stile Liberty

da "il Paese Nuovo" del 10 maggio 2006

“...Un luogo brulicante di gente e riecheggiante dei versi di pescivendoli e verdurai, un luogo unico e tipico della nostra città dove una moltitudine di massaie leccesi si recava giornalmente per la classica spesa (...) era un continuo andirivieni da un banco all’altro, da un box all’altro, fino a che non si riusciva a trovare ciò che si desiderava. ..” da “Il Grande Gelso. Lecce anni ‘50 attraverso ricordi e immagini” di Giuseppe De Simone




Quell’affronto in stile Liberty
Disseminati fra vari depositi comunali i pezzi dell’antica tettoia che copriva “la chiazza”


Stravaccata fra l’erba, al pari di un ferro vecchio senza valore, giace, nel deposito comunale “Sorriso”, in via Costadura, la gloriosa tettoia in stile Liberty, che dal 4 dicembre 1898 fino al 1981, ha fatto bella mostra di se in viale Marconi, addossata alle mura del Castello. A lasciarla in eredità ai Leccesi fu il sindaco Giuseppe Pellegrino, avvocato, giornalista, in seguito anche deputato, probabilmente l’amministratore più illuminato che la città ricordi.
L’opera, molto simile alla struttura che ancora oggi si può ammirare nella stazione ferroviaria di Lecce, fu costruita dalla stessa ditta che, secondo alcuni, realizzò dei componenti del ponte di Brooklyn, e divenne, insieme al tram elettrico che collegava Lecce a San Cataldo, uno dei gioielli della città, simbolo di un’epoca, quella precedente alla Grande guerra, che anche Lecce probabilmente viveva come l’inizio di una nuova era.
Il trisnonno di chi scrive aveva, negli anni ‘10 del 900, un chiosco per la vendita dell’acqua, che prelevava da un grosso serbatoio di zinco. Ai numerosi avventori del mercato, Oronzo Mele, “lu tamburrieddhru” , forniva refrigerio nelle calde giornate estive, con granite che costavano circa 20 centesimi. Nelle foto d’epoca il chiosco è immediatamente riconoscibile, perchè è una struttura a se stante rispetto alla tettoia, posizionata in prossimità della fontanella che ancora oggi si trova su quel marciapiede, proprio vicino ai bagni pubblici.
La “chiazza cuperta” era un brulicare di anime, un mercato molto grande che non si limitava alla sola area coperta dalla tettoia, ma si estendeva nelle zone limitrofe dove i commercianti, da Lecce e provincia, esponevano merci di vario genere: scarpe, stoffe, carbone, ma anche piante e fiori, spezie e arnesi di ogni tipo.
Il mestiere si tramandava, di padre in figlio, la piazza e quella tettoia dovevano essere l’anima stessa del commercio cittadino e dell’intera provincia, ma anche un luogo affascinante, del quale, secondo i testimoni, è rimasto impresso nel ricordo soprattutto l’odore, inconfondibile e aggressivo, un misto di spezie formaggi e pesce, e ogni altro genere alimentare.
Così Giuseppe De Simone ricorda quel luogo, nel suo libro (Il Grande Gelso): “Lungo tutti e quattro i lati della struttura Liberty vi erano numerosi box di vendita (macellerie, salumerie, panetterie, drogherie), nella fascia centrale, invece, si trovavano i banchi adibiti alla vendita di verdura e frutta. Inoltre, tutti da un lato, vi erano dei lunghi banchi in muratura, completamente rivestiti di piastrelle smaltate di colore bianco e forniti di acqua corrente, utilizzati per la vendita di frutti di mare”.
Sono certo che chi ha l’età per ricordare deve solo chiudere gli occhi per rivederli tutti lì: “lu Pippi zeppu (così ribattezzato per l’andatura claudicante) e la Nnina delle cozze”, Vincenzino Amato con i suoi “sanguinazzi” (sanguinacci) la salumeria Renna e quella “dellu Peu”. Chi ha un’età più avanzata potrà ricordare anche “lu pirèca”, “lu Mmelu sagna” il gelataio, “lu mesciu peppu carrozzieri”, “lu Ronzu babbu te li anelli” e via discorrendo.
Giuseppe De Gaetano, nipote di quel Giuseppe De Gaetano (“Pippi zeppu”) e figlio di “Ginone” (Luigi) De Gaetano, ancora oggi fa lo stesso lavoro tramandato da tre generazioni, il suo è l’ultimo box in fondo al mercato di Settelacquare, una sede provvisoria che i commercianti non hanno mai amato. Nel 1978 il sindaco Salvatore Meleleo dispose la demolizione della tettoia liberty, come testimonia un’epigrafe marmorea affissa su una parete del Castello di Carlo V. “Io ricordo perfettamente le sue parole - racconta De Gaetano: ”.
La fase di smontaggio della struttura, invece, terminò nel 1982, i grossi pali furono inviati a Vicenza per il restauro, con un costo di circa 350 milioni di lire, mentre i commercianti furono trasferiti in quella sede provvisoria, fatta di lamiere, in Piazza Libertini, che invece ospitò il mercato fino a tempi recentissimi, fino a quando, cioè, “baracche e burattini” non sono stati spostati nell’attuale sede di Settelacquare, “alla periferia di Lecce!”, commenta Giuseppe De Gaetano . La promessa, però, (e a volte la questione ritorna) era quella di erigere nuovamente la tettoia nell’area di Santa Maria del Tempio, poi “Caserma Tempio” e successivamente “Caserma Massa”, sulle ceneri dei due chiostri cinquecenteschi, fatti demolire nel 1971 dall’amministrazione allora guidata dal sindaco Salvatore Capilungo (Dc). Ora è il regno delle giostrine, dei panini con il wurstel e dei parcheggiatori abusivi.
Nella nuova sede del mercato, rispetto ai tempi della tettoia Liberty, è tutto diverso, fatta eccezione per gli antichi banconi dove ancora oggi sono appoggiate le casse di frutta e verdura. Sotto quei banchi, in ferro battuto e marmo, c’era anche chi, nella prima metà del 900, ci dormiva, per guadagnarsi così la postazione di vendita migliore. E così, dormiente, è oggi la struttura, smontata e dilaniata, sparsa un po’ qua un po’ là fra i depositi comunali. La generazione di chi scrive non può neanche ricordarla, solo fantasticare guardando le vecchie foto o affidandosi al racconto di chi c’era, e continuando a fantasticare viene in mente ciò che forse avrebbe detto oggi Giuseppe Pellegrino davanti a questo affronto: “questa città ormai sta con Fazzi”.
Stefano Mele

Saturday, May 06, 2006

Donazione d’organi, Sud poco altruista. Puglia in giù

da "il Paese Nuovo" del 6 maggio 2006


Donazione d’organi, Sud poco altruista. Puglia in giù

“Il trapianto è vita”, con questo slogan, dal 7 maggio prossimo, si aprono le giornate nazionali dedicate alla donazione e al trapianto di organi. Fino al 14 maggio a Lecce, come in tutta Italia, medici esperti e associazioni saranno a disposizione dei cittadini per fornire spiegazioni e chiarire i tanti dubbi che ruotano spesso intorno all’argomento.
Già ieri i dottori Gallucci, coordinatore delle iniziative per la donazione degli organi, Bongiorno, De Rosa (anestesista rianimatore) e Calvo, hanno illustrato ai giornalisti i dati relativi ai trapianti in Puglia e nel Salento, le procedure per diventare donatori e l’iter previsto dalla legge per procedere al prelievo degli organi.
Il sud Italia e la Puglia hanno un primato non lusinghiero, visto che la percentuale di donazioni è più bassa rispetto al nord ed è persino diminuita nell’ultimo anno. Questo, secondo gli operatori del settore è dovuto in parte a fattori culturali, e in parte alla sfiducia spesso esistente nei confronti delle strutture sanitarie del Mezzogiorno o delle figure professionali che qui operano.
Nel centro trapianti di Lecce, però, lavorano stimati professionisti, così come ha riconosciuto la Commissione che ha ispezionato il centro.
Il problema, allora, è più legato a una conoscenza superficiale, da parte dei cittadini, della rigida e scrupolosa procedura seguita prima di effettuare il prelievo degli organi che può avvenire solo allo scadere di sei ore dall’accertamento della morte celebrale del soggetto donatore. Solo allora, e dopo il parere unanime del collegio (composto dall’anestesista rianimatore, dal neurofisiopatologo e dal medico legale) il cadavere va in sala operatoria dove le varie equipe effettueranno il trapianto dell’organo. “Non ci devono essere dubbi interpretativi” ha chiarito il dottor Filippo De Rosa, mentre tutti i medici presenti hanno voluto sgomberare il campo da ogni dubbio: morte celebrale e stato comatoso sono due cose ben differenti, e cioè il donatore dal quale vengono prelevati gli organi è un cadavere a tutti gli effetti, senza possibilità di uno “sperato risveglio” che induce i familiari a non autorizzare il prelievo degli organi.
Ecco perchè è fondamentale non lasciare agli altri la decisione, ma dare autonomamente la propria disponibilità a donare quando la vita ancora lo consente. Durante le “Giornate nazionali della donazione e trapianto di organi” sarà allestito, all’ospedale Vito Fazzi, uno stand informativo dove sarà possibile sottoscrivere la “dichiarazione di volontà” di donare gli organi, dichiarazione che, in ogni caso può essere effettuata in qualsiasi momento e presso qualsiasi distretto.
Secondo il dottor Bongiorno sarebbe utile se per ogni documento che si richiede (patente, passaporto, carta d’identità etc.) si aggiungesse anche la cosiddettà “dichiarazione di volontà” che, in ogni caso, non è irreversibile, cioè può essere annullata in qualsiasi momento.
Il modulo compilato sarà poi inviato al centro nazionale di riferimento, per essere inserito in una banca dati. Alternativamente il donatore può certificare il proprio consenso attraverso una dichiarazione scritta che il cittadino porta sempre con sè, insieme ai propri documenti. La dichiarazione sarà valida solo se contiene dati anagrafici, dichiarazione di volontà, data e firma e non esistono limiti di età per diventare donatori. (s.m.)

Friday, May 05, 2006

Tempesta di sabbia nel Grande Salento. Un vertice

da "il Paese Nuovo" del 5 maggio 2006




Tempesta di sabbia nel Grande Salento. Un vertice


La tempesta di sabbia che spira sul Grande Salento non accenna a placarsi, anzi non è lontana la spaccatura fra le Province e non si esclude che la questione finisca per essere discussa in tribunale. Tutto questo nonostante mercoledì scorso l’Ufficio del Demanio abbia dato l’ok al trasferimento di centocinquantamila metri cubi di sabbia dai fondali di Punta Penne verso le marine leccesi.
Prima di arrivare allo scontro fra Lecce e Brindisi, però, il presidente Pellegrino, quello della Provincia di Brindisi, Michele Errico, e gli assessori regionali Minervino (Demanio) e Losappio (Ambiente), si incontreranno, martedì prossimo, a Bari, presso la Presidenza della Regione Puglia, dove è prevista la Conferenza dei servizi sulla questione, un incontro utile per esaminare insieme tutte le informazioni tecniche preliminari all’autorizzazione definitiva e concertare politicamente le scelte operative conseguenti.
Tutti i soggetti dichiarano di condividere un interesse primario, quello della tutela dell’ambiente, ma da Brindisi tanti cittadini esprimono preoccupazione e incredulità per quanto sta accadendo.
Il “Forum Ambiente e Sviluppo” ha lanciato ieri un appello rivolto al presidente Vendola: “Le nostre sabbie non si toccano”.
Nella lettera indirizzata a Vendola si legge: “Un progetto giustificato solo da logiche localistiche per le quali non si dovrebbero manomettere i fondali del litorale leccese vicino all’area interessata, fondali di sabbia qualitativamente identica a quella dei litorali da ricostruire. E si dovrebbe invece procedere a scavi nei fondali delle acque brindisine interessando una vasta area antistante coste già fortemente degradate da erosioni, da insediamenti incontrollati e da espoliazioni naturali”.
Il Forum Ambiente Salute e Sviluppo manifesta il proprio appoggio al presidente Errico anche nel caso in cui dalla protesta verbale si dovesse passare a una reazione sul versante giudiziario, mentre la richiesta inoltrata a Vendola è una sola: “l’immediato ritiro del provvedimento autorizzativo della Regione Puglia”.
La destra salentina dà una propria lettura degli avvenimenti: “Al primo colpo il Grande Salento scricchiola - dichiara Raffale Baldassarre” che definisce “un’assurda commedia” la vicenda del ripascimento delle spiagge leccesi, una commedia, continua Baldassarre “esasperata dalle posizioni contrapposte che provengono dalla Provincia di Brindisi, la quale, invece, dovrebbe essere mossa da uno spirito di solidarietà istituzionale”.
“La stagione turistica - dichiara ancora Baldassarre - è in pericolo senza la sabbia brindisina: questo lo sa bene la Regione Puglia e i vertici delle Province salentine. Lo sa bene tutto il centrosinistra che pretende di governare il nostro territorio”.
Sempre dalle fila di Forza Italia il coordinatore provinciale Cosimo Gallo parla di fallimento del Grande Salento: “non è nemmeno nato che è già morto, dichiara, soffocato da campanilismi anacronistici”, poi esprime solidarietà agli imprenditori del settore che secondo Gallo “a fronte di richieste legittime ricevono in risposta uno spettacolo non decoroso”.
L’affondo forzista contro il Grande Salento si arricchisce con le dichiarazioni dell’onorevole Luigi Lazzari, che parla di cieco campanilismo e trionfo del localismo. “I punti d’intesa fra le tre Province - chiede sarcasticamente Lazzari - in cosa consistono? Nella scelta della sede in cui organizzare le conferenze stampa o nell’individuazione dei ristoranti dove andare a banchettare per gli auspicati protocolli? In questo modo, grazie a questo bel regalo che la Primavera Pugliese fa all’estate salentina i nostri turisti saranno infelici e scontenti”.
“Probabilmente - conclude Lazzari - saremo costretti ad andare a prendere la sabbia in Africa, magari in Libia, tenendo fede alla vocazione al Mediterraneo della nostra Puglia”.
Dubbi sulla consistenza del progetto chiamato Grande Salento arrivano anche da Pasquale Gaetani (An) consigliere della Provincia di Lecce, che esprime perplessità sulla reale disponibilità a collaborare da parte delle Province di Brindisi e Taranto: “Intendono forse - chiede - che, ogni qual volta si rivolgano alle istituzioni del territorio leccese, queste ultime debbano immediatamente rispondere all’appello e correre in soccorso e, quando avviene il contrario, si rifiuta ogni collaborazione, minacciandoo l’intervento della Magistratura?”
“Evidentemente - conclude Gaetani - il solo a credere e ad aver capito l’importanza di questa sinergia istituzionale è il Presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, il quale viene lasciato solo anche dai suoi, dalla sua maggioranza e dal Presidente della Regione”.
Stefano Mele

Thursday, May 04, 2006

Il Premio Barocco verso la 37° edizione

da "il Paese Nuovo" del 4 maggio 2006



Il Premio Barocco verso la 37° edizione


C’è grande attesa, anche quest’anno, per la 37esima edizione del Premio Barocco, una manifestazione che, annunciano gli organizzatori, sarà ancora più ricca di spettacolo e di colpi di scena rispetto alle precedenti. Vige ancora uno stretto riserbo sui premiati, ma dalle prime anticipazioni saltano fuori i nomi di Ennio Morricone e Pupi Avati in onore del quale potrebbero arrivare a Gallipoli Vanessa Incontrada, Ines Sastre o Francesca Neri, per consegnare la statuina al grande regista.
La conduzione della diretta televisiva, venerdì 9 giugno, sarà invece affidata, con ogni probabilità, a Carlo Conti. Numerosi sono, poi, i destinatari della “Terra del Sole Award”, tra questi ci sono la conduttrice televisiva Jaqueline Adames, il direttore editoriale dell’Istituto Enciclopedico Treccani Massimo Bray, il Vice prefetto di Lecce, Giulia Cazzella, il vice presidente nazionale della piccola industria di Confindustria, Cesare De Pascalis, il vicepresidente del Forum delle Minoranze etnico culturali delle fiandre, Fernando Marzo, il giornalista Tonino Pinto, il presidenteCna salentina, Pasquale Restio, il direttore di Assovetri Giorgio De Giovanni, e il direttore dell’Osservatorio Nazionale Eventi Sportivi Francesco Tagliente, anche responsabile della sicurezza nei recenti Giochi olimpici invernali.
Accanto al Premio Barocco, come di consueto, si affiancheranno una serie di manifestazioni collaterali. Il 3, il 6 e il 9 giugno si terranno, infatti tre convegni nazionali e nei primi due si approfondiranno temi ambientali e legati alla salute con due eccellenze aziendali salentine, Lachifarma e Italgest.
Il terzo convegno sarà invece dedicato al tema della pirateria, ed è stato organizzato in collaborazione con la Presidenza nazionale della Siae, la Guardia di Finanza e la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Lecce.
Il Premio, considerato uno dei più grandi eventi dell’estate pugliese e uno strumento prezioso per promuovere turismo, cultura e gastronomia, ruoterà intorno ad alcune parole chiave, quelle lanciate dall’autore televisivo Lieto Casimiro: “Eccellenza”, “carriera”, “contemporaneità”, “recupero della storia dell’evento”, territorio”, rispetto al quale - ha dichiarato l’autore - “il porto sarà come ponte avanzato di una portaerei”.
La garanzia della buona riuscita dell’evento è fornita dalla squadra di sempre: il patron Fernando Cartenì, i produttori Nello Marti e Patrizia Bulgari, il regista Carlo Di Blasi e l’autore Casimiro Lieto.

Wednesday, May 03, 2006

Spiagge ai privati. “A Otranto sono già troppe”

da "il Paese Nuovo" del 3 maggio 2006

Spiagge ai privati. “A Otranto sono già troppe”


A Otranto le spiagge date in concessione ai privati bastano e avanzano.
E’ questo, in sintesi, il senso della lettera sottoscritta da numerosi cittadini e diretta al presidente Vendola, agli assessori al Demanio e all’Ecologia, Minervini e Losappio.
Nella lettera, pubblicata sul blog nato per salvaguardare la Baia dei Turchi (baiadeiturchi.ilcannocchiale.it) si chiede che la Regione “stabilisca immediatamente una moratoria nelle concessioni” e che “proceda, ove previsto dalla legge, alle valutazioni di incidenza ambientale, in ossequio alle direttive emanate recentemente dalla stessa Regione”.
“Ci sembra assurda - si legge nel documento - intollerabile, e mirata inevitabilmente alla devastazione della natura, la concessione di piccole insenature sabbiose, protette da un potente e prezioso filtro naturale fatto di bosco, macchia mediterranea e dune cespugliose, raggiungibili sinora esclusivamente a piedi”.
“Chiediamo quindi al presidente Vendola e ai suoi assessori - si legge ancora - di intervenire utilizzando tutti i loro poteri per fermare immediatamente l’utilizzo esclusivamente mercantile delle nostre coste e del nostro mare”.
Solidarietà alle associazioni e ai comitati spontanei sorti in difesa della Baia dei Turchi è stata espressa anche dal segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Vinicio de Vito che ha definito “illusorio” il modello di sviluppo che deforma e sfrutta i siti naturalistici.

Asl Lecce 1, Fi: “Trianni confuso.Colpa della giunta”

Da "il Paese Nuovo" del 3 maggio 2006

Asl Lecce 1, Fi: “Trianni confuso. Colpa della giunta”


La dirigenza della Asl Lecce 1 versa in uno stato confusionale.
Ne è convinto Raffaele Baldassarre, consigliere regionale di Forza Italia, che interviene a seguito all’allarme lanciato dal direttore generale, Gianluigi Trianni in merito alle carenze delle quali ancora soffre il Vito Fazzi di Lecce.
“Prioritariamente - ha dichiarato Baldassarre - va chiarito che la passata Giunta regionale di centrodestra, nell’ambito degli oltre 400 milioni di euro destinati al Servizio Sanitario Regionale, per il Vito Fazzi ha stanziato 3 milioni e 800mila euro per la ristrutturazione; 20 milioni di euro per il completamento dell’Oncologico; 4 milioni per l’acceleratore lineare; 4 milioni per l’angiografo; 2 milioni per la risonanza magnetica; inoltre ha dato luogo all’apertura dell’Oncologico e dei reparti di Cardiologia Emodinamica ed Ematologia Pediatrica. Investimenti che si sono aggiunti a quanto autonomamente destinato dalla Direzione della Asl per interventi e attrezzature”. Il “disorientamento” dei vertici sanitari dell’Asl Lecce 1, secondo Baldassarre, è da imputare “all’immobilismo della Giunta Vendola” che, sostiene Baldassarre, non ha un chiaro progetto di politica sanitaria, mentre il vecchio piano, mai applicato, rimane l’unico indirizzo programmatico concreto.

Via le strisce blu dalla carreggiata

da "il Paese Nuovo" del 3 maggio 2006



Madaro: “Sono illegittime, tutti i Comuni sono invitati a rimuoverle”. Peyla ribatte: “Non è il caso di Lecce”

Via le strisce blu dalla carreggiata

Prima di pagare per parcheggiare la vostra auto pensateci due volte: le strisce blu che delimitano l’area a pagamento potrbbero non essere legittime e la giunta comunale che le ha fatte tracciare potrebbe aver deliberato senza prima consultare il Codice della Strada.
“Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.
Ad affermarlo non è un cittadino che non e può più del parcheggio a pagamento, ma proprio il Codice della Strada, articolo 7, comma 6.
A sollevare l’attenzione sul caso è l’assessore provinciale Carlo Madaro, che ha la delega allo Sportello dei Diritti.
L’Assessore invita così tutti i Comuni che abbiano predisposto parcheggi a pagamento ai margini delle carreggiate a “rimuovoere questa situazione di irregolarità”.
A sostegno della richiesta di Madaro ci sono anche delle sentenze di numerosi uffici del giudice di pace, in particolare di Roma e di Bari che, spiega Madaro “considerano illegittima l’adibizione ad area a pagamento di quei parcheggi situati all’interno delle carreggiate.
Sarebbero al contrario leggittime tutte quelle strisce blu situate in aree appositamente adibite al parcheggio a pagamento, ma solo fuori dalla carreggiata.
Tutte le delibere delle giunte comunali che avessero stabilito parcheggi a pagamento sulle carreggiate, invece, sarebbero viziate decondo Madaro dal “cosiddetto eccesso di potere”.
“Non è il caso di Lecce - ha risposto l’assessore al Traffico Gianni Peyla - e mi auguro che Madaro non si riferisca a Lecce ma a qualche altro coomune di questa provincia”.
Secondo l’Assessore il problema si pone solo per quelle strade che hanno una larghezza inferiore ai 2 metri e 75 centimetri, e a Lecce questo criterio sarebbe stato rispettato.
“Noi abbiamo rispettato il codice della strada fino in fondo - ha proseguito Peyla - e comunque siamo sempre disponibili al confronto. Se Madaro o chiunque altro segnaleranno dei casi nei nei quali si è agito in difformità dal codice della strada, saremo pronti a verificare”.
“E’ importante ribadire - ha aggiunto Peyla - che il Comune di Lecce non ha voluto le strisce blu per fare cassa, ma per rendere la città più vivibile, migliore”.
Secondo Peyla, insomma, le strisce blu migliorano la città, e possono essere posizionate anche nella carreggiata: “Se c’è lo spazio - ha chiarito - possono stare. Non solo, ma il Consiglio di Stato ha già sentenziato, in seguito a un ricorso presentato da alcuni commercianti, che le strisce blu nel Comune di Lecce sono perfettamente regolari”.
Carlo Madaro, intanto, ha annunciato di volersi rivolgere al Giudice di Pace di Lecce, per vedere se anche a Lecce sarà confermata la decisione presa in altre città, come è accaduto a Bari e a Roma. “Tutti i cittadini - ha dichiarato Madaro - sono invitati a rivolgersi allo sportello dei diritti per segnalare eventuali casi di mancato rispetto del Codice della Strada. Il nostro obiettivo non è andare contro il Comune di Lecce, ma ristabilire la legalità, nel Capoluogo come in altri comuni della provincia, a partire dalle segnalazioni che giungeranno al nostro Sportello”.
Tutti invitati, insomma, a fare ricorso contro le multe subite perchè non si è pagato il parcheggio, o perchè il grattino è scaduto, purchè l’area di parcheggio a pagamento in questione si trovi all’interno della carreggiata, nello spazio cioè destinato al transito dei veicoli.
A Roma e Bari il Giudice di Pace ha dato ragione agli automobilisti.
Stefano Mele

Saturday, April 29, 2006

“Vittoria!” I bloggers festeggiano

da "il Paese Nuovo" del 29 aprile 2006

“Vittoria!” I bloggers festeggiano
La voce corre, velocissima, di blog in blog, via email, fino in piazza, nelle strade, fra le associazioni e nelle sedi di partito: “Stanno distruggendo la Baia dei Turchi”, e lo sdegno si esprime con un post, la causa si può sostenere anche semplicemente con un click, invitando amici conoscenti e nemici a visitare il blog della protesta: “baiadeiturchi.ilcannocchiale.it”. In poco tempo sono decine i messaggi di sdegno per quanto sta accadendo a Otranto, le foto fanno rabbrividire non solo gli ambientalisti, ma anche chi, semplicemente, in quella spiaggia ci è stato, magari una sola volta, da turista e la ricorda in tutta la sua selvaggia bellezza.
Basta poco perchè dal popolo dei bloggers il messaggio raggiunga anche chi ha il potere di intervenire per stroncare la devastazione, e così anche il senatore Maritati, così come tanti utenti della rete, scrive al presidente Vendola: “Sollecitato da moltissimi cittadini, non solo pugliesi e salentini, chiedo il suo immediato e decisivo intervento per bloccare la devastazione della baia dei turchi(...) le foto che ho visto sul web - scrive ancora Maritati - e le notizie che ho ricevuto, mi spingono ad insistere nel chiederle un intervento rapido ed efficace, utilizzando tutti i poteri che la legge le conferisce”.
Su “baiadeiturchi.ilcannocchiale.it”, intanto, il dibattito si fa acceso, tutti sono invitati a collaborare per diffondere la notizia e allargare la protesta. Qualcuno pensa anche al sabotaggio dei lavori, ma viene subito emarginato dagli altri bloggers, altri propongono di stampare dei manifesti informativi da affigere in tutti i locali possibili.
C’è poi chi vorrebbe estendere la protesta ad altri casi di deturpazione della costa come Manuela, che scrive: “Perchè solo la baia dei turchi? Non vogliamo salvare anche la grotta monaca, le orte ecc?”
“Certo che bisogna salvare il Salento tutto intero dalla riminizzazione forzata degli ultimi tempi- rilancia Riccardo - e non solo per noi salentini che questa terra amiamo, ma per chi da anni sceglie questi posti perchè ancora puri, vergini selvaggi”. Marianna dice “Ci mangeranno tutto, ma noi proviamo a difenderci”.
I commenti, al grido di “Salviamo la baia”, sono tanti, e tra questi c’è anche chi non vuole essere strumentalizzato, come Piero Siffiero, che scrive: “E’ importante in questo momento non accettare proposte di protagonismo da parte di chi vuole fare apparire il suo nome per una causa e figurare uomo sensibile e amante della natura...aprite gli occhi perchè adesso cominciano a interessarsi in molti”. Poi, in tarda serata, arriva la notizia che si aspettava, direttamente dall’Assessore al Demanio: i lavori sono stati bloccati e la concessione decade. “Abbiamo vinto, si legge sul blog, ma dobbiamo continuare a seguire la questione da vicino (...) questo blog e la mobilitazione popolare ci hanno dimostrato che possiamo incidere".
S.M.

Friday, April 28, 2006

Surbo, c’è un segnale di cambiamento nella città che non è più il vecchio west


da "il Paese Nuovo" del 28 aprile 2006


Surbo, c’è un segnale di cambiamento nella città che non è più il vecchio west


Nell’immaginario collettivo evoca spesso fatti di sangue, episodi di macro e micro criminalità, ma Surbo adesso vuole voltare pagina, smarcarsi definitivamente da questo stereotipo che oggi è più che mai distante dalla realtà.
Lo ha voluto sottolineare con forza, ieri, l’Amministrazione comunale nel corso del convegno “Sviluppo e Legalità”, occasione per presentare i risultati di una ricerca effettuata dall’Associazione Antiracket di Lecce, presieduta da Carlo Miccoli.
Secondo questo studio, che l’assessore alle Politiche del Lavoro Pietro Mancarella, ha seguito da vicino, il fenomeno delle estorsioni e dell’usura è stato ridotto praticamente a zero. “Lo scenario - ha commentato l’Assessore - è completamente cambiato rispetto agli anni ‘90, non ci sono più fenomeni di usura e racket”.
Nel questionario compilato in forma anonima da piccoli, medi e grandi imprenditori che operano a Surbo si chiede anche di specificare se negli ultimi cinque anni la situazione è migliorata, peggiorata o è identica. Come ha illustrato il presidente dell’Associazione Antiracket “il 75% degli interpellati ha risposto che c’è stato un miglioramento, il 25% che non è cambiato nulla, ma nessuno ha riscontrato un peggioramento”.
Il risultato della ricerca è, secondo l’Amministrazione comunale, il segno di un cambiamento, un cambiamento necessario, come ha sottolineato il sindaco Antonio Cirio “per lo sviluppo e la crescita del nostro paese, per consegnare alle nuove generazioni un paese migliore, in cui lavoro e sicurezza siano garantiti”.
Nella sala consiliare del Comune, gremita di cittadini, c’era anche, fra i relatori, il Colonnello Luigi Robusto, Comandante provinciale dei Carabinieri, che proprio sulle nuove generazioni ha voluto concentrare l’attenzione: “I giovani - ha dichiarato - sono la purezza, che negli adulti spesso manca, noi ci dobbiamo battere perchè quella purezza rimanga intatta, perchè i giovani non debbano difendersi dagli adulti. Come carabinieri stiamo tentando di avvicinarci ai giovani nelle scuole, per far comprendere che non siamo dall’altra parte della barricata, anche se a volte, quando svolgiamo il nostro dovere siamo impopolari”.
“Questa città - ha proseguito il Colonnello Robusto - passa per essere turbolenta, un luogo dove non c’è la disciplina che vorremmo ci fosse. Il carabiniere qui non ha vita facile. Ci vuole l’impegno di tutti per cambiare davvero e forse riusciremo a fare più bella questa città”.
Alla base del cambiamento non c’è solo lo sviluppo economico, che pure ha investito Surbo negli ultimi anni, ma anche la legalità, la cultura della legalità. I due temi sono strettamente collegati, come ha spiegato il professor Giovanni Leone: “La legalità è un valore - ha detto - che deve essere acquisito e far parte della vita quotidiana”. Dove c’è lo sviluppo ci sono anche i presupposti perchè la cultura della legalità attecchisca e viceversa.
E non sono solo il tragico fatto di sangue, l’auto bruciata, la rapina (o altri deprecabili reati) a far capire che la cultura della legalità è carente, i segnali sono tanti, a partire dal giovane senza casco, che crede di non dover rispettare le leggi, per finire con l’imprenditore “furbo” (e ce ne sono tanti nel Salento) che non è una risorsa ma un intralcio per lo sviluppo di un territorio.
“Ci sono imprenditori - ha dichiarato il capitano della Guardia di Finanza Pasquale Scalone - che lavorano senza emettere fattura, o che fatturano cifre diverse da quelle incassate, c’è chi gonfia le fatture e chi si avvale del lavoro nero. Tutto questo va a discapito del contribuente onesto. Con la scorciatoia dell’illecito fiscale crea anche dei problemi agli altri imprenditori, alle altre aziende”. Così si frena lo sviluppo, ed è per questo che da più parti è stato ribadito che sviluppo e legalità in un territorio vanno di pari passo.
“Vi è uno stretto legame fra un tessuto sano e un’economia sana - ha commentato il vice Prefetto di Lecce, la dottoressa Daniela Lupo - il nostro dovere è far sentire le istituzioni vicine al cittadino, comprendere la sua esigenza di sicurezza e assicurare i diritti minimi garantiti dalla legge”.
E’ così che si abbattono le barricate, alle quali fa riferimento il Colonnello Robusto, ma non basta; “Occorre garantire ai giovani un futuro e un lavoro - ha dichiarato l’assessore Mancarella - ed è quello che stiamo tentando di fare attraverso la formazione professionale, un’opportunità in più che questa amministrazione vuole offrire. E’ necessario inoltre impegnarsi affinchè la forte espansione economica che ha interessato il nostro territorio significhi aumento dei livelli occupazionali” cosa che a Surbo è avvenuta solo in parte: “Gli ultimi dati sull’occupazione - ha spiegato Pietro Mancarella - ci dicono che a Surbo abbiamo 2.332 disoccupati e che nel nostro paese lavorano 786 persone. Di questi, però, solo 209 sono di Surbo, gli altri sono diciamo fuori sede”. Questo, secondo l’Assessore, è inaccettabile, perchè potrebbe significare che le assunzioni in passato sono avvenute tramite criteri poco chiari, penalizzanti per gli stessi surbini.
Il passo in avanti di Surbo è comunque da premiare, così come il lavoro delle forze dell’ordine che hanno saputo stroncare il fenomeno del racket delle estorsioni e rendere Surbo, più in generale, un paese più tranquillo che oggi, come ha dichiarato ieri sera il presidente dell’Associazione Antiracket, Carlo Miccoli “può finalmente scrollarsi di dosso la nomea della città sempre alla ribalta della cronaca nera”.
Stefano Mele

Thursday, April 27, 2006

Un calendario fitto di dibattiti e preghiera


da "il Paese Nuovo" del 26 aprile 2006


Un calendario fitto di dibattiti e preghiera


Sarà un grande evento. Per le personalità che saranno a Lecce, primo fra tutti il Segretario di Stato Vaticano Cardinale Angelo Sodano, e per il significato religioso che il Congresso Eucaristico Diocesano porta con sè.
La Celebrazione, che avrà luogo dal 6 al 14 maggio prossimi, sarà preceduta da una settimana di preparazione con tavole rotonde e momenti di preghiera a partire dal 1° maggio, quando si discuterà di “Lavoro e Festa e quando, dopo la Celebrazione dell’Eucarestia nella Cattedrale si procederà all’accensione della “fiaccola della speranza”. Martedì 2 maggio sarà dedicato alla preghiera per le Cocazioni di Vita Consacrata. Seguirà il “triduo eucaristico di preparazione” (il 3, 4 e 5 maggio).
Sabato sei alle 19.30, in piazza Duomo, si aprirà il Congresso: “L’Eucarestia, speranza del mondo”, con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Angelo Sodano, e con la lettura del messaggio di quattro pagine inviato da Benedetto XVI alla Chiesa di Lecce.
IlCardinale Sodano che sabato 6 farà visita al Palazzo di Città, sarà a Lecce anche domenica, quando alle 11.00 presiederà la celebrazione del Sacramento del Battesimo nella Cattedrale. In piazza Duomo ci sarà poi, alle 18.00, la celebrazione dell’Eucarestia di Prima Comunione, presieduta da Monsignor Cosmo Francesco Ruppi.
Il Congresso prosegue, da lunedì, con delle giornate tematiche. Si comincia con “L’Eucaristia, speranza di vita”, la giornata dedicata al volontariato: alle 12.00 la Supplica alla Madonna di Pompei nella Basilica del Rosario, poi dalle 17.30, sempre nella stessa Basilica una tavola rotonda con la partecipazione di Monsignor Cristoforo Palmieri, Vescovo di Rreshen (Albania) e Monsignor Vittorio Nozza, Direttore della Caritas Italiana. Martedì 9 sarà la “Giornata della Famiglia” e avrà inizio, per il Clero, con il ritiro spirituale guidato da Padre Raniero Cantalamessa nella Basilica del Rosario. Sempre lì, dalle 17.30, padre Cantalamessa terrà la sua Catechiesi. Mercoledì 10 maggio, “Giornata delle Aggregazioni Laicali, Movimenti e del Cammino” Monsignor Francesco Lambiasi, assistente nazionale di Azione Cattolica, terrà la Catechiesi sul tema “L’Eucaristia, annuncio di Cristo risorto”.
L’11 maggio alle 10.00 si riparte, al Duomo, con la Celebrazione Eucaristica per le scuole cattoliche, presieduta da Monsignor Michele Seccia, Vescovo di San Severo. Alle 19.00 avrà invece inizio la processione dalla Chiesa di San Lazzaro fino a piazza Duomo per la benedizione eucaristica e l’adorazione guidata da Salvatore Martinez a partire dalle 21.00.
Particolare importanza avrà, il 12 maggio, la celebrazione dell’Eucaristia nel carcere, che sarà fatta dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Papa e nell’ospedale Vito Fazzi dal vescovo di Ugento, monsignor de Grisantis. Sempre nella stessa giornata, dedicata alla “Ministerialità laicale” interverrà l’arcivescovo di Bari, Franco Cacucci con la catechiesi su “L’Eucaristia, testimonianza della carità”. Sabato 13, “Giornata dei religiosi e degli istituti secolari” sarà celebrata l’Eucaristia in rito cattolico-bizantino presieduta da monsignor Ercole Lupinacci, vescovo di Lungro e la partecipazione del Cardinale Salvatore De Giorgi. Domenica 14, giornata conclusiva del Congresso, sarà celebrata in Cattedrale l’Eucaristia con il conferimento del Sacramento della Confermazione. A chiudere il congresso, dopo la consueta celebrazione eucaristica delle 19.30, sarà il messaggio di monsignor Ruppi.

Immigrazione, Lecce è un esempio

Immigrazione, Lecce è un esempio

“Nel Sacramento dell’Altare si attinge il vigore spirituale necessario per assolvere agli impegni apostolici del momento presente, specialmente quando si tratta di interventi di frontiera, quali l’accoglienza dei profughi e degli immigrati, a cui da anni la Chiesa di Lecce attende con esemplare generosità”. Sono parole di Benedetto XVI, ed è solo un’anticipazione della lettera che il Papa ha inviato alla Chiesa di Lecce, come augurio per il Congresso Eucaristico Diocesano che si svolgerà dal 6 al 14 maggio prossimi. Il testo integrale del messaggio sarà letto all’apertura del congresso, la sera del 6 maggio, quando il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Angelo Sodano, sarà a Lecce per presenziare all’evento.
Nel suo messaggio il Papa ricorda il congresso di Lecce di 50 anni fa, e anche le parole di Giovanni Paolo II, il suo “amato predecessore”, nella visita fatta a Lecce il 17 e 18 settembre del 1994.
Benedetto XVI non omette di ricordare che 50 anni fa, in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale, era presente a Lecce anche il Cardinale Roncalli, che di lì a poco sarebbe stato eletto Papa, Giovanni XXIII.
Non mancano, nel messaggio di Benedetto XVI, i riferimenti ai santi della nostra terra, da San Pio da Pietralcina a Filippo Smaldone, “l’apostolo dei sordomuti”.
Il riferimento all’accoglienza dei profughi e degli immigrati “ a cui da anni la Chiesa di Lecce attende con esemplare generosità”, è tuttavia l’aspetto più significativo per la Diocesi, l’unico passaggio diffuso alla stampa prima dell’apertura del Congresso. Vuole essere la parola del Papa a sgomberare il campo dalle ombre calate sulla Chiesa di Lecce in seguito alle vicende giudiziarie che hanno colpito Don Cesare Lodeserto. E c’era anche lui, ieri mattina in piazza Duomo, quasi di passaggio, per scambiare qualche battuta con l’Arcivescovo e con i giornalisti: l’Italia non mi interessa più, ha dichiarato, ora voglio dedicarmi alle missioni all’estero, alla Moldavia, e forse anche alla scrittura.
Ho avuto una proposta da alcuni Gesuiti americani, l’idea è quella di scrivere un libro.”

La memoria di quel lontano 1956


da "il Paese Nuovo" del 27 aprile 2006

Sono passati cinquant’anni da quando, nell’aprile-maggio 1956 Lecce ha ospitato il Congresso Eucaristico Nazionale, sotto il pontificato di Pio XII. Quel Congresso si concluse il 6 maggio del 1956 e il prossimo 6 maggio la Diocesi di Lecce intende dare un seguito ideale a quell’evento lontano, celebrando il Congresso eucaristico diocesano, con la visita del Cardinale Sodano e due settimane di preghiera, riflessione e musica. Il messaggio di Ruppi parla di speranza.


La memoria di quel lontano 1956

La Diocesi impegnata per il suo Congresso eucaristico. Come 50 anni fa

Correva l’anno 1956, quello della grande nevicata, di Kruscev che leggeva il rapporto segreto sui crimini di Stalin, al ventesimo congresso del Pcus.
I leccesi di vecchia generazione hanno bene impresso nel ricordo, però, un altro congresso, che si è svolto a Lecce dal 29 aprile al 6 maggio dello stesso anno. Si tratta del XV Congresso Eucaristico Nazionale, sul tema: “L’Eucaristia, sacramentum umanitatis, vinculum charitatis” (l’Eucaristia, sacramento di unità e vincolo di carità). Era il pontificato di Pio XII ,al secolo Eugenio Pacelli, che non riuscì ad essere fisicamente presente a Lecce; il suo messaggio ai fedeli (i trecentomila confluiti nell’attuale piazza Mazzini) fu trasmesso per radio, ma fra gli ospiti illustri, ricorda l’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi, c’era anche il Patriarca di Venezia, Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, che arrivò a Lecce con un aereo militare messo a disposizione dalle autorità di Venezia. Il futuro papa Giovanni XXIII, il “papa buono” era a quel congresso, così come numerosi vescovi e sacerdoti accorsi da tutta Italia, esponenti del governo di Mario Scelba e del Laicato Cattolico.
“Il Congresso Eucaristico Nazionale di Lecce - scrive monsignor Ruppi in L’Eucarestia speranza del mondo - tra la fine della seconda guerra mondiale e il Concilio Vaticano II (...) approfondisce la dimensione ecclesiale e sociale dell’Eucarestia, aprendo la strada ai nuovi fermenti ecumenici, alla pastorale famigliare e al rinnovamento pastorale. Si sente già nell’aria qualcosa di nuovo, che esploderà nel Vaticano II e troverà nella Eucharisticum Mysterium di Paolo VI la sua esplicitazione”.
Il 6 maggio 1956 si concluse il Congresso eucaristico nazionale e il 6 maggio 2006, si aprirà il Congresso eucaristico diocesano, in una città profondamente cambiata, non solo perchè la piazza dei trecentomila non porta più quel nome e per l’evoluzione-rivoluzione urbanistica intervenuta rispetto al grande evento di cinquant’anni fa, ma anche e soprattutto per il progressivo allontanamento di tanti fedeli dalla Chiesa, e quindi dall’Eucarestia: “Che tristezza - scrive ancora monsignor Ruppi - vedere i piccoli accostarsi alla mensa eucaristica con tanto affetto e tanta devozione e i genitori, gli adulti, i lavoratori, i professionisti, uomini e donne, affannati e affaticati, starsene lontani, freddi, increduli...”. Proprio per questo, è il messaggio centrale di questo Congresso, occorre restituire alle persone la speranza, ed è questo il significato stesso dell’Eucaristia, la speranza per il mondo che cambia, per il modo di vivere la fede che è cambiato.
“Non lo dimentico mai - scrive Ruppi - Quando arrivai a Lecce, il 29 gennaio del 1989, rimasi colpito dal fervore della gente e dallo splendore della cattedrale: tutto era bello, ordinato, solenne, con il caro mons. Mincuzzi, che mi consegnava il pastorale...L’indomani feci un giro privato, per vedere i paesi più vicini. Arrivato nella chiesa di San Pietro in Lama, rimasi colpito: verso le undici di mattina, c’erano tre donne inginocchiate dinanzi al Santissimo, facevano l’adorazione, come facevano tutti i giorni: E’ bello - dissi al vecchio arciprete - vedere la gente, inginocchiata dinanzi al Santissimo! Così cammina la Chiesa”.
Un’immagine di un Salento fermo nel tempo, da cartolina, apparentemente impenetrabile da parte della modernità. Un Salento che non esiste più, manifestazioni di fede che vanno scomparendo, oscurate da quella sempre più fitta schiera dei “non praticanti”, che la domenica affollano gli stadi e non più le chiese. In occasione di questo cinquantenario e precisamente la notte fra il 13 e il 14 maggio, i giovani, ha auspicato ieri in un incontro con i giornalisti Cosmo Francesco Ruppi, saranno in “adorazione notturna”, in attesa di San Lazzaro, subito dopo aver assistito al concerto di Branduardi in piazza Duomo.
Ci saranno davvero tanti giovani? In un certo senso è anche una prova per l’Arcivescovo. Non è solo l’occasione per riprendere i grandi temi del Concilio Vaticano II o del sinodo diocesano, come lo stesso Ruppi scrive, ma anche per tirare le somme di un episcopato che probabilmente si avvia a conclusione e che sarà ricordato anche per questo Congresso che come ha spiegato l’Arcivescovo nel suo messaggio “è l’applicazione diretta del Sinodo diocesano, che ha approfondito la comunione ecclesiale tra le persone e le comunità, come sviluppo e conseguenza della comunione Eucaristica”.
Stefano Mele

Tuesday, April 25, 2006

Marijuana sequestrata per 1 milione di euro

da "il Paese Nuovo" del 25 aprile 2006

La droga, 266 chili, è stata trovata abbandonata insieme a un gommone sulla costa idruntina. Inutili gli appostamenti dei carabinieri per sorprendere i trafficanti

Marijuana sequestrata per 1 milione di euro


Marijuana per 1 milione e 100mila euro, pari a 266 chilogrammi, divisa in 262 panetti.
E’ quanto è stato sequestrato domenica scorsa dai carabinieri della motovedetta CC 806 Arena, impegnati nella perlustrazione della costa idruntina. Proprio in località Orte, luogo che in passato era particolarmente interessato da sbarchi di clandestini (correvano gli anni 1999 e 2000) l’equipaggio della motovedetta ha individuato, intorno alle 18,00 un gommone semiaffondato, munito di motore, ma senza nessuno a bordo.
Pochi metri più in là, nascosti fra gli scogli, i 266 chili di marijuana e un altro motore marino fuoribordo.
Avvertito il comando di Maglie, è iniziato l’appostamento, durato tutta la nottata di domenica, fino alle prime luci di ieri. L’obiettivo era quello di sorprendere i destinatari della droga, che però hanno rinunciato a recuperare la sostanza.
I Carabinieri di Maglie, agli ordini del Luogotenente Angelo Scarcia, proseguono ora le indagini, anche se, con il trascorrere dei giorni, si fanno sempre più labili le possibilità di rintracciare i colpevoli e di capire se, oltre al quantitativo di droga sequestrata, il gommone trasportasse altra droga, armi, o un carico di clandestini.
Secondo il maresciallo Scarcia quest’ultima ipotesi è remota, visto che ormai da diversi anni il flusso di clandestini sulle coste del Salento è stato praticamente azzerato; non si può dire lo stesso, però, per il traffico di sostanze stupefacenti e armi, un giro d’affari considerevole per la criminalità organizzata.
Negli ultimi mesi il pattugliamento delle coste, ad opera delle forze dell’ordine, ha portato al sequestro di stupefacenti e, in alcuni casi anche all’arresto dei trafficanti, ma i 266 chili di marijuana sequestrati a Otranto dimostrano che le nostre coste erano e continuano ad essere il punto d’approdo del traffico internazionale di stupefacenti, e questo nonostante gli enormi sforzi fatti non solo dalle forze dell’ordine, ma anche dai governi (italiano e albanese) per contrastare il fenomeno già in partenza, dalle coste dei Balcani, oltre che all’approdo, in Italia.
Se il traffico di clandestini ha cambiato rotta, quindi, quello della droga è tornato a percorrere (o non ha mai cessato di farlo) la rotta di sempre che arriva nel Salento, dove evidentemente persistono organizzazioni malavitose in grado di fornire supporto logistico e organizzare lo smistamento della merce.
La domanda, del resto c’è, ed è forte, visti i quantitativi sequestrati non solo in questa occasione.
Se il valore sul mercato di 266 chili di marijuana ammonta a un milione e 100mila euro (secondo la stima fatta dai carabinieri) significa che qualcuno è ingrado di sborsare quella somma, visto che presumibilmente il grosso quantitativo non viene rivenduto “al dettaglio”. Secondo Luigi Robusto, Comandante provinciale dei Carabinieri il ritrovamento di un quantitativo di droga così alto non è che “la punta dell’iceberg” di un ingente traffico di stupefacenti per migliaia di tonnellate ogni anno. Un giro d’affari incredibile.
S.M.

“La Colombia dell’Est si chiama Albania. Il traffico? Mai smesso”

da "il Paese Nuovo" del 25 aprile 2006

Parla il Comandante provinciale Luigi Robusto
“La Colombia dell’Est si chiama Albania. Il traffico? Mai smesso”


“E’ la punta di un iceberg. Se ci sono 266 chili di droga lasciati sulla scogliera significa che ci sono altri milioni di chili di stupefacenti che dall’Albania giungono sulle nostre coste”.
Il comandante provinciale dei Carabinieri, Luigi Robusto, interpreta così il sequestro di droga effettuato la scorsa domenica in località Orte. I trafficanti, spiega, hanno solo selezionato la merce; prima contrabbandavano sigarette, vite umane e droga, ora l’attività criminale è concentrata su quest’ultimo settore, un giro d’affari per milioni, miliardi di euro.
“Questo traffico - dichiara Robusto - sostiene l’economia albanese. Non è un’esagerazione affermare che l’Albania è la Colombia dell’Est”.
Il dubbio che si insinua è che l’Albania non faccia abbastanza per contrastare fenomeni di questo tipo, e che il flusso di droga dal Paese delle Aquile all’Italia non si sia mai arrestato. “Io penso che il traffico di stupefacenti - dichiara Luigi Robusto - non si sia mai veramente interrotto. Ora appare di più perchè non c’è il traffico di vite umane e quindi l’attenzione si concentra di più su questo. Oltre alla droga, poi, non possiamo escludere che le le organizzazioni criminali facciano arrivare in Italia carichi di armi. Certo, non ricordo un sequestro di armi trasportate su un gommone, ma quando scopriamo armi di fabbricazione dell’est nascoste nel Salento possiamo facilmente immaginare quale sia la loro provenienza”.
Armi e droga, quindi transitano dall’Albania verso l’Italia, passando per il Salento e questo nonostante i controlli serrati da parte delle forze dell’ordine, e nonostante il governo italiano e quello albanese abbiano siglato degli accordi bilaterali volti a contrastare fenomeni di questo genere. Si tratta di accordi che interessano le forze dell’ordine di diversi paesi, chiamate a operare in modo sinergico adottando un piano d’azione comune.
Quelle misure, che hanno funzionato per il contrasto all’immigrazione illegale, hanno prodotto esiti positivi contro altri generi di attività criminali e di traffici illeciti (come quello della droga), senza però ottenere gli stessi risultati. Questo, secondo il Colonnello Luigi Robusto, dipende soprattutto dalla difficoltà, da parte dello Stato albanese, di chiudere i rubinetti, ma anche dal fatto che qui in Italia c’è una forte domanda di droga, e cioè ci sono tanti, troppi giovani che la comprano e ne fanno uso.
Non solo, ma nel Salento persistono, secondo Robusto, organizzazioni criminali forti in grado di fare da sponda ai traffici. “C’è sempre un’organizzazione che fa da sponda - dichiara il Comandante dei Carabinieri - e in questa organizzazione non ci sono mai solo cittadini albanesi, semmai la Scu si serve della criminalità albanese. Chi dice che la Scu è stata sgominata - continua - sbaglia, mi dissocio totalmente; se così fosse non esisterebbero i fatti criminosi che ancora vediamo. Probabilmente c’è anche chi continua a comandare da dentro il carcere, come faceva Rogoli”.
La tesi secondo cui il vuoto di potere lasciato da una Scu decapitata avrebbe lasciato il campo libero alle bande provenienti dall’est, quindi, sarebbe tutta da verificare, mentre il fenomeno nuovo sarebbe un altro: “Non ricordo di organizzazioni malavitose tutte albanesi - spiega Robusto - il fatto nuovo è invece che in Albania la criminalità ha cominciato a organizzarsi secondo modelli importati dall’Italia, modelli che hanno esportato i nostri criminali che si sono insediati lì”.
L’aspetto più allarmante di questa problematica riguarda comunqe, secondo Robusto, non tanto le difficoltà che l’Albania incontra nel far rispettare le leggi, o il buon esito o meno degli accordi bilaterali fra quel Paese e l’Italia, nè il fatto che il traffico di droga pesi in modo così significativo nell’economia albanese. Il problema più grande riguarda la nostra società e i nostri giovani, a quello che viene insegnato loro nelle scuole, ma soprattutto a quello che trovano fuori dalle aule, dopo il diploma, nella vita reale: “I Carabinieri - dice Robusto - entrano nelle scuole, dialogano con gli studenti, si pongono nei loro confronti in un modo nuovo, perchè cercano di cancellare degli stereotipi negativi o sbagliati che ruotano spesso intorno alla figura dei tutori dell’ordine. Solo in questo modo si può trasmettere una cultura della legalità. Tutto questo però è inutile se i modelli sociali fuori dalle aule sono improntati sull’illegalità, se un giovane cresce dovendo accettare tanti compromessi, se è costretto a lavorare in nero magari presso un noto avvocato o un noto professionista, se i così detti colletti bianchi, simbolo di una sottocultura dominante, trasmettono modelli che sono il contrario di quelli che cerchiamo di trasmettere nelle scuole”.
Stefano Mele

Monday, April 24, 2006

L’Asl a muso duro contro Palese. Manni: “Infantile”

da "il Paese Nuovo" del 23 aprile 2006

L’Asl a muso duro contro Palese. Manni: “Infantile”

Una secca smentita dall’Asl Lecce1 e l’accusa di infantilismo da parte del consigliere regionale Piero Manni.
Rocco Palese ha ottenuto per ora queste risposte agli interrogativi posti sui presunti casi di malasanità nella Asl Lecce1. Le critiche del consigliere forzista sono secondo l’Azienda anacronistiche, visto che i casi sarebbero stati tutti risolti in tempo reale.
“Alcune settimane fa - fa sapere l’Asl Lecce1 - si è manifestato un caso di scabbia presso l’Ospedale di Campi Salentina e il tempestivo intervento di profilassi posto in atto dall’equipe medica ne ha impedito la diffusione. Il reparto di Neuroradiologia del Vito Fazzi dispone ora di ben due stampanti per la lettura dei referti della Tac e della Risonanza magnetica. Il computer destinato al Trim prob, sofisticata apparecchiatura di monitoraggio dei tumori della prostata, era stato già acquistato ed è in corso l’implementazione del software da parte della ditta produttrice”.
Quanto ai disservizi circa la Risonanza magnetica con mezzo di contrasto, l’ultimo in ordine cronologico dei casi di malasanità denunciati da Palese, l’Asl chiarisce che i problemi sono stati risolti per ovviare alle legittime esigenze dei cittadini.
L’azienda, comunica l’Asl in una nota “sta procedendo sostanzialmente a dotare di adeguate apparecchiature tutte le strutture, colmando così le gravi carenze ereditate dalla precedente gestione.
Meno tenero nei toni è il consigliere regionale Piero Manni (Prc) che accusa Palese di riempire i giornali con bufale: “La vicenda di un ricoverato di scabbia - ha dichiarato Manni - diviene per Palese casi di scabbia, quasi un’epidemia”. Palese però, sottolinea Manni, “ha rimosso il focolaio di scabbia partito nel 2003 dall’ospedale di Tricase e diffusosi sul territorio, messo a tacere nonostante le dimensioni”.
Manni precisa inoltre che il Trim Prob, il computer rubato dal Vito Fazzi, è stato prontamente sostituito con uno nuovo, che potrà entrare in funzione solo attraverso l’implementazione del software, operazione lenta perchè una sola azienda in Italia sarebbe in grado di soddisfare questa esigenza. Palese, insomma, è secondo Manni, ridicolo nel suo tentativo di distorcere la realtà, come per la questione della Risonanza magnetica con mezzo di contrasto. I casi di rinvio, infatti, sono stati solo quattro e dovuti allo stato di agitazione degli anestesisti. “Questo rapporto conflittuale - ha dichiarato Manni - lo ha provocato l’amministrazione Fitto” che ha avallato forme contrattuali svantaggiose per i lavoratori.
“Per fortuna della Regione - ha dichiarato ancora Piero Manni - non tutta l’opposizione ha l’atteggiamento polemico e strumentale di Rocco Palese, il quale ha forse l’età giusta per smetterla con l’infantilismo che, come gli sarà certo noto, è lo stadio estremo dell’impotenza civile”. (s.m.)

Il Pdci avverte: "No a Castoro o sarà rottura"

da "il Paese Nuovo" del 23 aprile 2006

Il Pdci avverte: "No a Castoro o sarà rottura"

“La coalizione che sosterrà Castoro dovrà assumersi la responsabilità di aver lasciato fuori dall’Unione il Partito dei Comunisti Italiani determinando una grave rottura ad un anno dalle elezioni amministrative nella città”.
I Comunisti Italiani hanno così ribadito ieri mattina il proprio no alla candidatura di Giovanni Castoro alla presidenza della Circoscrizione Rudiae Ferrovia, e questo perchè Castoro, fuoriuscito da Forza Italia, non è un candidato “organico al centrosinistra”.
Dal canto suo Giovanni Castoro, primo promotore della battaglia per “salvare Parco Corvaglia”, ha ribadito la sua presa di distanza dal partito di Berlusconi. “Sono passati molti mesi - spiega Castoro - da quando ho lasciato Forza Italia ed il centro destra. Le vicende che mi hanno portato a prendere quella decisione sono chiare, meditate, limpide ed a voi note”.
Giovanni Castoro preferisce parlare dei problemi della Città, e di quelli che a suo giudizio sono i segni della disgregazione dell’Amministrazione Poli “ormai incapace - dichiara - di dialogare con i cittadini e sempre più chiusa in una ristretta cerchia autoreferenziale di persone che pretenderebbe di comandare ed imporre le sue scelte alla città (con le buone o con le cattive) e capace ormai solo di vendicarsi, di distruggere e di commissariare tutto e tutti.
Un continuo mostrare i muscoli e prevaricare che sta sempre più allontanando le persone semplici e i moderati da un’amministrazione comunale ormai allo sbando che rischia di trascinare nel suo processo di autodistruzione tutta la città”. I fatti di Parco Corvaglia, secondo Castoro, non sono altro che la dimostrazione dell’autoreferenzialità dell’amministrazione Poli che, dice Castoro, “attua le scelte senza aver sentito cosa pensa la gente” e, nella questione specifica del Pru di San Pio, senza consentire al consiglio circoscrizionale di esprimere il suo parere consultivo.Quanto alla svolta a sinistra dell’ex presidente della Circoscrizione, questa diventa una naturale conseguenza dell’appoggio e della solidarietà che esponenti e militanti del centrosinistra hanno accordato in questi mesi a Castoro, che aggiunge: “Abbiamo sentito vicino la Regione Puglia e l’Assessore Barbanente ed abbiamo avvertito il profumo di nuovo che emana la Primavera Pugliese e le speranze che la vittoria di Nichi Vendola ha suscitato in gran parte della popolazione leccese. Castoro si presenta all’elettorato, che il 28 e il 29 maggio eleggerà il nuovo consiglio di quartiere, come il candidato che, al di là degli schieramenti, mette al primo posto i cittadini, non solo quelli di sinistra: “Per tutelare i propri diritti - dichiara - la gente del quartiere ha deciso di scendere in campo e di presentare liste civiche ed io ho messo a loro disposizione la mia persona come candidato presidente. I cittadini del quartiere chiedono al centrosinistra e a tutte le persone che non condividono le scelte dell’amministrazione Poli di dare loro una mano”. (s.m.)

Spiagge, stop al ripascimento e avanti con la stangata fiscale

da "il Paese Nuovo" del 23 aprile 2006

Spiagge, stop al ripascimento e avanti con la stangata fiscale

Con la sabbia non si fanno affari. La stagione turistica è arrivata, i primi bagnanti sono spuntati sulle spiagge del Salento e i lavori per il ripascimento degli arenili sono sempre al punto di partenza, in una fase di stallo dovuta in parte a intoppi burocratici e in parte alle proteste degli ambientalisti, che non vedono di buon occhio il trasferimento della sabbia dal litorale brindisino a quello leccese. A tutto questo si aggiunge un aumento del canone del 300% sulle concessioni demaniali delle spiagge, canone che, su richiesta dell’Agenzia del Demanio, si applica non solo all’anno corrente, ma a partire dal 1° gennaio 2004. “Quindi - spiega Alfredo Prete, presidente regionale del Sindacato italiano balneari - un operatore salentino con uno stabilimento balneare di 5mila mq di cui 800 di superficie coperta (cabine, bar e servizi vari) ed il resto di superficie scoperta che attualmente paga circa 9000 euro più un 10% per tasse regionali, con l’applicazione di questi aumenti dovrebbe pagare quasi 40mila euro, a cui si andrebbero ad aggiungere altri 60mila euro a titolo di arretrati per il 2004 e il 2005, per un totale di 100mila euro da pagare prima dell’avvio della stagione 2006, pena la revoca del titolo concessorio”.
E se i titolari degli stabilimenti balneari protestano in tutta Italia per un provvedimento che lo stesso Prete definisce “una mera manovra correttiva del bilancio dello Stato”, nel Salento la condizione è ancora più critica. Non solo infatti si mette in crisi un settore importante dell’offerta turistico ricettiva della zona, ma c’è anche l’emergenza erosione dei litorali delle marine leccesi che dura da oltre un anno. A tal proposito l’onorevole Antonio Rotundo chiede chiarezza e punta il dito contro l’Amministrazione provinciale di Brindisi, responsabile secondo Rotundo di “temporeggiamenti inspiegabili. Un atteggiamento - continua - che sarà certamente dovuto alla farraginosa burocrazia degli uffici competenti, ma che appare del tutto estraneo alla logica di quel Grande Salento che spesso richiamiamo e stiamo cercando di attuare nella pratica”. La Regione ha già autorizzato i lavori per il ripascimento del litorale attraverso il parere positivo della Commissione Via (Valutazione di Impatto Ambientale) ma la situazione è di fatto bloccata. Negli ultimi giorni, però è arrivato un ulteriore stop ai prelievi di sabbia da Punta Penne perchè l’area, secondo il sovrintendente archeologico per la Puglia, Giuseppe Andreassi, è verosimilmente ricca di antichi reperti che con i lavori potrebbero andare distrutti. Già martedì mattina la Regione dovrebbe prendenere una posizione in merito alle problematiche sollevate da Andreassi.
Stefano Mele

Saturday, April 22, 2006

Comunisti e De Cristofaro voltano le spalle a Castoro, "troppo o poco di sinistra"



da "il Paese Nuovo" del 22 aprile 2006

Porte chiuse a chi ha abbandonato il centrodestra e ora vuole continuare la propria battaglia politica nelle fila del centrosinistra.
I Comunisti italiani dicono no a una candidatura di Giovanni Castoro alla presidenza della circoscrizione Rudiae Ferrovia. “I comunisti italiani - fa sapere la federazione di Lecce - si augurano che si receda da questa scelta a vantaggio di una candidatura organica al centrosinistra che permetta di concorrere tutti insieme con dignità a queste elezioni suppletive del Quartiere Rudiae”.
Porte sbarrate a Castoro dunque, che ieri ha perso anche il sostegno di Mario De Cristofaro e del comitato “Mario De Cristofaro Sindaco” che ritiene l’ex presidente ormai troppo vicino alla sinistra, avendo accettato, sostiene il Comitato, il veto posto da Italia dei Valori, Udeur e Comunisti Italiani rispetto alla presenza di una lista collegata a De Cristofaro, nella coalizione che sostiene Castoro alle elezioni del prossimo 28 e 29 maggio.
Il Comitato, il cui responsabile è Gabriele Mariano, adotta la linea dell’astensione dal voto, con un’apertura alla possibilità di far convergere i propri voti solo sul candidato presidente, ma previa “pubblica richiesta del Presidente Castoro”.
Il rinnovo del Consiglio della IV circoscrizione, guardato con interesse dai residenti di San Pio e dagli altri cittadini, assume quasi il significato di un referendum popolare sulle sorti di Parco Corvaglia e del Piano di Riqualificazione Urbana. Le urne diranno, cioè, se la linea di ferro seguita dall’Amministrazione comunale di Lecce è stata apprezzata o meno dagli abitanti del quartiere e se l’appoggio che i cittadini hanno accordato a Castoro nel 2002, quando fu eletto presidente nelle fila di Forza Italia, sarà confermato, aumentato o addittura diminuito.
Questa mattina alle 11,30 è previsto intanto un incontro, presso la federazione provinciale dei Comunisti italiani, in via Di Casanello 35 a Lecce, per chiarire la posizione del Partito sulla candidatra Castoro: “I Comunisti italiani - fanno sapere - non accettano la candidatira per il centrosinistra del presidente uscente Castoro, e non condividono nè il metodo nè la logica politica che sottende a tale scelta”. (s.m.)