
“Il trapianto è vita”, con questo slogan, dal 7 maggio prossimo, si aprono le giornate nazionali dedicate alla donazione e al trapianto di organi. Fino al 14 maggio a Lecce, come in tutta Italia, medici esperti e associazioni saranno a disposizione dei cittadini per fornire spiegazioni e chiarire i tanti dubbi che ruotano spesso intorno all’argomento.
Già ieri i dottori Gallucci, coordinatore delle iniziative per la donazione degli organi, Bongiorno, De Rosa (anestesista rianimatore) e Calvo, hanno illustrato ai giornalisti i dati relativi ai trapianti in Puglia e nel Salento, le procedure per diventare donatori e l’iter previsto dalla legge per procedere al prelievo degli organi.
Il sud Italia e la Puglia hanno un primato non lusinghiero, visto che la percentuale di donazioni è più bassa rispetto al nord ed è persino diminuita nell’ultimo anno. Questo, secondo gli operatori del settore è dovuto in parte a fattori culturali, e in parte alla sfiducia spesso esistente nei confronti delle strutture sanitarie del Mezzogiorno o delle figure professionali che qui operano.
Nel centro trapianti di Lecce, però, lavorano stimati professionisti, così come ha riconosciuto la Commissione che ha ispezionato il centro.
Il problema, allora, è più legato a una conoscenza superficiale, da parte dei cittadini, della rigida e scrupolosa procedura seguita prima di effettuare il prelievo degli organi che può avvenire solo allo scadere di sei ore dall’accertamento della morte celebrale del soggetto donatore. Solo allora, e dopo il parere unanime del collegio (composto dall’anestesista rianimatore, dal neurofisiopatologo e dal medico legale) il cadavere va in sala operatoria dove le varie equipe effettueranno il trapianto dell’organo. “Non ci devono essere dubbi interpretativi” ha chiarito il dottor Filippo De Rosa, mentre tutti i medici presenti hanno voluto sgomberare il campo da ogni dubbio: morte celebrale e stato comatoso sono due cose ben differenti, e cioè il donatore dal quale vengono prelevati gli organi è un cadavere a tutti gli effetti, senza possibilità di uno “sperato risveglio” che induce i familiari a non autorizzare il prelievo degli organi.
Ecco perchè è fondamentale non lasciare agli altri la decisione, ma dare autonomamente la propria disponibilità a donare quando la vita ancora lo consente. Durante le “Giornate nazionali della donazione e trapianto di organi” sarà allestito, all’ospedale Vito Fazzi, uno stand informativo dove sarà possibile sottoscrivere la “dichiarazione di volontà” di donare gli organi, dichiarazione che, in ogni caso può essere effettuata in qualsiasi momento e presso qualsiasi distretto.
Secondo il dottor Bongiorno sarebbe utile se per ogni documento che si richiede (patente, passaporto, carta d’identità etc.) si aggiungesse anche la cosiddettà “dichiarazione di volontà” che, in ogni caso, non è irreversibile, cioè può essere annullata in qualsiasi momento.
Il modulo compilato sarà poi inviato al centro nazionale di riferimento, per essere inserito in una banca dati. Alternativamente il donatore può certificare il proprio consenso attraverso una dichiarazione scritta che il cittadino porta sempre con sè, insieme ai propri documenti. La dichiarazione sarà valida solo se contiene dati anagrafici, dichiarazione di volontà, data e firma e non esistono limiti di età per diventare donatori. (s.m.)
1 comment:
Devo fare i complimenti all'autore di questo articolo, spiega molto bene tutto ciò che accade dopo la diagnosi di morte cerebrale e cosa si intende per dichiarazione di volontà. Sono una psicologa, lavoro nel campo del prelievo e trapianto di organi e tessuti da più di cinque anni. Purtroppo non esercito questo lavoro nella mia cara Puglia... quando dai report nazionali vedo la Puglia quasi fanalino di coda, me ne rammarico. Oggi sono contenta di aver letto questo articolo così chiaro.
Sono disponibile ad un contatto diretto con l'autore.
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