
Tempesta di sabbia nel Grande Salento. Un vertice
La tempesta di sabbia che spira sul Grande Salento non accenna a placarsi, anzi non è lontana la spaccatura fra le Province e non si esclude che la questione finisca per essere discussa in tribunale. Tutto questo nonostante mercoledì scorso l’Ufficio del Demanio abbia dato l’ok al trasferimento di centocinquantamila metri cubi di sabbia dai fondali di Punta Penne verso le marine leccesi.
Prima di arrivare allo scontro fra Lecce e Brindisi, però, il presidente Pellegrino, quello della Provincia di Brindisi, Michele Errico, e gli assessori regionali Minervino (Demanio) e Losappio (Ambiente), si incontreranno, martedì prossimo, a Bari, presso la Presidenza della Regione Puglia, dove è prevista la Conferenza dei servizi sulla questione, un incontro utile per esaminare insieme tutte le informazioni tecniche preliminari all’autorizzazione definitiva e concertare politicamente le scelte operative conseguenti.
Tutti i soggetti dichiarano di condividere un interesse primario, quello della tutela dell’ambiente, ma da Brindisi tanti cittadini esprimono preoccupazione e incredulità per quanto sta accadendo.
Il “Forum Ambiente e Sviluppo” ha lanciato ieri un appello rivolto al presidente Vendola: “Le nostre sabbie non si toccano”.
Nella lettera indirizzata a Vendola si legge: “Un progetto giustificato solo da logiche localistiche per le quali non si dovrebbero manomettere i fondali del litorale leccese vicino all’area interessata, fondali di sabbia qualitativamente identica a quella dei litorali da ricostruire. E si dovrebbe invece procedere a scavi nei fondali delle acque brindisine interessando una vasta area antistante coste già fortemente degradate da erosioni, da insediamenti incontrollati e da espoliazioni naturali”.
Il Forum Ambiente Salute e Sviluppo manifesta il proprio appoggio al presidente Errico anche nel caso in cui dalla protesta verbale si dovesse passare a una reazione sul versante giudiziario, mentre la richiesta inoltrata a Vendola è una sola: “l’immediato ritiro del provvedimento autorizzativo della Regione Puglia”.
La destra salentina dà una propria lettura degli avvenimenti: “Al primo colpo il Grande Salento scricchiola - dichiara Raffale Baldassarre” che definisce “un’assurda commedia” la vicenda del ripascimento delle spiagge leccesi, una commedia, continua Baldassarre “esasperata dalle posizioni contrapposte che provengono dalla Provincia di Brindisi, la quale, invece, dovrebbe essere mossa da uno spirito di solidarietà istituzionale”.
“La stagione turistica - dichiara ancora Baldassarre - è in pericolo senza la sabbia brindisina: questo lo sa bene la Regione Puglia e i vertici delle Province salentine. Lo sa bene tutto il centrosinistra che pretende di governare il nostro territorio”.
Sempre dalle fila di Forza Italia il coordinatore provinciale Cosimo Gallo parla di fallimento del Grande Salento: “non è nemmeno nato che è già morto, dichiara, soffocato da campanilismi anacronistici”, poi esprime solidarietà agli imprenditori del settore che secondo Gallo “a fronte di richieste legittime ricevono in risposta uno spettacolo non decoroso”.
L’affondo forzista contro il Grande Salento si arricchisce con le dichiarazioni dell’onorevole Luigi Lazzari, che parla di cieco campanilismo e trionfo del localismo. “I punti d’intesa fra le tre Province - chiede sarcasticamente Lazzari - in cosa consistono? Nella scelta della sede in cui organizzare le conferenze stampa o nell’individuazione dei ristoranti dove andare a banchettare per gli auspicati protocolli? In questo modo, grazie a questo bel regalo che la Primavera Pugliese fa all’estate salentina i nostri turisti saranno infelici e scontenti”.
“Probabilmente - conclude Lazzari - saremo costretti ad andare a prendere la sabbia in Africa, magari in Libia, tenendo fede alla vocazione al Mediterraneo della nostra Puglia”.
Dubbi sulla consistenza del progetto chiamato Grande Salento arrivano anche da Pasquale Gaetani (An) consigliere della Provincia di Lecce, che esprime perplessità sulla reale disponibilità a collaborare da parte delle Province di Brindisi e Taranto: “Intendono forse - chiede - che, ogni qual volta si rivolgano alle istituzioni del territorio leccese, queste ultime debbano immediatamente rispondere all’appello e correre in soccorso e, quando avviene il contrario, si rifiuta ogni collaborazione, minacciandoo l’intervento della Magistratura?”
“Evidentemente - conclude Gaetani - il solo a credere e ad aver capito l’importanza di questa sinergia istituzionale è il Presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, il quale viene lasciato solo anche dai suoi, dalla sua maggioranza e dal Presidente della Regione”.
Stefano Mele
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