Monday, June 12, 2006

“L’Asl sta abbandonando il territorio”

da "il Paese Nuovo" del 11 giugno 2006



Loredana Capone attacca: basta ospedali, sanità moderna non significa aumentare i ricoveri


“L’Asl sta abbandonando il territorio”


“Regna l’amarezza: non si può che constatare una sottovalutazione delle strutture territoriali della Asl”. Lo ha affermato l’assessore provinciale alle Pari Opportunità, Loredana Capone, che in un messaggio rivolto al mondo salentino civile e istituzionale, ha lanciato una dura critica nei confronti dell’Asl Lecce1, per la scarsa attenzione che l’Azienda ha dimostrato rispetto a quelle strutture sanitarie non ospedaliere che, ha affermato la Capone, dovrebbero essere maggiormente valorizzate.
“Dov’è finito il nuovo slancio per le strutture territoriali della Asl?” ha polemizzato Loredana Capone.
E le critiche si spingono oltre e colpiscono anche chi ha in mente la costruzione di nuovi ospedali per porre rimedio ai problemi della sanità. Prima bisognerebbe valorizzare quello che già c’è: “ Non so se sia urgente immaginare la costruzione di un nuovo ospedale - ha dichiarato la Vicepresidente della Provincia, ma so immaginare il ruolo nuovo dell’ospedale. Bisogna potenziare al massimo e migliorare l’esistente. Dalla visita fatta con il Presidente Vendola è emerso che ci sono macchinari non utilizzati, talvolta strumenti rotti e non sostituiti, ovunque c’è poco personale, ci sono strutture che funzionano molto bene, ma andrebbero valorizzate. E occorre potenziare i Consultori e metterli in rete, in uno scenario di deospedalizzazione”.
Bocciata su tutti i fronti, insomma, la linea Trianni, giudicata inefficace e insufficiente a determinare il cambiamento e il miglioramento della sanità, perche penalizzante nei confronti della rete dei servizi territoriali.
C’è chi pensa alla costruzione di un nuovo ospedale, ma la Capone ha un’altra idea: “La cittadella della salute può essere il nuovo ospedale” ha proposto, e poi ha aggiunto: “Il Poliambulatorio di Lecce, che è una vera e propria cittadella della salute, lungi dall’essere messo in discussione - ha sottolineato la Capone - dovrebbe invece rappresentare un modello di struttura territoriale. Il motivo? Perchè risponde alle esigenze dei cittadini leccesi e perchè funziona grazie alla presenza di ottime professionalità da valorizzare e motivare”.
Quello che secondo l’Assessore provinciale si sta verificando è uno sbilanciamento in favore dell’ospedale nella gestione sanitaria della Lecce1: “Lo stesso Piano Sanitario Nazionale - ha motivato Loredana Capone - delinea, fra le proprie più importanti azioni strategiche, il potenziamento dell’assistenza distrettuale in generale, e territoriale in particolare, ma sempre al fianco dell’evoluzione del ruolo dell’ospedale. Anche nelle leggi finanziarie dello Stato degli ultimi anni sono contenute disposizioni che riguardano l’utilizzo dell’ospedale e la riqualificazione dell’assistenza sanitaria. L’indice da seguire è puntato sul nuovo profilo organizzativo, sulla correttezza delle cure, sull’uso delle risorse, sul concetto di interattività con il territorio”.
Proprio un uso inadeguato delle risorse e la mancata interattività con il territorio sarebbero le cause del mancato cambiamento della sanità che gli elettori si aspettavano all’indomani delle Regionali dell’aprile 2005. Eppure secondo la Capone la Regione Puglia sta mettendo in campo delle iniziative che sono in perfetta sintonia con le linee strategiche perseguite nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. “Con una novità - ha aggiunto l’Assessore - favorire il processo di equilibrio e potenziamento dei livelli assistenziali attualmente meno favoriti (Assistenza sanitaria di base e distrettuale), per puntare allo sviluppo di forme alternative al ricovero, quali l’assistenza domiciliare integrata, l’ospedalizzazione a domicilio, l’assistenza infermieristica domiciliare. Sono questi i servizi ai quali puntare per garantire pari opportunità a tutti nell’accesso ad un concreto diritto alla salute”.
Una sanità moderna quella che immagina Loredana Capone, una sanità che sappia andare incontro alle esigenze degli anziani soli e non autosufficienti, delle famiglie che devono provvedere alle innumerevoli esigenze di figli diversamente abili, che sappia dare conforto a chi spesso si sente lasciato solo, che valorizzi i consultori esistenti e li metta in rete. E questo progetto non può che passare da una gestione differente dell’Asl: “E’ in questa logica di spostamento del baricentro tra livello ospedaliero e quello distrettuale che occorre razionalizzare l’esistente e renderlo ancora più funzionale e più efficiente elle esigenze dei cittadini - ha ribadito la Capone - in modo da evitare inutili sprechi di risorse o doppioni”.
Ma la Vicepresidente della Provincia, e aspirante sindaco di Lecce, è andata anche oltre, nella dura critica mossa all’Asl dell’era Trianni, andando persino a riprendere quelli che per mesi sono stati i cavalli di battaglia di Forza Italia, di Rocco Palese in prima fila, e che riguardano le scelte di assumere medici e operatori provenienti da altre regioni italiane: “Occorre, recuperare la motivazione da parte dei medici e degli operatori locali - ha dichiarato - che spesso si sono visti sorpassare o sostituire da colleghi chiamati da fuori, vedendo il loro operato e la loro professionalità messi in discussione o in secondo piano. E questo servirà anche a frenare la fuga di cervelli di casa nostra verso il Nord o l’Europa”.
Senza reticenze, insomma, Loredana Capone ha esternato apertamente una sensazione di malcontento abbastanza diffusa. Può sembrare una sorta di ripicca a distanza di ventiquattr’ore dalle dichiarazioni di Pellegrino, pronto a escluderla dalla squadra di governo della Provincia insieme a chi non sarà in condizione di garantire un impegno a tutto campo, ma il problema sollevato da Loredana Capone è reale, e riguarda un bivio nelle strategie di politica sanitaria: da un lato l’annunciata deospedalizzazione, con il potenziamento dell’assistenza sanitaria di base e distrettuale, dall’altro la scelta inversa, quella di investire fondi per la costruzione di nuovi ospedali.
Loredana Capone ha ben chiare le priorità, e la costruzione di un nuovo ospedale non è una di queste, così come il potenziamento degli ospedali esistenti quando questo corrisponde a un depauperamento delle altre strutture sanitarie presenti sul territorio o la rinuncia a politiche sanitarie che prevedono l’assistenza domiciliare integrata, la cosiddetta ospedalizzazione a domicilio.
Stefano Mele

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