Saturday, June 10, 2006

I bambini non sono nella gravina


da "il Paese Nuovo" del 10 giugno 2006

I bambini non sono nella gravina

Ricerche a tutto campo ma senza esito. Secondo i soccorritori i fratellini non sono stati vittima di un incidente

Non è bastato lo straordinario spiegamento di uomini e mezzi, gli appelli, gli interrogatori e le indagini. Di Salvatore e Francesco Pappalardi non si sa più nulla da lunedì scorso, quando sono scomparsi gettando nell’angoscia Gravina di Puglia. Le ricerche, che ieri si sono ulteriormente intensificate anche nel centro abitato, setacciato dai carabinieri, non hanno dato nessun frutto, così come le telefonate giunte al numero verde attivato dalla Prefettura di Bari. Di nessuna utilità per rintracciare i due fratellini di Gravina.
Ieri il padre dei ragazzini è stato ascoltato ancora una volta dagli investigatori. La Polizia pensa che la traccia da seguire possa essere fornita dagli ambienti vicini ai bambini: i genitori, i parenti, i coetanei o i fratellastri. Ancora vani, però, tutti i tentativi fatti, mentre oggi i bambini della scuola scuola media Benedetto XIII, quella frequentata da Salvatore e Francesco, marceranno in città per convincere i loro compagni a venire allo scoperto, qualora siano ancora nascosti a Gravina, magari aiutati da qualcuno, un adulto, che potrebbe aver dato loro sostegno o ospitalità, così come sospetta la madre dei due ragazzini.
La Polizia di Stato ha intanto inserito sul sito istituzionale le foto di Francesco e Salvatore, nella sezioni minori delle persone scomparse. Attraverso il sito è anche possibile effettuare delle segnalazioni, o qualsiasi informazione utile al ritrovamento dei ragazzi in forma anonima.
Non sono nella gravina, sostengono i soccorritori, dopo che ieri hanno ultimato l’esplorazione dell’intera area tra Gravina e Santeramo: “Non abbiamo registrato nemmeno tracce di scivolamenti o cadute - ha riferito il coordinatore del gruppo che ha setacciato palmo a palmo la zona - e nulla è stato trovato nei pozzi e negli anfratti naturali, ed escludiamo pertanto che i due bambini abbiano avuto un incidente qui”.
E mentre il mistero si fa sempre più fitto sulla scomparsa dei fratellini, il caso diventa anche spunto per riflessioni più ampie che vanno oltre il caso specifico, come quelle dell’assessore regionale alle Politiche della Salute, Alberto Tedesco: “Bisogna intervenire costruendo servizi di assistenza che non siano necessariamente residenziali, cioè istituzionalizzanti - ha dichiarato l’Assessore - ma che mettano a disposizione delle famiglie e dei minori interventi concreti di assistenza dal punto di vista sanitario e dal punto di vista sociale; servizi che consentano alle famiglie di avere dei riferimenti sul territorio ai quali affidarsi, che siano tecnicamente in grado di affrontare fenomeni come questo”.
“Stiamo lavorando su un vero e proprio progetto di salute mentale che possa diventare una parte importante del Pianio regionale di salute che dobbiamo mettere a punto. Se ne avverte la necessità - ha aggiunto Tedesco - perchè la complessità dei fenomeni sociali è tale da scaricarsi molto di più di quanto non avveniva in passato sulla fragilità delle generazioni in età pediatrica o in età evolutiva”.
“C’è il problema - ha concluso - di costruire forme di assistenza per tutti quei minori che sono in qualche modo alle prese con situazioni di disagio psichico che possono essere indotte anche da fattori di carattere familiare, da vicende di carattere familiare e purtroppo da questo punto di vista siamo in grave ritardo nella predisposizione di servizi, soprattutto territoriali che incrocino queste esigenze”.
Gli investigatori, intanto, cercano altre piste, e non si esclude il coinvolgimento di persone adulte vicine alla famiglia, come ha suggerito la madre dei bambini, Rosa Carlucci: “Penso che i bambini siano nascosti da qualche parte dove c’è qualcuno che li protegge” ha dichiarato ieri ai giornalisti e probabilmente anche agli inquirenti, senza però voler fare alcuna ipotesi sull’identità dei presunti adulti coinvolti.
L’unica certezza, secondo la donna, è che l’allontanamento è legato alla situazione familiare e all’affidamento al padre, che i bambini non avrebbero accettato di buon grado.

1 comment:

Anonymous said...

Gentile Stefano,
sono andrea aufieri di CulturAmbiente,
sono al corrente solo adesso dell'esistenza di questo blog e nonostante sia imbarazzato a lasciarti un commento sotto questo articolo, lo faccio perché è il più recente, altrimenti dovresti dare uno sguardo più sotto: mi complimento per il tuo impegno.
Ti segnalo un errore presente nel primo articolo che hai dedicato alle associazioni ambientaliste e al comune per il nuovo regolamento sull'elettrosmog: il presidente di CulturAmbiente è Roberto Paladini e non io, che sono il vice.
Ti fornisco poi una nuova possibilità d'indagine, in seguito alle numerose proteste ricevute al nostro indirizzo e-mail in seguito alla newsletter che trovi anche su questo indirizzo: http://lists.peacelink.it/ecologia/msg04237.html

Quali sono i criteri con i quali il comune contatta le associazioni? Bisogna essere iscritti, come siamo noi, all'albo del comune, o è solo questione di simpatie, anche solo momentanee? Dopo il 29 maggio nulla è chiaro.
Un carissimo saluto,
Andrea Aufieri
Blog personale:
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Asssociazione CulturAmbiente:
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