
Mai abbassare la guardia. Contro il racket e l’usura serve il pugno di ferro, ma anche l’ascolto dei commercianti e dei piccoli imprenditori, che spesso hanno timore di denunciare situazioni di illegalità alle forze dell’ordine.
L’Associazione antiracket di Lecce, in collaborazione con altre associazioni, ha pensato di somministrare dei questionari per acquisire dati utili sullo stato del racket delle estorsioni e dell’usura in sei comuni della Provincia.
I risultati fanno ben sperare e sono stati illustrati ieri mattina in Prefettura, alla presenza del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano.
Quello che emerge è che rispetto agli anni precedenti (cinque sei anni addietro) la percentuale degli imprenditori vittima del racket è scesa dal 92% al 4%. Questo è dovuto al duro colpo subito dalla Sacra corona unita e al controllo serrato del territorio da parte delle forze dell’ordine.
Non significa che il fenomeno è stato debellato. Dai questionari compilati in forma anonima da 300 imprenditori di Campi, Guagnano, Squinzano, Monteroni, Calimera e Martano sono venute fuori anche informazioni preziose per gli inquirenti, delle vere e proprie denunce in forma anonima che consentiranno di risalire agli autori di reati di questo genere. Qualcuno non si è limitato infatti a compilare il questionario, ma ha allegato a questo altre informazioni, facendo riferimento a casi specifci di estorsione.
Carlo Miccoli, presidente dell’Associazione antiracket di Lecce, ha spiegato che “tutti gli imprenditori hanno reagito con entusiasmo a questa iniziativa, dimostrando un impegno a combattere questo tipo di fenomeni”.
A rendere questa sperimentazione efficace c’è da un lato l’impegno della Guardia di Finanza che ha aiutato a redigere i questionari, ma anche le modalità attraverso le quali sono stati somministrati e successivamente prelevati, dopo alcuni giorni. Il questionario di quattro pagine, in busta chiusa, è stato depositato dallo stesso commerciante dentro un’urna sigillata, proprio per garantire la massima tutela dell’anonimato. Poi le urne sono state aperte alla presenza delle forze dell’ordine e si è potuto procedere alla rilevazione dei dati. Secondo Mariantonietta Gualtieri, che ha seguito in prima persona tutte le fasi del progetto, bisogna riflettere su come è cambiato il racket e l’usura: “Adesso - ha spiegato - non ci sono più le organizzazioni mafiose forti, ma singoli criminali. Poi è cambiato il tipo di richiesta, molto spesso non si chiede denaro a scadenza periodica, come avveniva prima. A volte il criminale si rifiuta di pagare la merce, vantando amicizie pericolose o passando direttamente alle minacce di morte, in altri casi si impongono ai commercianti determinati fornitori”.
“L’associazione - ha commentato ancora Mariantonietta Gualtieri - è un cuscinetto fra l’imprenditore e le istituzioni. Attraverso il rapporto diretto riusciamo a guadagnarci la fiducia di queste persone, che poi ci contattano se hanno qualcosa da segnalare, o anche semplicemente per ringraziarci”.
L’obiettivo, ora, è quello di ripetere questo tipo di rilevazione anche in altri Comuni, con l’aiuto delle associazioni presenti sul territorio: Associazione calimerese esercenti e artigiani, associazione Vivere insieme di Casarano, e l’Associazione Contro la cultura mafiosa di Trepuzzi. A tale scopo sarà creato un coordinamento per riusicre a monitorare l’intero territorio salentino.
Stefano Mele
No comments:
Post a Comment