Friday, April 07, 2006

Fallimento, "vedi anche Governo italiano"

da "il Paese Nuovo" del 7 aprile 2006
Fallimento, "vedi anche Governo italiano"
Sinistra e web, fra blog e mailing list la comunicazione su temi politici ha esiti imprevedibili

Digitando come parola chiave “buffone” su Google, uno dei motori di ricerca più utilizzati al mondo, il primo sito web verso il quale si viene indirizzati titola “Silvio Berlusconi” (provare per credere). E ancora, digitando la parola “fallimento”, sarete indirizzati dal motore di ricerca a “Governo italiano - il Presidente del Consiglio dei Ministri”, il sito web ufficiale del governo.
La comunicazione sul web ha spesso esiti imprevedibili, ma il “popolo della sinistra” sembra padroneggiare lo strumento. La rete offre spunti e opportunità per comunicare enormi, basta un po’ di creatività e utilizzare gli accorgimenti giusti: in pochi minuti è possibile creare una pagina web, in modo completamente grautuito, poi ci vogliono i contenuti, ma soprattutto è necessario divulgarli. Come si fa? Si invia una mail a tutti i propri contatti (amici, colleghi, ma anche mezzi di informazione) invitando i destinatari a fare lo stesso. In pochi minuti, se il messaggio inoltrato è interessante, lo leggeranno centinaia di persone, dopo qualche ora saranno migliaia, e così via.
Le informazioni rimbalzano in questo modo fra gli utenti della rete, un singolo blog (diario on line) viene visitato da migliaia di navigatori e i motori di ricerca, di riflesso, lo segnalano ai primi posti delle graduatorie di pertinenza corrispondenti a determinate parole chiave.
Un dato interessante, anche da un punto di vista sociologico, è che sulla rete esistono migliaia, forse centinaia di migliaia di pagine web dedicate, nel bene e nel male, a Silvio Berlusconi, ma soprattutto nel male: migliaia di cittadini, la maggior parte dei quali non fa politica, nel senso che non sono tesserati ad alcun partito, diffondono informazioni dettagliate sui processi subiti dal leader di Forza Italia, realizzano e pubblicano manifesti e locandine con fotomontaggi umoristici che raffigurano il premier (è noto quello con il volto di Berlusconi sul corpo di Napoleone) e soprattutto se ne fregano del “politically correct”, non temono di perdere il sostegno degli elettori moderati. Lo stylist “Luggio”, sul blog “Theboozers”, pubblica la foto di una t-shirt che ha realizzato personalmente: “Meglio coglioni che Berlusconi” si legge sulla maglietta.
Esplorando i blog locali, realizzati cioè da giovani salentini, si scoprono affermazioni esilaranti: “I coglioni di Frigole si svegliano e si indignano”, si legge su “frigole.splinder.com”. Piero Siffiero, al secolo Piero Maruccia, sul suo blog “volatili per diabetici” azzarda anche delle riflessioni politiche su questa campagna elettorale: “Per quanto riguarda Silvio...beh che dire? A furia di sentirlo parlare e sentire ogni due secondi le parole percento e sinistra...mi sta convincendo...potrei votarlo”.
Auanasse, sul suo blog “Mamma li turchi”, all’indirizzo “bloggers.it/Auanasse” ci informa invece che ogni volta che sente parlare Bene di Berlusconi si “incazza come una iena”.
Tornando a Google è da segnalare anche il risultato della ricerca con le parole chiave “blog Berlusconi”: il primo link segnalato ha un titolo emblematico: “Io odio Berlusconi”. Sembra insomma che le vicende giudiziarie e politiche del Presidente del Consiglio siano fra gli argomenti più gettonati in quel mondo misterioso del web “fai da te”. Su ogni singolo “post” (argomento del giorno sul blog) si aprono a volte dibattiti lunghissimi, spazi virtuali all’interno dei quali i navigatori comunicano il proprio dissenso o la propria adesione rispetto all’argomento proposto. Il risultato è sorprendente, si aprono lunghe discussioni sui temi più vari e in alcuni casi nascono movimenti di opinione. Il blog di Beppe Grillo, ad esempio, è uno dei più visitati in Italia, forse il più visitato. Persino alcuni parlamentari cercano visibilità su quel blog, inviando commenti e in alcuni casi aprendo discussioni, come ha fatto Antonio Di Pietro. Sul blog il comico genovese sta portando avanti un campagna denominata “parlamento pulito”, invitando a non votare per partiti che hanno candidato persone condannate in via definitiva. L’elenco dei nominativi è disponibile su “beppegrillo.it”. Romano Prodi, invece, non è riuscito a utilizzare al meglio le potenzialità offerte dal blog come canale di comunicazione politica, dopo aver creato una sua pagina web personale, infatti, non si è proccupato di riempirla di contenuti. Il tentativo è fallito dopo la pubblicazione di due post, uno il 16 e l’altro il 28 febbraio scorsi.
Stefano Mele


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