Wednesday, May 03, 2006

Via le strisce blu dalla carreggiata

da "il Paese Nuovo" del 3 maggio 2006



Madaro: “Sono illegittime, tutti i Comuni sono invitati a rimuoverle”. Peyla ribatte: “Non è il caso di Lecce”

Via le strisce blu dalla carreggiata

Prima di pagare per parcheggiare la vostra auto pensateci due volte: le strisce blu che delimitano l’area a pagamento potrbbero non essere legittime e la giunta comunale che le ha fatte tracciare potrebbe aver deliberato senza prima consultare il Codice della Strada.
“Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.
Ad affermarlo non è un cittadino che non e può più del parcheggio a pagamento, ma proprio il Codice della Strada, articolo 7, comma 6.
A sollevare l’attenzione sul caso è l’assessore provinciale Carlo Madaro, che ha la delega allo Sportello dei Diritti.
L’Assessore invita così tutti i Comuni che abbiano predisposto parcheggi a pagamento ai margini delle carreggiate a “rimuovoere questa situazione di irregolarità”.
A sostegno della richiesta di Madaro ci sono anche delle sentenze di numerosi uffici del giudice di pace, in particolare di Roma e di Bari che, spiega Madaro “considerano illegittima l’adibizione ad area a pagamento di quei parcheggi situati all’interno delle carreggiate.
Sarebbero al contrario leggittime tutte quelle strisce blu situate in aree appositamente adibite al parcheggio a pagamento, ma solo fuori dalla carreggiata.
Tutte le delibere delle giunte comunali che avessero stabilito parcheggi a pagamento sulle carreggiate, invece, sarebbero viziate decondo Madaro dal “cosiddetto eccesso di potere”.
“Non è il caso di Lecce - ha risposto l’assessore al Traffico Gianni Peyla - e mi auguro che Madaro non si riferisca a Lecce ma a qualche altro coomune di questa provincia”.
Secondo l’Assessore il problema si pone solo per quelle strade che hanno una larghezza inferiore ai 2 metri e 75 centimetri, e a Lecce questo criterio sarebbe stato rispettato.
“Noi abbiamo rispettato il codice della strada fino in fondo - ha proseguito Peyla - e comunque siamo sempre disponibili al confronto. Se Madaro o chiunque altro segnaleranno dei casi nei nei quali si è agito in difformità dal codice della strada, saremo pronti a verificare”.
“E’ importante ribadire - ha aggiunto Peyla - che il Comune di Lecce non ha voluto le strisce blu per fare cassa, ma per rendere la città più vivibile, migliore”.
Secondo Peyla, insomma, le strisce blu migliorano la città, e possono essere posizionate anche nella carreggiata: “Se c’è lo spazio - ha chiarito - possono stare. Non solo, ma il Consiglio di Stato ha già sentenziato, in seguito a un ricorso presentato da alcuni commercianti, che le strisce blu nel Comune di Lecce sono perfettamente regolari”.
Carlo Madaro, intanto, ha annunciato di volersi rivolgere al Giudice di Pace di Lecce, per vedere se anche a Lecce sarà confermata la decisione presa in altre città, come è accaduto a Bari e a Roma. “Tutti i cittadini - ha dichiarato Madaro - sono invitati a rivolgersi allo sportello dei diritti per segnalare eventuali casi di mancato rispetto del Codice della Strada. Il nostro obiettivo non è andare contro il Comune di Lecce, ma ristabilire la legalità, nel Capoluogo come in altri comuni della provincia, a partire dalle segnalazioni che giungeranno al nostro Sportello”.
Tutti invitati, insomma, a fare ricorso contro le multe subite perchè non si è pagato il parcheggio, o perchè il grattino è scaduto, purchè l’area di parcheggio a pagamento in questione si trovi all’interno della carreggiata, nello spazio cioè destinato al transito dei veicoli.
A Roma e Bari il Giudice di Pace ha dato ragione agli automobilisti.
Stefano Mele

1 comment:

Anonymous said...

Il, annzi, lo stramaledettissimo assessore Peyla, unitamente ai suoi accoliti e soci (piu o meno direttamente) in affari, mente peggio di una vecchia arpia.
Non solo si tratta di ragioni di cassa, ma bisogna vedere se usare il singolare o il plurale con quest ultimo vocabolo.
Senza contare i danni al tessuto sociale della città; è per colpa di questi provvedimenti amministrativi che le categorie dei piccoli artigiani e commercianti sono entrate in crisi e si vedono di fronte la prospettiva di una cessazione di attività, con conseguente aumento della disoccupazione.